Un caffè con Chiara Moscardelli e la Che vi avevo detto? Ebbene si, alla fine la chiacchierata con Chiara Moscardelli sono riuscita a farla proprio come avevo premesso scherzosamente nella mia recensione del suo nuovo romanzo “Teresa Papavero e lo scheletro nell’intercapedine” edito da Giunti. Se siete curiosi di sapere cosa le ho chiesto, allora sedetevi con noi per questo ultimo “Un caffè con” del 2020.

Scrivere un romanzo giallo non è semplice. È necessario disseminare qua e là i vari pezzi del puzzle per poi ricomporli magicamente sul finale. Qualche autore ti ha ispirata o è una dote naturale?

“Sì, è davvero molto difficile, ma per una appassionata divoratrice di libri di Agatha Christe e fan della Signora in Giallo, e di Criminal Minds, tutto è sembrato più semplice. Ho avuto dei validi aiutanti.”

Come è nato il personaggio di Teresa?

“La cosa strana è che Teresa è venuta dopo Strangolagalli. Nel senso che ero alla ricerca della mia Cabot Cove che sì, certo, è nel Maine, ma volevo trovare qualcosa di molto simile. Un luogo piccolino dove tutti si conoscessero e dove la mia protagonista potesse incappare in omicidi proprio come succede a Jessica Fletcher. Ebbene dopo avere trovato Strangolagalli, allora Teresa mi è arrivata spontaneamente.”

Possiamo sperare di vederla ancora?

“Certamente. Una terza avventura vi aspetta. Poi, chissà…”

E Strangolagalli? Come lo hai conosciuto?

“Ho cercato su Internet “città italiane dal nome bizzarro”. Ne sono venute fuori parecchie, ma appena ho letto Strangolagalli me ne sono innamorata. L’avevo trovata!”

Cosa farebbe Teresa la vigilia di Natale?

“La vigilia di Teresa è sempre molto indaffarata. Una cena a casa, con tutti gli abitanti di Strangolagalli e con il sindaco e la scoperta di qualche cadavere nascosto in soffitta.”

Come prende il caffè Chiara Moscardelli e come lo prende Teresa?

“Io adoro ancora il caffè della Moka. Niente cialde, cialdine… adoro il gorgoglio del caffè che sta per uscire e l’odore che si propaga per tutta casa. Mi ricorda la mia infanzia. Non ci rinuncerei per nulla al mondo. Per Teresa è lo stesso.
Con le cialde si perde il gusto della preparazione del caffè e dell’attesa…”