Una ricerca McKinsey ha indicato il settore moda come uno dei principali indiziati del cambiamento climatico, in quanto responsabile del 4% delle emissioni di gas serra totali. Ecco allora i consigli della personal stylist Paola Farina per uno shopping ecosostenibile e combattere così il Fast Fashion 

Moda consigli per uno shopping ecosostenibile e più consapevoleLa moda rappresenta una delle principali cause del cambiamento climatico, come conferma anche una ricerca di McKinsey[1],che evidenzia come il settore sia responsabile di oltre 2 miliardi di tonnellate di emissioni di gas serra pari al 4% del totale. Una percentuale quasi pari a quella delle economie di Francia, Germania e Regno Unito insieme.  Nonostante i tentativi messi in atto dal settore per ridurre le emissioni, prosegue lo studio, la moda, per allinearsi agli obiettivi stabiliti dagli Accordi di Parigi del 2015, dovrebbe arrivare a emettere non più di 1,1 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2030. Di fronte a questi numeri non resta che chiedersi come poter contribuire nel nostro piccolo alla lotta al climate change partendo dalla nostra quotidianità. Qualche spunto a tale proposito lo abbiamo chiesto alla consulente d’immagine e personal stylist con 20 anni di esperienza nel settore della moda, Paola Farinache ci spiega come fare uno shopping ecosostenibile.

Il consiglio dell’esperta: non cedere all’abbuffata consumistica

Secondo Paola, la prima cosa da considerare prima di partire per lo shopping è il proprio guardaroba. Infatti troppo spesso tendiamo a cedere all’abbuffata consumistica, che spinta dai must have della moda del momento ci invoglia a comprare ogni anno un nuovo paio di jeans, una nuova borsa e un paio di orecchini di ultima tendenza.

Il fast fashion ci offre continui spunti per rinnovare di stagione in stagione il nostro armadio con capi o accessori legati alla moda del momento, che inevitabilmente sfioriscono la stagione successiva.

Comprando meno ma in maniera oculata qualcosa che, sul momento, ci appare una spesa eccessiva, può rivelarsi un investimento nel futuro, quando il prezzo di quel capo di maggior qualità verrà ammortizzato nel tempo”, commenta la personal stylist, aggiungendo che “questo non avviene nel fast fashion, che produce appositamente capi pensati per deteriorarsi velocemente, come suggerisce il termine, costringendo il consumatore poco attento a comprarne di nuovi e a contribuire all’inquinamento del pianeta”.

Quando prezzo basso significa sfruttamento e poche tutele

Inoltre, il prezzo basso di un capo d’abbigliamento prodotto dalla moda cosiddetta “fast” è a volte anche sinonimo di situazioni di sfruttamento minorile e in generale di una situazione di mancata tutela lavorativa, in cui le persone operano in contesti difficili e pericolosi, prive di ogni diritto. Si aggiunge quindi l’aspetto sociale alla tematica ambientale, che sempre più esige un comportamento sostenibile e consapevole da parte del consumatore al fine di ridurre le disuguaglianze e gli sprechi, da cui non sono esenti neanche le grandi firme.

“Il mio consiglio è di non seguire mai le sirene della moda, che ci ispirano e fanno sognare, convincendoci che abbiamo bisogno di una grande quantità di capi”, continua Paola Farina, “In realtà, quando si tratta di shopping, la moda è una cattiva consigliera. Gli acquisti devono seguire la logica del bisogno e non dell’esagerazione, rispondendo a ciò che davvero funziona per le persone a livello estetico e funzionale”.

Scegliere un capo valido e duraturo: qualche spunto per uno shopping ecosostenibile

Ma come scegliere il capo perfetto, che duri nel tempo e si adatti allo stile? Si parte dal presupposto che non basta puntare sui colori e sulla consapevolezza della propria fisicità, occorre anche tenere presente il contesto personale, culturale e lavorativo nel quale si vive, in modo da sentirsi a proprio agio anche con il taglio e la fattura. Mai dimenticare, poi, l’identità stilistica e lo stile di vita: un creativo non si sentirà mai a suo agio in un cappotto princess coat, così come una personalità romantica difficilmente indosserà qualcosa di troppo estroso.

Individuate le forme e i colori che meglio si adattano al corpo e alla personalità, si avranno così a disposizione una serie di capi d’abbigliamento che difficilmente stancheranno, o smetteranno di essere usati, proprio perché il loro acquisto è stato il frutto di un’accurata analisi della persona.

Una volta fissati questi punti fondamentali, è utile avere nel guardaroba alcuni elementi intramontabili, che costituiscono la base su cui conviene fare un investimento economico, proprio perché si tratta di capi durevoli che potranno essere rinnovati di stagione in stagione attraverso piccoli escamotages, come foulard, accessori per capelli, cinture e pochette.

“Pezzi cardine possono essere i cappotti, i pantaloni dall’ottima vestibilità e i blazer, ad esempio, così come i completi giacca e pantalone, i tubini da cocktail e gli accessori, che le persone tendono troppo spesso a trascurare”, suggerisce Paola Farina, “Una scarpa economica è comprensibilmente appetibile, ma la migliore qualità dei materiali garantisce durata nel tempo e praticità, due elementi imprescindibili se si vuole assumere un comportamento sostenibile e diventare parte del cambiamento”.

Si tratta, quindi, di fare una scelta ponderata e di investimento, evitando così di cadere nell’errore dell’accumulo inutile e nocivo: ogni persona, infatti, nel corso della propria vita, tende ad acquistare molti più vestiti e accessori di quelli di cui ha reale bisogno, finendo per riempire i propri armadi di pezzi non utilizzati e destinati al macero. Ovviare a questo problema assumendo un atteggiamento più responsabile e consapevole e di conseguenza facendo uno shopping ecosostenibile è il primo passo di un lungo percorso di lotta al climate change.

[1] Fonte: McKinsey, 2020.