un caffè con Diego GaldinoIl nostro ospite di “Un caffè con” di oggi è una persona che di caffè se ne intende veramente. Infatti nella vita fa il barista e ogni giorno si alza all’alba per andare a preparare per tutti i frequentatori del suo bar, nel cuore di Roma, “Il primo caffè del mattino“. Stiamo parlando di Diego Galdino, che a parte essere bravo con il caffè, ha scoperto di saperci fare anche con la scrittura e così dopo la pubblicazione del suo romanzo d’esordio, “Il primo caffè del mattino”, e altri 3 romanzi editi sempre dal Gruppo Mondadori, ha da poco chiuso il cerchio con l’uscita de “L’ultimo caffè della sera“ (Sperling & Kupfer). Una storia d’amore dolce amara, proprio come un’ottima tazzina di caffè. E così abbiamo deciso di fare una chiacchierata con Diego Galdino per farci spiegare meglio la sua visione dell’amore e del caffè…

In Italia il bar è un crocevia di storie, dove il caffè più che una semplice bevanda assume un significato più profondo quasi catartico, tanto che anche tu nel tuo romanzo lo paragoni addirittura all’amore. Vuoi spiegare ai nostri lettori perché secondo te il caffè funziona come l’amore?

“Perché il caffè per essere buono ha bisogno di qualcosa di molto caldo che lo contenga, che lo attiri a se, che ne mantenga l’aroma, lo spessore, per lasciare che il suo sapore forte, deciso e al tempo stesso dolce resti sulle nostre labbra e nel nostro cuore per sempre.”

In tutti questi anni dietro al bancone di un bar che idea ti sei fatto del perché noi italiani, in particolare, riusciamo a “complicare” anche il caffè? Solo una questione di gusti o un riflesso della nostra personalità?

“Credo che l’evoluzione del caffè sia dovuta principalmente alle intolleranze, le allergie e ai problemi fisici che accompagnano la vita di oggi a volte troppo frenetica e piena di preoccupazioni di chi lo beve. Poi c’è chi pensa di fare la dieta solo al bar e dopo aver mangiato a casa un piatto di pasta o in pizzeria un trancio di pizza filante compensa il tutto con un caffè macchiato con il latte parzialmente scremato e il dolcificante.”

C’è un episodio in particolare legato al caffè che ti è rimasto maggiormente impresso? Perché?

“In realtà tutte quelle persone sparse per il mondo che hanno letto i miei libri e che durante una vacanza nella mia città rubano due ore a Roma per venire al bar da me a farsi preparare quel caffè che li renderà protagonisti delle storie che hanno letto. A questo non mi abituerò mai. Una cosa troppo bella.”

I tuoi romanzi parlano del primo caffè del mattino e dell’ultimo della sera. Che differenza c’è tra questi due momenti?

“Sono due momenti importanti alla stessa maniera se li trascorri con la persona che ami. Perché iniziare la giornata e finirla con lui o con lei credo abbia un valore inestimabile, perché sai che la tua giornata comunque vada o comunque finisca avrà sempre qualcosa di bello.”

E tu come prendi il caffè?

“A me il caffè piace principalmente nel caffellatte, nel tiramisù, nel gelato al caffè, nei bagnoschiuma e nei profumi…”