Grande trionfo al box office italiano di Joker, il film targato Warner Bros. Pictures vincitore del Leone D’Oro per il Miglior Film alla 76° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, che nel suo primo weekend di programmazione nelle sale cinematografiche ha incassato 6.3 milioni di euro. In soli 4 giorni, il film è stato visto da ben 900mila spettatori. E secondo me non avrebbe potuto essere diversamente. Infatti l’origin story, Joker, diretta, prodotta e co-scritta da Todd Phillips, è davvero travolgente e la potenza interpretativa di Joaquin Rafael Phoenix, nei panni dell’acerrimo nemico di Batman, è indescrivibile.
Un prequel che prelude e spiega la nascita e l’evoluzione del personaggio, finalmente non più inquadrato come “il cattivo” della storia, ma identificato all’interno di un ruolo più umano, tangibilmente fragile, quasi giusto se confrontato con una società svuotata da ogni valore e priva del rispetto per il prossimo.
Arthur Fleck (Joaquin Rafael Phoenix), vive con l’anziana madre in un palazzone fatiscente e sbarca il lunario facendo pubblicità per la strada travestito da clown, in attesa di realizzare il sogno di fare il comico. La sua vita, però, è una tragedia: ignorato, calpestato, bullizzato, preso in giro da chiunque, sviluppa un tic nervoso che lo fa ridere a sproposito ed incontrollabilmente, rendendolo inquietante agli occhi di tutti. Un giorno Arthur reagisce violentemente e la polizia di Gotham City inizia a dargli la caccia.
Ecco che il clown diventa killer, ma la popolazione inaspettatamente lo elegge eroe metropolitano, simbolo della rivolta degli oppressi contro l’arroganza dei ricchi.
Il regista Todd Phillips esplora dunque la nascita di un mostro prodotto dalla società stessa, nutrito da illusioni e delusioni, maltrattamenti fisici e psichici, in un mondo in cui il degrado morale, è il pane dei social media e lo spettacolo pubblico, il piatto in cui è servito. Ma è corretto parlare di mostro o sarebbe più appropriato chiamarlo il vendicatore dei giusti? Un mostro che con il sorriso ferisce a morte coloro che il sorriso lo tolgono. Un leader? Un esempio? Semplicemente un uomo.
Joker sale sul suo palcoscenico ogni volta che compie giustizia, recupera il centro della scena e danza. Cari lettori questi sono i momenti in cui la bravura dell’attore vi entra nella pelle, scene indimenticabili.
La danza per Joker si pone come coronamento delle imprese personali, un rituale di festa al culmine dell’atto di violenza che in contrapposizione con l’armonia e la delicatezza dei suoi movimenti, celebra l’apoteosi del suo essere al mondo.
Questo film non è assolutamente un inno alla violenza come molti erroneamente pubblicizzano, è soltanto una elegante provocazione, una esortazione a riflettere su come abbiamo ridotto la nostra società, armati soltanto del nostro egoismo e di come un sorriso se pur mostruoso possa disarmare. Tifo Joker? Si cari lettori, a modo mio lo comprendo.
Joker è un personaggio squisitamente costruito dal punto di vista attoriale, il protagonista compie continuamente sotto i nostri occhi trasformazioni fisiche e caratteriali. Da indifeso e fragile muta repentinamente in un uomo deciso e sexy per poi entrare nei panni del mostro e balzare nuovamente in quelli del clown insicuro e malato. Il personaggio di Joker ha molte sfaccettature e la sua psicologia molto complessa. È un uomo che soffre, che ha bisogno di essere amato ed ascoltato ed ogni sua reazione non è altro che un urlo di disperazione. Un urlo che porta le voci di centinaia di persone in difficoltà. I “Non amati”, coloro che vivono in disparte, fino a quando…
Ma Batman? Ci sarà? Ah ah ah… non ve lo dicoooooo!