Due protagonisti gustosi lasciati marinare a lungo, una storia croccante su cui posarli e una bottiglia di un rosso passione, è il pasto prelibato che vi consiglio oggi, tutto racchiuso in un piacevole romanzo che è Il gusto speziato dell’amore di Silvia Casini.
La storia parla d’amore, di sogni, e soprattutto di seconde opportunità. Il filo conduttore del libro è il cibo o meglio l’arte della cucina in ogni sua sfaccettatura e l’ambientazione è magica in quanto la storia si sviluppa a Roma, città indiscussa dell’amore, dell’arte e del cibo.
Oggigiorno tutto è così frenetico ed effimero che è raro trovare il tempo per coltivare le proprie passioni, ma ne Il gusto speziato dell’amore l’autrice ci dimostra che non solo è possibile, ma che la strada dei desideri porta in posti inaspettati.
Cari lettori, cucinare per molti di noi buongustai, è un atto di creazione in grado di fermare il tempo per portarci altrove con la mente e con il corpo. Un luogo in cui i sensi si espandono liberando passione. Stella e Gabriele, i protagonisti di questo libro ne sono un esempio.
Stella si è trasferita da Firenze a Roma per dimenticare il suo ex e aprire una libreria galleggiante sul Tevere specializzata in arte culinaria: Il sapore dei libri. Proprio dalla fusione di queste passioni è nato «Florario rock», il ricettario che Stella ha firmato con lo pseudonimo Josephine Alcott, best-seller e caso editoriale dell’anno. Per superare il divorzio, Gabriele ha deciso di trasferirsi da New York a Roma, dove gestisce una società di format TV e si dedica alla sua passione segreta: la cucina. Il giorno in cui si imbatte nella lettura di «Florario rock», gli eventi prendono una piega inattesa. Ne è talmente entusiasta da scrivere all’autrice dando inizio a una fitta corrispondenza. Ma il giorno in cui organizza un evento per incontrare l’acclamata scrittrice, Gabriele scoprirà che non esiste alcuna Josephine Alcott…
Il tema principale de Il gusto speziato dell’amore non è qualcosa di nuovo, la cucina già da tempo stuzzica l’appetito di editori e registi, è un argomento che piace a tutti, intrattiene, spesso si imparano cose nuove e se lo si affianca una sana storia d’ amore funziona.
Silvia Casini però è stata abile ad intrecciare le storie, a descriverle minuziosamente, dedicando attenzione ai particolari e furba a condire il tutto con un’ambientazione che soltanto una città come Roma può dare, donando al libro quel pepe che altrimenti lo avrebbe fatto passare inosservato.
Unica nota non completamente positiva, l’utilizzo di una prosa ottocentesca per tutto il romanzo, a mio parere, mina un po’ la concretezza della storia. Effetto dovuto al linguaggio poetico che se da un lato enfatizza immagini, sapori e pensieri dei personaggi, dall’altro crea un distacco emotivo che impedisce al lettore di immedesimarsi.
Comunque, se siete amanti del buon cibo e vi considerate degli inguaribili romanticoni che credono al destino, Il gusto speziato dell’amore è per voi. Buon appetito!