Dancing Paradiso: recensione della Ballata di Stefano BenniUn poema. Così bisognerebbe dire, forse. Una Ballata come “Blues in sedici” del 2008, che recentemente ha trovato voce nelle letture e nelle rappresentazioni a teatro tanto care al Lupo. Eh sì perché quella ballata ricorda molto questo Dancing Paradiso con i suoi personaggi malinconici e le loro poesie in prima persona.

A conferma di questo nuovo “peso” da dare alle parole, l’ultimo testo di Stefano Benni non è un romanzo in prosa e per presentarlo si scomoda lo stesso autore, accompagnato da tre attori e dalla musica di un piano, a recitarlo, per chi ha voglia di ascoltare, verrebbe da dire.

A noi è capitato di assistere a Velletri a questo spettacolo, l’8 giugno, e come al solito il buon vecchio Benni si è lasciato circondare, a fine lettura, dai fans per l’autografo sulla copia del libro appena acquistata.

Protagonista della storia è Angelo angelica, dal sesso incerto, impegnato a cercare di salvare dai drammi personali delle proprie esistenze Elvis, Lady, Stan e Bill, e Amina.

Perchè Angelica ha un piano, forse.

“Il mio piano non è perfetto

Odio la perfezione

Scelgo l’alata improvvisazione”

Un po’ sbronza se ne vola per la città ed incontra questi strani personaggi in cerca di capire come finire la loro esistenza.

Stan il pianista che vuole tornare da Bill

“Domani sarò da te amico dimenticato

Che sei all’ultima nota dello spartito”,

che non se la passa proprio bene ma ha un sogno: vuole tornare a suonare ancora la batteria e il suo amico Stan è con lui e lo porta al Dancing Paradiso.

Elvis che da più di sei anni si è chiuso in casa e ha un piano per uccidere almeno mille persone, e solo per quello uscirà, grazie anche ad una spintarella misteriosa.

“Una signora per bene non dovrebbe suicidarsi”. In questo verso la sintesi di Lady indecisa tra poesia e suicidio, tra morire e cantare.

Amina intanto, “Pallida con la bellezza di un fiore cresciuto su un muro” ricorda la paura di vent’anni prima, mentre fuggiva da chissà quale confine.

Ma tutti loro si ritroveranno al Dancing Paradiso, per il concerto finale,

dove troveranno il coraggio, dove un angelo sale sul palco a presentare.

Questa volta dovrete leggerli ad alta voce i capitoli dedicati ai personaggi di questa festa.

Sarete loro, le loro voci, i loro pensieri. Così come l’autore ci ha indicato,

Così come la via si è illuminata, questo testo va assaporato, con la lingua sul palato,

Con il suono della voce che solca il palco, sia il vostro divano o lo studio di un dentista.

Siete voi i protagonisti, una volta ancora, di una storia metropolitana.

Anche se lontani anni luce dalla vostra realtà.

Ma questa storia non inizia se non la cantate, recitate con passione, sappiatelo.

E non importa se non siete angeli o non sapete raccontar storie

“Certi angeli non sanno raccontar storie

Sempre uguale è il loro paradiso

Non li sorprende allegria o paura

Senza parole e alfabeto. Prigionieri

Di un pensiero senza dubbio e dismisura”

Questo incipit mi ha fatto sentire la solennità del momento,

la voglia di godere delle parole, della fantasia.

Letto da Stefano Benni acquista poi il sapore di una lettura dovuta, un gesto d’amore, una continua ricerca di altri angeli, diversi, come Angelo angelica.

Ecco quelli così li seguirei anche fino al Dancing Paradiso,

quelli che

“Strappammo una penna, ci ispirò la Musa

E l’amore per i libri, agli angeli uguali,

il vento delle pagine è un battito d’ali”

Grazie Lupo.