Con American Assassin, il regista Michael Cuesta porta sul grande schermo il bestseller di Vince Flynn. Recensione rigorosamente “No Spoiler”
Questa volta sono andato a vedere per voi in anteprima American Assassin, l’action movie diretto da Michael Cuesta, tratto dal bestseller di Vince Flynn. Una spy story a metà tra la saga di Jason Bourne e i film di James Bond, in cui il protagonista è Mitch Rapp (Dylan O’Brien), uno studente universitario americano, con un vita normale, una relazione stabile con la ragazza dei suoi sogni, con cui è in vacanza su una splendida isola dove le chiede di sposarlo.
Tutto sembra perfetto fino a che l’equilibrio viene spezzato durante un attacco terroristico in cui lei rimane uccisa, mentre lui si salva miracolosamente. A quel punto Mitch accecato da rabbia e dolore, decide di lasciare tutto per trasformarsi in una sorta di vendicatore, per trovare il mandante e sgominare l’intera cellula terroristica. Così la CIA, colpita dalla sua grande determinazione e dalla sua capacità di apprendimento, lo contatta per inserirlo in un progetto top secret per l’addestramento di guerrieri fantasma: agenti in grado di operare meglio di chiunque altro agente segreto e soprattutto capaci di non lasciare nessuna traccia del loro passaggio. A capo di questo progetto c’è Stan Hurley, veterano della guerra fredda, interpretato da un super carismatico Michael Keaton, la cui pregnante presenza porta il suo personaggio a rubare la scena in più di un’occasione al vero protagonista. Mentre Mitch è alle prese con il suo addestramento, cominciano però a circolare voci di una minaccia nucleare, di cui si dovranno occupare proprio lui e Hurley.
Anche se non mancano inseguimenti, sparatorie, esplosioni, talpe e terroristi, che classificano American Assassin come action movie, non vi aspettate di vedere scene d’azione spettacolari come gli ultimi prodotti hollywoodiani di genere ci hanno abituato. Questo perché Cuesta ha puntato più sulla tensione che scaturisce dallo svolgimento degli eventi, che sugli effetti speciali. Cosa che rischia di non farlo apprezzare come magari meriterebbe, perché magari non reputato all’altezza dei suoi illustri predecessori. Ma questo è un rischio che si corre inevitabilmente quando si decide di muoversi in questo genere cinematografico.
D’altro canto American Assassin ha dalla sua un buon ritmo, soprattutto grazie al crescendo di tensione che il regista è riuscito a creare, alla varietà di location in cui si svolge, da Instanbul a Roma e Stati Uniti e alle buone interpretazioni degli attori che compongono il cast.
Ma nonostante io sia un grandissimo fan di Michael Keaton, che ho adorato in Birdman, il film non è riuscito a trasmettermi la giusta dose di adrenalina e coinvolgimento che mi aspetto da questo tipo di pellicole. Vi consiglio comunque di andarlo a vedere e darmi una vostra opinione, perché non è detto che guardandolo voi proviate le mie stesse sensazioni.
Niccolò Cometto