Un caffè con stile, quello della style coach Paola AttanasioPer l’appuntamento settimanale con la nostra rubrica di interviste “Un caffè con” abbiamo scelto di parlare di stile e di come vederci più belle. E per farlo abbiamo scelto una guru in materia: la Style Coach Paola Attanasio, che con i suoi servizi insegna alle donne a volersi bene, ad amarsi e usare i vestiti come strumenti autentici alleati della loro bellezza. Servizi davvero interessanti che grazie a internet possono arrivare direttamente a casa tua per aiutarti a vederti più bella, sentirti più sicura e felice.

Ma ora lasciamo la parola a Paola Attanasio.

Cosa ti ha spinto a diventare consulente d’immagine?

“Diciamo che sono stati gli altri a spingermi un po’ verso questo lavoro. Infatti le mie amiche quando andavano a fare shopping mi chiedevano di accompagnarle per farsi consigliare da me, perché dicono che ho buon gusto. Però un conto è vestire sé stesse, diverso è farlo con gli altri. Anche se in realtà la spinta iniziale è nata dal fatto che io per prima ho avuto tantissimi problemi di accettazione. Non mi piacevo, non ero abbastanza alta, non ero abbastanza magra, non avevo le gambe abbastanza lunghe. Praticamente non avevo un bel rapporto con il mio corpo. Poi ho capito che se, magari, mi vestivo con gli abiti giusti, cambiava radicalmente la percezione di me allo specchio. Così quando ho visto questi cambiamenti su me stessa, mi sono detta: “beh forse posso insegnarlo anche alle altre donne così faccio qualcosa di bello”. Ed è iniziata questa avventura”.

Qual è secondo te il primo motivo che ci dovrebbe spingere a rivolgerci a un consulente d’immagine?

“Innanzitutto la voglia di mettersi in gioco. Questo è fondamentale, perché è inutile rivolgersi a una consulente d’immagine se poi si vuole rimanere ferme sulle proprie convinzioni, sarebbe come buttare via i soldi. Secondo me una donna dovrebbe rivolgersi a una consulente d’immagine perché ha il diritto di regalarsi una coccola, di regalarsi la possibilità di piacersi allo specchio, ma soprattutto di fare pace con il proprio corpo. Penso che questi siano proprio i motivi fondamentali: non è una questione di stile e di moda, quanto piuttosto un ricominciare a volersi bene”.

Senza dubbio il vederci belle e in ordine impatta sul nostro benessere psicologico soprattutto in momenti come quello che stiamo vivendo in cui è facile entrare in un loop distruttivo di pigrizia, trascuratezza e depressione. Tu cosa consigli per non cadere in questa trappola o per venirne fuori se già ci si è caduti?

“Prima di tutto di rivolgersi a uno psicologo, ma questo lo dico anche dal mio profilo Instagram perché la situazione che stiamo vivendo è un qualcosa di surreale, quindi è normalissimo avere proprio un calo psicologico. Credo perciò che questa sia la primissima cosa da fare. La seconda da un punto di vista della cura di sé stesse, è quello di tenersi in ordine, non dico di mettersi in casa con il tailleur, il trucco di tutto punto, perché sarebbe eccessivo, ma basta anche solo infilarsi un leggings, una bella felpa, mettersi un velo di BB cream, un po’ di mascara e i capelli pettinati. In questo modo stai comunque mantenendo una routine dove ti stai, un minimo, prendendo cura di te stessa. Non ti svegli e ti metti al PC con il pigiama ancora addosso, cosa che per me è sbagliatissima”.

Quali sono i servizi che metti a disposizione delle persone che si rivolgono a te?

“Prima di tutto ci tengo a dire che sono stata la prima in Italia a portare la consulenza d’immagine online. Il che significa che i servizi non vengono fatti di persona ma in maniera digitale. Cosa importantissima soprattutto in questo momento alla luce di ciò che stiamo vivendo. Ho cercato, anche da prima della pandemia, di lavorare in modo da raggiungere più persone possibile, per permettere a tutti quelli che lo volevano di accedere a questi servizi in qualunque parte d’Italia e del mondo si trovassero. Questo è stato il mio primissimo traguardo, molto osteggiato, perché un tempo si gridava quasi allo scandalo se un servizio di questo tipo veniva fatto online, mentre ora lo fanno praticamente tutti, anche vista la situazione. Quindi chiunque può usufruire dei miei servizi semplicemente compilando un questionario e scattandosi delle fotografie con l’autoscatto. Nulla di difficile e comunque io mando loro delle istruzioni molto dettagliate che possono essere capite da tutti. I servizi sono: l’analisi della figura, l’analisi del viso, l’analisi del colore, il servizio guardaroba e ho creato addirittura un servizio di shopping, chiamato “il diario degli outfit“, in cui seleziono 2 o 3 outfit completi con tutti i link ai capi che lo compongono, così che la persona possa acquistarli. Un servizio perfetto per tutti coloro che non amano fare shopping oppure per chi non ha tempo, o semplicemente non ha voglia. Perché, strano ma vero, esistono donne che non amano fare shopping”.

