Venerdì 24 maggio, è uscito su tutti i digital store e le piattaforme streaming “Joan Quille” (Cromo Music), il nuovo album di inediti della cantautrice bresciana Annalisa Mazzolari in arte Joan Quille.
Joan Quille, pseudonimo di Annalisa Mazzolari, è una cantautrice bresciana di 22 anni, laureata in Filosofia. Amante della musica fin da piccola, Annalisa all’età di 4 anni fa le sue prime esperienze sui piccoli palcoscenici. A 7 anni comincia i primi studi di pianoforte, nel frattempo studia musica leggera e lirica, tuttora si sta specializzando in canto leggero e jazz.
Nel corso della sua carriera artistica partecipa a diversi contest e talent, pubblica il suo primo album “Uomini Eroi” nel 2016, ma oggi Annalisa appare al pubblico in una nuova veste, quella di Joan Quille, pseudonimo che dà il nome al suo secondo album, anticipato dal singolo omonimo in rotazione radiofonica dal 17 maggio.
Sette brani dall’anima rock-elettronica, scritti dall’artista in collaborazione con Valerio Gaffurini e Alessandro Ducoli. L’album racconta una storia, in una forma fiabesca, quella di una principessa che vive in un castello insieme ad un drago del quale è innamorata. Nonostante la possibilità di salvezza proveniente dall’esterno e alla presenza di un principe, lei rimane ancorata al sentimento che prova per il mostro. Al termine della storia la principessa comprende che il loro tipo di rapporto, non può essere reale ed è per lei nocivo, non fa altro che prosciugarla; capisce che per uscirne deve essere lei la salvatrice di sé stessa: uccide il drago e scappa dal castello.
Annalisa afferma, grazie al background filosofico mixato con il suo animo di artista, che la bellezza della vita è nelle sfumature che spesso si celano nel mezzo, il posto dove di solito non guardiamo mai.
Nei suoi brani l’artista condivide con noi coraggiosamente le sue esperienze più intime, i suoi timori, le speranze, i desideri e le lotte che la sua generazione e non solo, affronta quotidianamente.
Le scelte sono il primo passo per conoscere sé stessi e rimpossessarsi della propria vita. La principessa del suo album, rappresenta tutte le donne che con coraggio scelgono di prendere in mano la propria vita stravolgendo i piani le aspettative comuni.
Nel suo lavoro, l’artista si racconta emotivamente e musicalmente. Il suo intento comunicativo segue una strada ben precisa: imparare a star bene con sé stessi, accettarsi ed amarsi per quello che siamo.
Un messaggio esortativo comune, direi, oggigiorno, ma proprio per questo difficile da esprimere. Joan Quille con originalità c’è riuscita.
Cari lettori, incuriositi e compiaciuti dal suo lavoro, la abbiamo intervistata facendole qualche domanda un pochino scomoda, leggete qui….
Nella vita reale chi identifichi come mostro o carnefice al quale sei profondamente e segretamente legata?
“Me stessa. Credo che ognuno di noi abbia il proprio “lato oscuro” al quale siamo strettamente (direi necessariamente) legati; ognuno di noi ha un drago dentro sé tanto forte da impedirci di provare emozioni positive o addirittura annullarle, sprigionando e fomentando vizi e difetti, lasciandoci chiudere e ancorare ad una visione negativa non solo di ciò che ci circonda ma anche di noi stessi.
Io, come penso ognuno di noi, lotto ogni giorno contro questo demone, ma non negandolo, dal momento in cui mi appartiene perciò la cosa sarebbe parecchio controproducente…sarebbe come annullare una parte di me; cerco anzi di capirlo, e nella comprensione di educarlo alla luce, all’ottimismo.
Cerco di avvicinarlo e lasciare che si unisca al “lato luminoso” che è in me, del quale demone del resto ha anche lui bisogno. Credo nel “medio stat virtus”; non esistono realtà o persone fatte di sola luce o di sola ombra! La vita in grado di regalare bellezza è colorata di sfumature, se affrontata con equilibrio e sempre, costantemente, con la voglia di giocare e imparare.”
Che importanza ha l’erotismo nella tua vita? Nel tuo video emergono immagini sensuali ed erotiche, qual è il loro messaggio?
“L’erotismo, senza eccedere nella volgarità, è essenziale per esprimere un’immagine nuda, cruda e interessante di noi stessi, per manifestare un quid di intimo in modo vero e al tempo stesso affascinante (direi quasi “artistico”). Si dice in particolare che il rock’n’roll (termine che uso per includere chiunque faccia musica derivante dal rock) sia un genere strettamente connesso alla sfera sessuale, importante per sentire e manifestare il ritmo sotto i nostri piedi. Sono convinta per questo che quella erotica sia una dimensione importante, per chi suona: fare musica in un certo senso è un po’ come macchiarsi di carnalità, quella che consente di radicare la creatività eterea e “spirituale” nelle pulsazioni passionali del mondo terreno.”
Le fiabe nella loro versione originale sono spesso violente e crudeli e non hanno sempre il lieto fine che vogliono farci credere, pensi possano diventare il tuo modo identificativo di comunicare al mondo?
“Quello che ho espresso nella prima domanda lascia chiaramente intendere come la penso: non credo esistano i lieti fini, a dirla tutta (ma questo è un mio “pensiero filosofico”) non credo proprio nella parola “fine”; sono convinta che la vita sia un continuo ciclo, che certamente, come nelle fiabe, presenta violenza e crudeltà… allo stesso modo di amore e solidarietà. Questo è quello che mi piacerebbe comunicare; lasciar passare quanto valga la pena lottare nel mare tempestoso per assaporare la lieve brezza o raggiungere la riva di un’isola tutta da scoprire.”
Hai affermato che lavoreresti volentieri con Vecchioni, ma noi ti chiediamo perché non Gaetano Curreri? Alcune note dei tuoi brani ce lo hanno ricordato con piacere.
“Sarò onesta nel dire che non ci ho mai pensato perché non intravedevo similitudini. Anzi, grazie per il suggerimento perché sicuramente sarebbe formidabile nonché un onore!!”
Visto che sei ospite della nostra rubrica “Un caffè con”: come prende Joan Quille il caffè?
“Amaro. Per gustare la sua cruda essenza.”
Se vi abbiamo incuriosito abbastanza, ascoltate l’album ed entrate anche voi nella vostra fiaba…