Roberta Mastromichele è una donna acqua e sapone, incarna bene la definizione “della ragazza della porta accanto”. Jeans & maglietta, nessun velo di trucco, una bellezza che nasce da dentro, che affonda le radici dalla passione verso il suo lavoro.
Un lavoro impegnativo che richiede dedizione e concentrazione: ballerina, coreografa, impegnata come attrice nel musical “Nine” (2009) diretto da Rob Marshall, e più di recente a teatro Golden (Roma) con “Sali o scendo?”, già confermata la programmazione teatrale per la prossima stagione 2015/2016 (vi terremo aggiornati con tutte le date!).
Parliamo insieme dei suoi esordi, da quando ha iniziato a otto anni con la danza fino all’incontro con Luca Tommassini, ballerino, coreografo, direttore artistico, punto di riferimento in Italia e per moltissime star del mondo della musica (come Madonna, giusto per fare qualche nome). Un incontro che le ha cambiato la carriera.
Roberta, nel tuo lavoro chi è la persona che ti ha insegnato di più?
«Sicuramente Luca, lo incontrai casualmente a Londra, ci conoscevamo già; mi trovavo lì perché ero scappata dopo i primi lavori deludenti per la TV italiana. A Londra facevo la lavapiatti, in un pub incontrai Luca e subito mi propose di lavorare insieme. Da quel momento mi ha preso sotto la sua ala protettrice, e con lui ho fatto tutte le cose più belle, per quasi 15 anni».
Tra le tante collaborazioni di Roberta con artisti come Claudio Baglioni, Giorgia, Pavarotti, Robbie Williams, Ricky Martin, Kylie Minogue, Geri Halliwell, eccetera, scopriamo anche il suo recente impegno come coreografa a Sanremo, accanto Luciana Littizzetto e Fabio Fazio. La domanda sorge spontanea:
Luciana e Fazio come se la cavano con i passi di danza?
«Con Fazio avevo lavorato già nelle trasmissioni “Anima Mia” (1997), poi “L’ultimo Walzer”, e “Quello che non ho” con Roberto Saviano. Invece con Luciana Littizzetto era la prima volta, lei si è prestata molto nonostante i suoi impegni poiché scrive da sola i suoi testi e Sanremo scorre a ritmi frenetici tra una puntata e l’altra. All’inizio era timorosa di non saper fare, invece si è impegnata moltissimo, incontrandoci anche in albergo. Ha dato il 100% perché voleva fare bene. Per quanto riguarda Fazio, l’ho seguito a Parigi per assisterlo nel pezzo con Laetitia Castà».
Proseguiamo l’intervista (in realtà una piacevole chiacchierata) chiedendole cosa le manca di più dell’Italia, dal momento che per i impegni lavorativi e per la sua relazione con l’attore Matt Dillon, si assenta per molti mesi da Roma, la sua città natia. Da buona italiana così ci risponde:
«Mi manca la mia famiglia e il caffè. Per quanto riguarda il cibo, in America ci sono degli ottimi ristoranti italiani».
Sul compagno Matt Dillon proviamo a fare qualche domanda, e lei con grande gentilezza ci spiega che non le piace condividere la sua storia:«una normale storia d’amore tra un uomo e una donna». Non possiamo che condividere queste parole e li lasciamo in pace!
Alla fine le rivolgiamo la nostra domanda di rito per la rubrica “un caffè con”:
Roberta, come prendi il caffè?
«Espresso, “un po’ lungo” e al vetro». Ridendo sul “un po’ lungo”, non è esattamente la più chiara delle richieste.
D’altronde non siamo un popolo di complicatoni dinnanzi al barista e un semplice caffè da ordinare?