Asili nido privati schiacciati dal Covid19 e dimenticati dal Governo. Su di loro l’ombra della cassa integrazione (con durata minima di nove settimane) o peggio il rischio della chiusura perché “costretti a dichiarare fallimento”
È quanto si legge nel comunicato stampa a firma di Stefania Straniero dell’Asilo Nido Piccoli Talenti Stories SRLS a nome del gruppo Asili Nido Privati III Municipio Roma.
La Straniero lamenta l’assenza di misure di sostegno e/o sgravi fiscali agli Asili nido privati intrappolati nella mancanza di fondi visto che “le nostre uniche entrate – si legge nella nota – sono le rette”. Asili chiusi, bimbi e famiglie a casa, assenza di pagamenti di rette e il circolo vizioso continua fino al collasso generale.
Grande dunque è la preoccupazione del personale che ad oggi “non ha ancora visto arrivare la cassa integrazione in deroga e perché molte di loro sono madri di famiglia”, si legge nella nota che denuncia l’assenza di “un protocollo con le linee guida da seguire in caso di riapertura”. Il grido è unanime: “È come se non esistessimo”.
Al Nido i bimbi trovavano “persone amorevoli e pronte ad accoglierli” scrive Stefania nella nota richiamando l’impegno quotidiano di lei e di tutte le sue colleghe “che come me – precisa – hanno deciso di fare questo lavoro non per arricchirsi, ma per pura e vera passione”.
Stefania Straniero si fa portavoce di tutte le sue colleghe: “Siamo al 15 maggio e si parla di centri estivi (fascia di età 3-11 anni) ma – commenta – ancora una volta non si parla di noi”. Non solo, nel caso di una riapertura con “un rapporto educatore bambino 1 a 3 per rispettare i principi di sicurezza implicherebbe un ulteriore indebitamento dell’impresa, i costi sarebbero superiori alle entrate, vista la necessità di nuove assunzioni o di una riduzione dei numeri di bambini ammissibili”.
Eppure nell’emergenza del Covid19 gli Asili nido privati si sono cimentati con la didattica a distanza superando con creatività quell’oggettiva difficoltà data soprattutto dall’età dei piccoli (0-3 anni); e al via coi social e le live meeting per sostituire gli abbracci e il contatto fisico, unico modo in questo periodo “per mantenere un minimo di relazione con i “nostri” bambini e con le loro famiglie”, spiega Stefania Straniero.
Ora le maestre in coro lanciano un appello nella speranza di essere ascoltate: Ridateci i nostri bambini per lavoro e per passione.
By Maria De Carlo