Racconto della presentazione alla stampa del nuovo film d’animazione Disney, Ralph Spacca Internet, alla presenza dei registi e dei talent che hanno doppiato la versione italiana. Dal 1° gennaio 2019 al cinema

Ralph Spacca Internet conferenza stampaDopo aver assistito alla super anteprima del nuovo lungometraggio d’animazione targato Disney, Ralph Spacca Internet, abbiamo avuto il piacere di incontrare i registi Rich Moore e Phil Johnston e il cast di talent che hanno prestato le loro voci ad alcuni dei personaggi nella versione italiana del film. Tra questi la star del web, Salvatore Aranzulla, che ha doppiato un arrembante pop-up, Serena Rossi, consolidata voce della principessa Anna di Frozen, i creator Favij e LaSabri Gamer, che hanno prestato le loro voci a due gamer di nome Jimmy e Tiffany, l’attrice Nicoletta Romanoff, voce della principessa Aurora de La Bella Addormentata nel Bosco, la principessa Mélusine Ruspoli, voce italiana di Jasmine di Aladdin e la cantautrice Francesca Michielin interprete de “Il mio posto è Slaughter Race“, versione italiana del brano “In This Place”, da lei stessa adattato per i titoli di coda del film.

Tra le voci italiane Ralph Spacca Internet vede anche la partecipazione dell’attrice e cantante italiana Serena Autieri doppiatrice della regina Elsa di Frozen – Il Regno di Ghiaccio, di Fabio Rovazzi, voce di tre stormtrooper dall’universo di Star Wars, di cui è grande fan, e del rugbista ex-capitano della Nazionale Italiana Sergio Parisse, voce del personaggio di Street Fighter, Zangief.

E la conferenza stampa è iniziata proprio con alcuni dei doppiatori della versione italiana, in particolare con chi ha dato la voce alle Principesse Disney insolite protagoniste di una divertentissima scena destinata a diventare un cult.

Com’è stata questa esperienza in cui si sono ritrovate tutte insieme le Principesse in questo Ralph Spacca Internet?

SERENA ROSSI: “È stato divertente, è stato un piacere ritrovare la mia Principessa Anna di Frozen, che mi è mancata, anche se pare che tornerà tra poco. È bello vederle tutte insieme anche se in una veste diversa, chiuse in questa stanza. È stato molto esilarante, mi ha fatto ridere, riflettere e commuovere sul finale. Vederle tutte insieme è una cosa buffa perché sono personaggi che fanno parte della nostra infanzia, dei nostri genitori e dei nostri piccoli. È stata una gioia rivederle tutte insieme anche se in una veste diversa, autoironiche, che si prendono molto in giro e coinvolgono Vanellope in questa cosa e iniziano a farle una serie di domande esilaranti. È stato bello condividere questa esperienza con tante giovani colleghe.”

NICOLETTA ROMANOFF: “È bellissimo vederle scoprire il loro vero amore per il pigiama, fuori dal castello e dal loro ruolo tradizionale: sono delle ragazze come lo siamo noi tutte quando siamo insieme noi amiche, si toglie la maschera. È stato davvero divertente e poi vedrete che queste Principesse hanno un ruolo chiave nel film.”

MELUSINE RUSPOLI: “È stata un’esperienza pazzesca e molto divertente, non ho mai fatto un doppiaggio in vita mia e lo rifarei.”

FRANCESCA MICHIELIN: “Ho fatto questa nuova esperienza con il cinema, molto divertente e molto tosta, l’adattamento non è facile: bisogna rispettare il senso del brano e trasmettere il messaggio. È bello quando si lavora in un film d’animazione perché mi sento un po’ la zia di tutti. Il brano è una canzone che parla di Slaughter Race, dove Vanellope rimane affascinata e vuole stare. Ho cercato di trasmettere il messaggio dell’amicizia tra Ralph e Vanellope e il fatto che quando sei amico di qualcuno devi anche essere in grado di lasciarlo andare, perché non è detto che due amici debbano sempre stare appiccicati, quindi mi sono divertita molto, poi è un pezzo molto elettronico e io mi diverto molto con questo tipo di musica.”

E sempre a proposito della scena delle Principesse Disney non si poteva non fare la domanda di come fosse stata ideata ai due fantastici registi del film Phil Johnston e Rich Moore. Ai quali è stato chiesto in particolare se ci fossero stati conflitti nella scelta della gerarchia delle battute? Risposta che potrete apprezzare dalla loro viva voce nel video che segue.

