Un caffè con l’autore Francesco Abate“Inferno” è la nuova raccolta di poesie dello scrittore e poeta Francesco Abate, che ti prende l’anima, il cuore, le budella e te le contorce. Sia per gli argomenti e le vicende che accadono ogni giorno nel mondo, che per la cruda verità che queste parole raccontano. Una lettura essenziale, per aprire gli occhi su quanto sangue viene versato e accusare tutti i persecutori, di guerre ma anche di singoli avvenimenti personali.

Ne parliamo insieme a Francesco Abate in questa intervista.

Come è nata l’idea di questo libro?

“Siamo continuamente bombardati da notizie e immagini di guerre, stragi e ingiustizie varie; tanto costante è il bombardamento che ci stiamo abituando a queste barbarie e non ne percepiamo più la gravità, spesso le sentiamo come eventi lontani e le dimentichiamo. Con Inferno io voglio restituire la tragicità e la drammaticità a tutto il male che c’è nel mondo, voglio che il lettore senta – così come lo sento io – il muto urlo di dolore lanciato ogni giorno da miliardi di persone, spesso colpevoli solo di essere nate nel posto sbagliato. Quello che ho voluto evidenziare con Inferno è che non c’è bisogno di scomodare Dio, Lucifero o l’aldilà per trovare l’eterna dannazione, ci sono in realtà miliardi di persone per cui l’esistenza è un lungo supplizio. Attraverso la poesia voglio indicare i sofferenti e i carnefici, far percepire l’intensità del dolore e la gravità delle ingiustizie che affliggono tanta povera gente nel mondo, ricordare che i sofferenti sono persone come noi – con sentimenti, sogni e speranze – e non numeri”.

Quanto è stato difficile portarlo a termine?

“Tanto. Ogni poesia è stata un tuffo dentro una vicenda tragica e, nonostante il turbine di sentimenti che certe storie suscitano ancora oggi in me, ho dovuto mantenere la lucidità necessaria per farmi un quadro completo e realistico dell’accaduto. Allo stesso modo è stato difficile far sì che la ricostruzione della vicenda nelle poesie non sovrastasse la manifestazione del sentimento; ho dovuto dosare bene i riferimenti agli avvenimenti e quelli agli stati d’animo”.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?

“Decisivo nell’elaborazione e nella scrittura di Inferno è stato Edgar Lee Masters con la sua Antologia di Spoon River. Poi prendo qualcosa da ogni autore che amo; a influenzarmi in questo momento sono autori come Foscolo, Pascoli e Carducci, i quali nelle poesie riuscivano a trattare temi moderni richiamando molti elementi classici, creando un mix tra nuovo e antico che mi piace molto”.

Dove vivi e dove hai vissuto in passato (o dove vorresti vivere)?

“Vivo in provincia di Salerno e sono sempre stato qui, a parte una parentesi di dieci mesi a Napoli. Sul dove vorrei vivere non ho ancora le idee molto chiare, di certo mi piacerebbe stare in un posto non troppo caotico e immerso nella natura”.

Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto lavorando alla revisione di un romanzo che spero di pubblicare entro il 2023, anche se i tempi di revisione e pubblicazione difficilmente lasciano spazio a certezze. Sto anche scrivendo una nuova raccolta di poesie, più intima rispetto a Inferno, ma credo che per vederla pubblicata si dovrà aspettare ancora un po’ di tempo. Ho anche delle idee in fase embrionale che spero di sviluppare”.

E per finire, come prendi il caffè solitamente?

“Non sono un forte bevitore di caffè, ma quando lo prendo amo berlo ristretto e amaro”.

La raccolta di poesie Inferno di Francesco Abate è edita da Edizioni Ensemble per la collana poesie, 90 le pagine.
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