“Cosa rende una famiglia una famiglia? La verità o le bugie? E cosa scegliere tra una crudele verità e una dolce bugia”? Bello, travolgente, emozionante e divertente, un film come non ne vedevo da tempo, Le Verità, esordio registico di kore-Eda Hirokazu che con orgoglio racconta di aver osato molto nel cogliere la sfida e girare il suo primo film fuori dal suo paese e un’altra lingua.
La professionalità del cast e l’armonia profuse durante le riprese, hanno sfumato ostacoli di ogni sorta tra cui la lingua, regalandoci un risultato a dir poco stupefacente.
Alla base della sceneggiatura racconta il regista: “c’è una commedia che avevo iniziato a scrivere nel 2003 su una notte nel camerino di un’attrice teatrale che si sta avviando verso la fine della sua carriera. Ho finito col trasformare quella pièce in una sceneggiatura cinematografica che racconta la storia di un’attrice del grande schermo e di sua figlia che aveva rinunciato ai suoi sogni di diventare attrice”.
Trama
Fabienne (Catherine Deneuve) è una star del cinema francese circondata da uomini che la adorano e la ammirano. Quando pubblica la sua autobiografia, la figlia Lumir (Juliette Binoche) torna a Parigi da New York con marito (Ethan Hawke) e figlia. L’incontro tra madre e figlia si trasformerà velocemente in un confronto: le verità verranno a galla, i conti saranno sistemati, gli amori e i risentimenti confessati.
kore-Eda Hirokazu afferma di aver voluto fare un film che non fosse solo serio, ma anche leggero, in cui potessero coesistere i toni drammatici e quelli comici, come avviene nella vita reale.
Recensione
Quando si parla di realtà e di verità, cari lettori, si entra nella sfera irrisolta del meta-cinema o della meta-vita, i rapporti, gli affetti, i legami spesso restano si alimentano grazie ad un apparente equilibrio, costruzioni comode e maschere che sorridono mentre le nostre labbra di nascosto gridano.
Le Verità è un film che implode emozioni per poi lasciarle esplodere e cadere come cenere sulle vite dei personaggi, modificando il paesaggio circostante così come le emozioni dei personaggi.
Lo scorrere della vita cambia il colore della nostra visione delle cose, così come cambiano le stagioni scena dopo scena. L’età, la ciclicità dell’esistenza sono un paradosso abilmente gestito e raccontato nella sceneggiatura del film e del film dentro il film in cui recita la nostra protagonista nei panni di una famosa attrice.
Un gioco sottile tra la verità e la VERITÀ sia per gli attori che per gli spettatori.
Cari lettori, ho pianto, ho riso, ho ammirato ogni scena di questo capolavoro, come non esortarvi ad andarlo a vedere dal 10 ottobre al cinema!