Vista l’improvvisa scomparsa di Inge Feltrinelli, ho deciso di onorare la sua memoria raccontandovi il mio fortunato incontro con lei. Più che un’intervista, possiamo definirla una piacevole chiacchierata, inaspettata, che Inge Schönthal Feltrinelli ha voluto gentilmente concedermi in una serata dove non si è concessa a nessuno
Roma. Siamo alla RED di via Tomacelli, uno store inaugurato da poco che fa ritornare nella città eterna un concept di food-book and shop che si sta facendo strada nel mondo dell’editoria e di cui, come sempre, il marchio Feltrinelli fa da apripista. Si sta bene sulla terrazza fa ancora caldo, per un’estate che sembra non finire mai e lei, Inge, sembra la star della serata. Sicuramente ci sono decine di scrittori da lei pubblicati e anche vari personaggi dello spettacolo, ma la sua presenza sembra ridimensionare la grandezza di tutti gli altri, non a caso è soprannominata ”la regina dell’editoria”.
Presente anche il figlio, Carlo, che nel frattempo chiacchiera con degli amici ma lontano dalla madre, vicino le si presenta quella che è un’amica di vecchia data che si fermerà per un po’ con noi. Inge rifiuta quasi qualsiasi intervista, mandando via varie testate, dicendo che non è la serata e poi vede me, e mi fa sedere vicino a lei, dicendo che ho una faccia simpatica e mi chiede di restare se però non registro filmati sulla mia videocamera. Come non accettare quell’invito e restare, visto che ero lì per conoscere tutto di lei, ma lo farò osservando.
Nota subito che la mia fotocamera in realtà è una reflex con aggiunta di microfono esterno e luci, quindi mi chiede se mi piace fotografare. Così le confesso subito che ho iniziato questo mestiere con la passione della fotografia e poi mi sono ritrovato a fare mille altre cose, e nel chiacchierare le mostro qualche foto che però ho sullo smarthphone (non tutte) di precedenti lavori o ”opere” e mi fa i compimenti, dicendomi che se avesse ancora potere decisionale pubblicherebbe sicuramente un mio libro fotografico. Sentirsi dire una cosa del genere da lei per chi ama la fotografia come me è come vincere l’Oscar. Così lusingato e un po’ imbarazzato, ho rinunciato (anche se morivo dalla voglia) a chiederle come fosse stata la sua carriera di fotografa e a farle altre domande sulla foto con Ernest Hemingway o Picasso, per paura di rovinare tutto e ho semplicemente ringraziato.
Nata a Goetthingen, Inge ha lavorato come fotoreporter ad Amburgo, New York, Parigi, realizzando ritratti di moltissimi personaggi illustri ed alcuni celebri reportage tra i quali la Grecia con Federico Patellani. Tra le foto più famose quella di Greta Garbo pubblicata da Life e il reportage su Ernest Hemingway realizzato alla Finca Vigìa, Cuba, Gary Cooper, il presidente Kennedy. Questa è storia nota a tutti, cos’altro avrebbe mai potuto aggiungere?
Poi la sua carriera di fotografa si interruppe quando sposò Giangiacomo Feltrinelli e riprese in mano la macchina fotografica solo in poche significative occasioni, per ritrarre amici scrittori come Henry Miller, Allen Ginsberg, Nadine Gordimer, Gunter Grass, o Fidel Castro a Cuba nel 1964, del quale Feltrinelli doveva pubblicare l’autobiografia.
Avrei potuto fare qualche domanda sulla misteriosa scomparsa del marito, morto su un traliccio mentre, dove secondo la ricostruzione della polizia, stava piazzando un ordigno esplosivo. Un caso di omicidio secondo lei che aveva già detto: “Fu un omicidio politico – a Rainews – I giornali pubblicarono la foto del cadavere di uno sconosciuto: lo riconobbi subito. Tra i poliziotti lo riconobbe il commissario Calabresi. Venne qui a casa alle sei del mattino, a interrogare il portiere. Solo dopo mi portarono all’obitorio. Uno dei tanti misteri italiani irrisolti. Come la morte del nostro amico Pasolini. Anche lui un uomo scomodo”.
Quindi perché rifare sempre le stesse domande, nel frattempo parla anche con la sua amica, sia in inglese e talvolta in tedesco, scusandosi con me perché mi escludeva dalla discussione.
Tra una chiacchiera e l’altra come al cospetto di un sovrano, uno ad uno passavano scrittori e amministratori a rendere omaggio, a salutare, a baciare la mano, e talvolta la vedo sorpresa, dispensare sorrisi e consigli, soprattutto ai giovani autori, talvolta un po’ seccata da tutto questo riverire sopra le righe.
La serata è lunga, ma nemmeno troppo e Inge mangia quasi tutto quello che il buffet esterno propone, ovviamente un cameriere serve appositamente la signora, senza farle fare la coda e nel portare tante cose ne beneficio pure io. Parla tanto del nuovo modo di lavorare dell’azienda, come se fosse ancora lei a dirigerla e di come l’apertura di questi nuovi negozi RED serva per far avvicinare i giovani alla lettura, creando posti di discussioni davanti a del buon cibo, ma secondo lei a prezzi popolari (su quest’ultima affermazione non ero completamente d’accordo, ma non me lo son sentita di smentirla).
Poi ci siamo spostati in una sala interna per la cena e quindi ci siamo separati, anche se mi fa cenno di non allontanarmi troppo, ma i posti interni sono assegnati secondo altre gerarchie e se prima avevo beneficiato della sua scelta per la mia simpatia, all’interno non ho la stessa fortuna. E a proposito di fortuna, lei lì dentro non si sente a suo agio e mi fa capire che vuole andare via e di seguirla all’interno della libreria, dove si concede per qualche foto. Quindi stanca della folla che continuava ad aumentare decide di salutarmi ed andare via in auto.
È stato un incontro fortunato, più del previsto, e devo dire che anche se solo per una serata ho potuto ammirare il modo di fare di una grande donna, a cui sono davvero contento di aver strappato qualche sorriso. Conserverò gelosamente tutto ciò che ci siamo detti e che qui non scriverò, perché più che un’intervista, la nostra è stata più una tranquilla chiacchierata tra amici. Senza cerimonie. Indimenticabile. Già qualche settimana fa mi era venuta voglia di condividere con voi lettori questo breve racconto, ma poi preso da altre cose avevo rimandato. Ora vista l’improvvisa scomparsa di Inge Feltrinelli ho deciso di non rimandare oltre la condivisione del ricordo di una grande donna che ha osato per portare qualità nell’editoria e la strada da lei tracciata, nei vari campi in cui si è mossa è e sarà di ispirazione per molti, me compreso.
Buon viaggio Inge…