A proposito dell’analisi del colore, ci spieghi cos’è l’armocromia?

“L’armocromia è una moda che sta impazzando da due anni e dietro la quale, secondo me, si è un po’ persa la bussola. È, praticamente, un’analisi che ti permette di capire i colori più adatti a te. Nel senso che in base al colore della pelle, degli nostri occhi e dei capelli, abbiamo a disposizione una palette di colori, circa una trentina, che accostati al viso lo esaltano, minimizzano le occhiaie, ti fanno la pelle più bella. Questo è vero, sono risultati che si ottengono realmente. È un servizio molto interessante che fino a due anni fa veniva praticamente snobbato, mentre adesso è partita tutta questa moda, questo “carrozzone dell’armocromia”, come lo chiamo io. Il problema, in realtà, è che quando una donna si mette davanti allo specchio quello che vuole è vedersi più alta, più magra. Non è che ci si mette davanti allo specchio con il desiderio di vedersi il viso meno sbattuto, quanto piuttosto con la voglia di vedersi meglio, vestirsi meglio, avere uno stile più interessante. Questi obiettivi però li raggiungi non con l’analisi del colore, ma con l’analisi del fisico, perché se tu fossi seduta al tavolino di un bar e vedessi entrare una donna vestita, non bene o male, ma in un modo che non la valorizza, te ne accorgeresti subito. Se, invece, nello stesso bar entrasse una donna che indossa un colore che non è in palette, non te ne accorgeresti mai. È questa la fondamentale differenza, è per questo che mi sto battendo tantissimo per far capire che l’armocromia è sicuramente parte integrante di un percorso che però deve iniziare con l’analisi del fisico.

Questa è anche la ragione per cui, secondo me, non esistono i MUST HAVE uguali per tutti, esiste il valorizzarsi, quindi sfatiamo anche questo mito sbagliatissimo delle liste di capi da avere assolutamente nell’armadio. Non sono uguali per tutti. Impariamo la personalizzazione di ciò che abbiamo nel guardaroba, che deve valorizzare noi. Dobbiamo imparare che i vestiti devono diventare degli strumenti per valorizzarci, non degli strumenti di tortura, né degli strumenti per renderci uguali agli altri, per imitare gli altri, per essere influenzati dagli altri. Gli abiti sono degli strumenti per vederci più belle, li dobbiamo rendere dei nostri alleati”.

Quali sono gli errori più comuni da evitare nello scegliere il nostro look, per non sembrare delle brutte controfigure di noi stesse?

“Imitare gli altri è lo sbaglio più grande che molte donne fanno, cercando di essere la brutta copia di qualcun altro quando invece dovrebbero essere la versione migliore di sé stesse. Questo è un principio che secondo me si dovrebbe imparare. Quindi il primo punto di partenza vincente è la consapevolezza di cosa ci sta bene e cosa no, perché se tu sai cosa ti sta bene riesci a creare uno stile che ti fa vedere più bella e quindi ti rende felice, perché se ti vedi più bella, ti senti anche più sicura! E questa sicurezza la trasmetti, in quanto l’abbigliamento fa parte del linguaggio non verbale. Noi con l’abbigliamento comunichiamo. Vuoi farti notare? Non ti vesti di grigio, metti un colore acceso, per esempio. Vuoi calmare le persone? Ti vesti di blu, perché è un colore che calma, rasserena. Alcune persone dicono di non badare all’abbigliamento, ed è giusto che ognuno la pensi a modo suo, esiste il libero arbitrio, ma non possiamo dire che l’abbigliamento non sia importante soprattutto in determinati contesti”.

E infine la domanda che da il nome alla nostra rubrica di interviste: come prendi il caffè?

“Io lo prendo americano. Sono una delle poche italiane che non ama il caffè espresso, quindi prendo una bella tazzona di caffè americano con lo zucchero di canna”.

Se dopo questa interessante chiacchierata è venuta voglia anche a te di una consulenza per sentirti e vederti più bella puoi trovare Paola Attanasio sul suo sito www.pa-style.it

E se lo farai ci piacerebbe che ci raccontassi la tua esperienza scrivendo a redazione@lifestylemadeinitaly.com