Voglia di un insolito week end in Toscana, una delle regioni più belle d’Italia? Ecco alcuni suggerimenti per percorsi alternativi tra simboli magici, tesori nascosti e natura rigogliosa
Le chiusure forzate e prolungate dei vari lockdown che abbiamo vissuto a causa del Covid hanno acuito in tutti la voglia di gite e week end all’aria aperta! E cosa c’è di meglio di un bel weekend in Toscana tra campagne, colline e città d’arte? Un bel viaggetto alla scoperta del suo lato meno conosciuto tra simboli magici, leggende e tesori nascosti! Per organizzarlo è semplicissimo bastano pochi click su uno dei tanti siti dedicati alla prenotazione di viaggi che si trovano online come ad esempio Voyage Privé. Il primo Club di Vendite Private online dedicato al Turismo che propone una selezione di viaggi di media e alta gamma a tariffe esclusive e per un periodo di tempo limitato (in media 7 giorni). Intanto per farvi un’idea sul possibile itinerario, ecco qualche suggerimento per scoprire in un week end il lato esoterico e misterioso della Toscana, quindi armatevi di zaini e scarpe comode e pronti a partire!
Rotonda di Montesiepi e Abbazia di San Galgano a Chiusdino (Siena)
Immersa nella campagna senese, la Rotonda o Eremo di Montesiepi è una costruzione a pianta circolare che racchiude e custodisce la spada che San Galgano infisse nella roccia, nel suo ultimo anno di vita che passò proprio qui. La Rotonda è un edificio carico di simbologia, a partire dalle decorazioni costituite da un alternarsi di fasce bianche e rosse che partono dall’apice della cupola per continuare sulle pareti, cromatismo, questo che richiama ricordi etruschi, celtici ed anche templari. Questo fa pensare ad un tentativo dei cavalieri templari di costituire una base in Toscana per la ricerca del Santo Graal.
La stessa storia di San Galgano è ricca di simbolismi, a partire dalla spada strumento di guerra e di morte, che si trasforma in strumento di pace e redenzione, quando Galgano, che era un cavaliere, disgustato dalle brutte azioni commesse e dal mondo a cui apparteneva, abbandona tutto per dedicarsi ad una vita di penitenza, trasformando il suo mantello di cavaliere in una umile veste da eremita e conficcando la spada in una roccia dell’eremo; spada ancora visibile anche se ormai spezzata all’altezza dell’elsa, a causa degli atti vandalici subiti nel corso degli anni.
Suggestivo anche il complesso dell’Abbazia di San Galgano, ormai sconsacrata, i cui ruderi sorgono poco distanti dalla Rotonda.
Ponte del diavolo a Lucca
Questo ponte il cui vero nome è Ponte della Maddalena, deve l’epiteto di “Ponte del Diavolo” ad una leggenda che narra che fu ultimato in una notte grazie al patto tra il muratore che lo stava costruendo e Satana, al quale fu promessa in cambio l’anima della prima persona che lo avesse attraversato; ma il diavolo fu ingannato, perché il primo ad attraversare il ponte fu un cane, e alcuni affermano che la sera è possibile vedere un’ombra a quattro zampe, simbolo del diavolo che ancora cerca l’anima del capocantiere che lo ha ingannato.
Il giardino dei Tarocchi a Capalbio (Grosseto)
È un parco artistico ispirato al Parc Güell dell’architetto Gaudi’ a Barcellona, immerso nella campagna toscana, in località Garavicchio, nei pressi di Pescia Fiorentina, frazione di Capalbio, ideato dalla scultrice franco-statunitense Niki de Saint Phalle, popolato di statue ispirate alle figure dei ventidue arcani maggiori dei tarocchi. Statue colorate alte circa 12/15 metri, ricoperte di mosaici a specchio, vetro pregiato e ceramica.
Castello dei conti Guidi a Poppi per un week end da “brivido”
Il castello di Poppi, antichissima residenza dei conti Guidi, è stato nei secoli sia scenario di storie di guerra che erotiche e di fantasmi; infatti si racconta che il fantasma della crudele e lasciva contessa Matelda, vestita sempre di bianco o di nero, appaia nella “Torre dei diavoli” per circuire i visitatori del castello; torre in cui la contessa fu murata viva dagli abitanti del borgo per mettere fine agli omicidi che perpetrava tutte le notti, a danno degli uomini con cui passava notti di passione, affinché non rivelassero il suo segreto.
Ma dai racconti degli abitanti del luogo sembra che lo spettro della contessa non sia l’unico ad infestare il castello, infatti sembra che nelle notti di luna piena, nel cortile si oda lo sferragliare di armi, dovuta ai furiosi duelli tra i cavalieri fantasmi.
Fonte della fata Morgana sulle colline intorno a Bagno a Ripoli
È una specie di ninfeo rosa fatto costruire nella seconda metà del 1500 da Bernardo Vecchietti, su una fonte che si trovava all’interno del parco della sua residenza estiva, villa “Il Riposo” e anche conosciuta come Casina delle Fate.
Probabilmente opera dell’artista fiammingo Giambologna, prende il suo nome dalla bellissima statua marmorea della fata Morgana che ornava la fontana a forma di nicchia che si trova entrando nel primo locale e che reca l’iscrizione “Io son quella, o lettor, fata Morgana/che giovin qui ringioveniva altrui Qui dal Vecchietto, poiché vecchia io fui/ringiovenita colla sua fontana“.
Statua misteriosamente sparita; inoltre curioso anche il mosaico che forma il pavimento, composto da sassolini bianchi e neri che, formano la scritta “Fata Morgana” in prossimità della soglia.
Ovviamente il luogo deve il suo alone di magia e mistero proprio alla fama di Morgana e c’è chi ancora oggi attribuisce virtù ringiovanenti all’acqua della fonte.