Fino al 19 settembre presso il Museo della Città di Livorno è possibile visitare la mostra Mario Puccini “Van Gogh involontario” del grande pittore rappresentante dei Macchiaioli
Sarà possibile ammirare fino al 19 settembre 2021, presso le sale del Museo della Città di Livorno, la mostra Mario Puccini “Van Gogh involontario“, che nasce dalla riscoperta di un’importante collezione di dipinti di Mario Puccini (Livorno 1869-Firenze 1920), grande pittore rappresentante dei Macchiaioli, definito nel 1913 da Emilio Cecchi un “Van Gogh involontario”.
La retrospettiva, promossa dal Comune di Livorno, da Fondazione Livorno-Arte e Cultura e Fondazione Livorno, è curata da Nadia Marchioni, cui si affianca un Comitato Scientifico composto da Vincenzo Farinella, Gianni Schiavon e Carlo Sisi, ha come fine di celebrare, nel centenario della morte del 2020, il valore storico-artistico del Maestro, e di porre l’attenzione su opere mai presentate prima o esposte raramente al pubblico.
È possibile seguire il dipanarsi del percorso artistico di Puccini ,dal suo esordio, partendo dai rari ritratti della fine degli anni Ottanta dell’Ottocento, dove si palesa il forte legame con l’ambiente artistico fiorentino di fine secolo e in particolare con i maestri Fattori e Lega, fino a giungere alla maturità, dopo i cinque anni da lui trascorsi negli ospedali di Livorno e Siena, dove venne ricoverato per “demenza primitiva” e poi dimesso sebbene non guarito e affidato alla custodia paterna.
Sia la malattia mentale che l’utilizzo corposo del colore hanno dato origine, già presso i suoi contemporanei, all’ipotesi storico-critica di uno stretto legame tra la pittura di Puccini e quella di Van Gogh, la cui opera era stata, apprezzata, insieme a quella di Cézanne, nella collezione di Gustavo Sforni a Firenze.
La mostra segue, oltre a un criterio cronologico, anche un principio tematico: ritratti, nature morte, vedute del porto di Livorno e soprattutto paesaggi, in cui è possibile apprezzare il climax di una sensibilità cromatica incommensurabile.
Le oltre centoquaranta opere presenti in mostra, suddivise in otto sezioni più una speciale, dialogano con una serie di selezionatissimi dipinti provenienti da diverse raccolte e da prestigiose istituzioni museali quali La Galleria d’Arte Moderna di Roma e Le Gallerie degli Uffizi mostrando al pubblico il percorso artistico del Maestro livornese nella sua pienezza, attraverso i lavori di più alta qualità formale.
La prima sezione è dedicata agli esordi, poco documentati, di Puccini in un periodo del tardo Ottocento in cui in Toscana predominavano le figure di Fattori e Lega. Il giovane artista, a Firenze per studiare all’Accademia accanto a Fattori, esordisce come ritrattista in un percorso che lo accomuna al suo brillante concittadino e amico Nomellini.
La seconda sezione illustra il forzato allontanamento dalla ricerca artistica del giovane artista a causa della crisi psichica che lo vide, ventiquattrenne, ricoverato all’ospedale di Livorno ed in seguito all’Manicomio di San Niccolò di Siena (1894-1898). Questa sezione documentaria, composta da foto d’epoca, disegni e documenti e lettere provenienti dall’Archivio Storico dell’Asl 7 di Siena, testimonia la drammatica vicenda esistenziale dell’artista ed è impreziosita da tre autoritratti eseguiti tra il 1912 e il 1914, da cui emerge l’anima sensibilissima e profonda di Puccini così come il suo desiderio di affermare un’immagine pubblica serena e rispettabile.
Nella terza sezione, invece, emerge il profondo legame tra Puccini e il maestro Fattori e il superamento del suo insegnamento, grazie all’aggiornamento in senso europeo della pittura in Toscana tra Ottocento e Novecento. L’artista, fu in grado di rimanere fedele all’insegnamento del proprio maestro nell’impianto grafico e compositivo delle proprie opere, ma al contempo di rinnovare il messaggio e la forza espressiva esasperandone la sintesi formale e caricando la visione con la potenza del colore. Questa sezione è accompagnata, inoltre, da una serie di confronti fra opere di Puccini e artisti quali, Bartolena, Benvenuti, Ghiglia, Ulvi Liegi, Micheli, tutti cresciuti come lui sotto il modello fattoriano e assimilabili all’artista per vicende artistiche e personali.
