Al cinema per Nexo Digital solo oggi, il 22 e il 23 p.v., Voglio mangiare il tuo pancreas, il film di animazione campione d’incassi in Giappone tratto da un romanzo best-seller
Voglio mangiare il tuo pancreas è un film Anime del 2018 diretto da Shinichirō Ushijima. Si tratta di un adattamento del romanzo omonimo di Yoru Sumino del 2014, pubblicato nel 2015, che ha venduto oltre 2 milioni e mezzo di copie.
Dal romanzo sono stati tratti anche un manga nel 2016 e un film live action diretto da Sho Tsukikawa, distribuito nel 2017.
Il titolo spiazzante fa riferimento a una leggenda per cui è possibile guarire un organo vitale mangiando l’analogo della persona amata. Qui a essere malata è la protagonista, Sakura, una studentessa diciassettenne affetta, per l’appunto, da una patologia pancreatica che la porterà inevitabilmente alla morte.
Lo spettatore ne viene a conoscenza quasi subito a seguito di un evento del tutto casuale che riguarda anche il cooprotagonista della storia: Haruki. Quest’ultimo, trovando per caso il “diario della malattia” di Sakura, diventa, suo malgrado depositario, del segreto della ragazza e viene coinvolto in brevissimo tempo nella vita della sua compagna di classe. Sakura implora Haruki di non fare parola con alcuno della sua malattia: non vuole vivere l’ultimo periodo della sua vita con gli sguardi compassionevoli dei suoi compagni posati su di sé, al contrario vuole godersi tutto il tempo che le rimane.
I nomi scelti per i protagonisti di Voglio mangiare il tuo pancreas, Sakura (ciliegio) e Haruki (sta per primaverile) è come se fossero portatori in sé di un rapporto voluto da un destino da una parte magnanimo perché ha permesso che diventassero amici e dall’altro crudele perché dovranno separarsi.
Due caratteri agli antipodi: Haruki è un ragazzo introverso, solitario, senza amici, che non si fida delle persone e preferisce trovare conforto nei libri; Sakura è una ragazza solare che sprizza vitalità da tutti i pori e, nonostante la sua condizione, ha sempre voglia di ridere e di stare in mezzo alla gente. La relazione che si instaura è più che un’amicizia, è un legame fatto di spiritualità dove, man mano che i due ragazzi passeranno del tempo insieme vivendo la quotidianità e scoprendo insieme il piacere della condivisione di luoghi e pasti, si renderanno conto di essere indispensabili l’uno all’altro.
Pian piano giungeranno a porsi anche questione filosofiche sul senso della vita. Cosa vuol dire essere vivi? Non sprecare il proprio tempo, vivere come si vuole senza abbandonarsi alla disperazione per quanto si è perso e accettando l’inevitabilità della sofferenza.
Il colpo di scena finale e l’ultima parte faranno di questo melò moderno una perla incastonata nel firmamento della grande animazione giapponese e non solo.
Consigliato a tutti. Per riflettere sui grandi valori della vita senza inutili sentimentalismi.