In occasione delle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci, è in mostra all’Ambrosiana di Milano fino a domenica 6 ottobre la personale di Corrado Veneziano, a cura di Francesca Barbi Marinetti, Raffaella Salato, Niccolò Lucarelli
In occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo si terrà dal 20 settembre al 6 ottobre, nella Sala Sottofedericiana (o Sala del Foro) della Biblioteca Ambrosiana di Milano, in piazza Santo Sepolcro, la mostra Leonardo Atlantico con le opere di Corrado Veneziano, a cura di Francesca Barbi Marinetti, Raffaella Salato, Niccolò Lucarelli, con il Patrocinio del Comune di Milano – Celebrazioni Leonardo 500. Trenta opere, tutte a olio, che mettono insieme, sovrapposte, alcune frasi, spesso da destra a sinistra, come nella stimolante abitudine leonardesca, e una serie di immagini disegnate da Leonardo nel suo celeberrimo “Codice Atlantico”. Parole e disegni, frasi e schizzi sono evocati, ripresi, estrapolati dalle pagine di Leonardo. Tutti sono poi sospesi in un azzurro-blu-celeste che di volta in volta è universo impenetrabile e moderno, cielo poeticamente spirituale, firmamento notturno e fiabesco.
Il blu è la cifra fondante delle opere: una molteplicità di macchie dorate, le stelle, ritma il cielo diventando fiocchi, fiori, puntini, comete. Mentre i disegni del Codice Atlantico restituiscono modernità e scientificità alle tele. Si tratta di ruote, archi, utensili da fabbro e da officina. Nonché di ponti, cannoni di artiglieria, dighe per incanalare corsi d’acqua. Si tratta, infine, di parole scritte come appunti e numeri di operazioni matematiche inconcluse, formule algebriche da sviscerare e rinsaldare.
E tutti questi segni (alfabetici, simbolici, numerali, alchemici), nel tappeto bluastro dello sfondo di Corrado Veneziano, diventano oggetti metafisici, astratti e fantastici (biciclette? mongolfiere? ali meccaniche che sfidano il vento?), riconoscibili e allo stesso tempo fantastici e fascinosi. Tutte le immagini e le parole disegnate, comunque e in ogni caso, testimoniano il continuo lavorìo dell’uomo sulla terra; l’ostinazione e la forza nel cercare e perfezionare; la volontà di superare steccati tra tecnica, scienza e arte; il lucido desiderio – la “libertà” – nel sentirsi ideatori ed esecutori, ingranaggi, motori e arbitri di un ciclo inesauribile che nessuna stasi può rallentare e fermare.
Le tele leonardesche arrivano all’Ambrosiana dopo l’inaugurazione ad Amboise, sotto l’Alto patrocinio del Presidente della Repubblica francese, e con il partenariato del Museo del Louvre, e dopo la mostra nell’Osservatorio astronomico di Firenze e nel Museo nazionale Ridola di Matera.