La quarta sezione mostra, dopo il silenzio della seconda metà degli anni Novanta, il ritorno di Puccini alla pittura in una nuova veste. Ora l’attenzione del pittore è rivolta al paesaggio che lo circonda e non più allo studio della figura umana. Possiamo, infatti, ammirare le peregrinazioni dell’artista attraverso la sua Livorno alla ricerca di scorci solitari e silenziose marine, poste in dialogo con fotografie d’epoca che sottolineano l’interpretazione realistica e allo stesso tempo visionaria di Puccini. Il linguaggio formale del pittore appare mutato in modo sostanziale rispetto al passato , introiettando l’ispirazione di un vago “Impressionismo” in cui è possibile già riscontrare le istanze divisionistiche e sintetiste provenienti d’Oltralpe, reinterpretando in maniera matura e personale il clima post-impressionista francese, riassunto io uno smagliante cromatismo, che accende l realtà di una luce speciale, incomprensibile se si prescinde dall’ispirazione costante di Livorno e dalla forte influenza dell’opera di Van Gogh.
Nella quinta sezione i curatori proseguono l’indagine sul dinamico panorama culturale livornese, presentando due importanti dipinti che raffigurano “Il Lazzaretto di Livorno “, uno dei quali eseguito, oltre a un grande disegno a carboncino, per la decorazione di una sala del Caffè Bardi, una specie di Caffè Michelangelo dei post-macchiaioli, dove si riunivano gli intellettuali e gli artisti dal 1909. È possibile ammirare, inoltre, un disegno di Puccini eseguito sul cartone intestato del Caffè, in un particolare confronto con il celebre “Ritratto di Aristide Sommati” realizzato da Modigliani su carta intestata del locale durante il suo soggiorno a Livorno nel 1909.
Sempre per celebrare l’attività grafica dell’artista, in mostra, sono presenti disegni a carboncino su grandi formati in cui vengono ritratti scorci cittadini, porti, paesaggi, animali, contadini, modelle.
La sesta sezione è dedicata ai paesaggi, in particolare quelli eseguiti a Digne, nelle Alpi Marittime francesi, dove il pittore si reca nel 1910 e nel 1913, quelli eseguiti in Versilia e a Seravezza, in cui lo studio del trasporto dei marmi riporta agli esempi dei candidi buoi fattoriano, che assumono qui una smagliante colorazione azzurra, e quelli della campagna eseguiti tra Livorno e Pisa, i dintorni di Castiglioncello e la Maremma.
All’analisi dell’umanità prediletta da Puccini, come il mondo quotidiano del popolo e dei lavoratori, i bambini in ozio seduti davanti a umili abitazioni, contadini intenti nei campi, è riservata la settima sezione, dove ci si immerge, grazie a una celebrazione antieroica dell’esistenza, nell’universo umano che l’artista amava maggiormente, quello del silenzio e della semplicità del lavoro operoso e dell’infanzia.
L’ottava sezione è dedicata ai ritratti e alle nature morte, a cui Puccini si dedica verosimilmente nei giorni di cattivo tempo, lontano dalla luce naturale. La potenza emotiva della sua pittura viene addirittura esaltata dal tema intimo e pregno di significati della natura morta, dipinta con un’intensità cromatica inarrivabile, così come avviene in uno dei suoi ritratti capolavoro, quello dell’ingegnere e collezionista Emanuele Rosselli.
Una speciale sezione dell’esposizione evoca, come commento all’opera matura di Puccini, “Il giardiniere” di Van Gogh, oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, prima opera dell’artista olandese esposta in Italia, a Firenze alla Prima Mostra italiana dell’Impressionismo nel 1910, dopo esser stata acquistata a Parigi da Gustavo Sforni, nella cui collezione fiorentina Puccini poté ammirarla.
È possibile quindi comprendere in maniera maggiormente approfondita il legame unico e profondo che lega lo stile artistico di Mario Puccini a quello di Vincent Van Gogh, così come la definizione di Emilio Cecchi che definiva il pittore un “Van Gogh involontario”.
Questa retrospettiva da al visitatore una visione inedita e originale dell’opera di Puccini dandogli modo di riscoprire questo geniale artista della storia dell’arte italiana.
VADEMECUM MOSTRA
Orari della mostra Mario Puccini “Van Gogh involontario”: da martedì a venerdì 10.00-20.00, sabato e domenica 10.00-22.00, lunedì chiuso
Biglietti: Intero € 8,00 Ridotto € 5,00 Cumulativo con Museo Fattori e sez. arte Contemporanea € 12,00 Visite Guidate € 2,00 a persona ( su prenotazione)
Info: Museo della Città Piazza del Luogo Pio, Livorno
Tel. 0586 824551 oppure visita il sito della mostra cliccando QUI.