Quanto è stato difficile “personificare” internet rendendolo più simile alla realtà?

L’idea di personificare internet, in fondo, nasce dal primo film. In quel caso, abbiamo reso la sala giochi un luogo visitabile, un luogo in cui si poteva entrare, un luogo dove era possibile camminare. Infatti i personaggi potevano andare e venire nei vari giochi a loro piacimento. Certamente con internet l’impresa è stata più difficile perché il web ci sembrava più astratto. Ma ci siamo affidati a degli esperti del settore che, alla fine, ci hanno fatto capire quanto internet si possa toccare con mano! Così in Ralph Spacca Internet l’abbiamo impostato come una città antica, simile a Roma dove la parte più vecchia è nel centro mentre la nuova si espande verso l’esterno. Google, infatti, si trova al centro di internet come altri server più vecchi mentre le novità trovano posto nella periferia.

Mister Moore, lei ha iniziato ad animare molti anni fa con i Simpson mentre ora, con la Disney, ha creato un universo come internet che a quel tempo era inimmaginabile. Pensava di arrivare fino a questo punto? E quanto più in là ancora pensate di potervi spingere?

“Questa è una bella domanda. Le cose a livello di animazione sono cambiate in maniera inimmaginabile da quando io lavoravo nei Simpson! Cose che non si sarebbero potute neanche concepire ai quei tempi, oggi sono possibili. Nemmeno questo film si sarebbe potuto realizzare sei anni fa quando abbiamo girato il primo Ralph Spaccatutto perché la tecnologia è migliorata. Quando abbiamo fatto i Simpson mettemmo in campo le stesse tecniche utilizzate da Pinocchio quindi noi siamo i testimoni del più incredibile cambiamento tecnologico di questa industria. Un balzo in avanti imprevedibile, con cambiamenti epocali. Dove possiamo arrivare? Nemmeno io lo so: il primo Ralph sembrava una vera impresa invece, con il suo seguito, siamo andati ulteriormente avanti. È la filosofia di Disney.”

Qual è stata la cosa più difficile da realizzare in Ralph Spacca Internet?

“Credo che la cosa più difficile sia stata tutto il film. Internet è talmente vasto ed in tale espansione che, certamente, sarà cambiato nei dieci minuti che noi abbiamo utilizzato per parlare del film! Era importante, quindi, avere anche una storia sull’amicizia che potesse durare almeno cento anni perché i veri amici avranno sempre dei problemi fra di loro, alti e bassi e quindi per noi era essenziale trovare una storia universale che non venisse schiacciata da internet. Una parte emotiva importante nella storia tra Ralph e Vanellope che non venisse sopraffatta da queste visuali incredibili che sintetizzano la parte del web. Eravamo certi che se la storia avrebbe funzionato, tutto avrebbe retto.”

La Disney ha un modus operandi ben delineato: come si fa a trovare lo spazio per esprimersi mettendoci qualcosa di personale? Lavorare per Topolino è come giocare nel Real Madrid: come si gestisce la pressione sapendo che si devono per forza portare dei risultati sensazionali?

“C’è un enorme gruppo di persone che lavorano: noi ne abbiamo gestite cinquecento/seicento nel corso della produzione di Ralph Spacca Internet! Può sembrare molto difficile mettere il proprio punto di vista quando si lavora con tantissima gente che, tra l’altro, eccelle nel proprio mestiere. Tutto comincia con me e Phil che ci concentriamo su varie idee: lavoriamo su questi spunti dai sei ai dodici mesi! Ci chiediamo sempre cosa potrà portare questo lungometraggio interrogandoci anche sul messaggio da lasciare. Questa idea diventa il prezioso cargo che tenteremo di portare attraverso tutto il processo produttivo del film: deve restare indenne nonostante il grande caos! La Disney vuole parlare al cuore degli spettatori ed è contenta del nostro lavoro. Segno che ci siamo riusciti nell’intento.”

Phil Johnston interviene a completare la domanda posta: “Riguardo il Real Madrid e la pressione, noi cerchiamo assolutamente di non pensarci ma certamente Disney ci porta in dote questi film leggendari quindi, pur non pensandoci, si sente la pressione di onorare gli Studios. La cosa divertente è che i nostri film spesso parlano di personaggi un po’ emarginati, disgraziati e quindi ci troviamo a lavorare per quella che è la casa d’animazione più importante e conosciuta del mondo vestendo i panni dei personaggi un po’ curiosi e strani che stanno lì come due persone che potrebbero capirci poco…”