A Verderonne, piccolo paese dell’Oise, è il primo giorno d’estate e Claire Darling si sveglia convinta di vivere il suo ultimo giorno. Decide così di svuotare la propria casa e svendere tutto senza distinzione, dalle lampade Tiffany al pendolo da collezione. Gli oggetti tanto amati diventano l’eco della sua vita tragica e appariscente. Quest’ultima follia fa tornare Marie, la figlia, che Claire non vedeva da vent’anni. Tutti i ricordi di Claire è l’adattamento del romanzo di Lynda Rutledge, Il cassetto dei ricordi segreti, dal quale la regista Julie Bertuccelli e l’attrice protagonista Catherine Deneuve hanno colto ispirazione per la sceneggiatura. In questo film vediamo recitare al fianco della straordinaria Catherine, sua figlia Chiara Mastroianni alle prese con un personaggio che dovrà sciogliere i nodi del passato, proprio facendo i conti con la madre.
Ci racconta Catherine Deneuve, che gli oggetti sono una porta aperta sulle vite, sono pregni di un vissuto, posseggono un’anima, una loro storia.
L’atto di accumulare continuamente per tutti noi è soltanto un acuto bisogno. Per la psicanalisi collezionare significa scongiurare la morte, allontanarla ed è per questo che Claire, la protagonista del film, vendendo tutte le sue cose, compie un atto di liberazione. Gli oggetti oltre ad essere per lei ricordi dolorosi di un passato che vorrebbe dimenticare, rappresentano una necessità terrena, inutile altrove. L’ingordigia delle persone che si precipitano a comprare i suoi beni, rende esplicito quanto piccoli e terreni siamo capaci di essere.
L’intero film si struttura su diversi livelli temporali, quello confuso e disordinato della memoria e quello del tempo unico di una giornata di ventiquattro ore. Il continuo avvicendarsi di flashback rende più intensi e conflittuali i sentimenti del presente, mettendo continuamente i personaggi di fronte alla verità. Il conflitto eterno per un dolore passato mai superato li costringe a fare i conti con sé stessi.
L’intensità di Tutti i ricordi di Claire, cresce ad ogni scena, l’abilità estrema degli attori e la minuziosa attenzione ai particolari della scenografia ci regalano emozioni viscerali. Purtroppo il finale non rende giustizia ad un tale capolavoro. Come un palloncino troppo gonfio, scoppia cadendo velocemente a terra, rischiando un paradosso quasi grottesco.
Ovviamente parlo per gusto personale quindi lascio a voi cari lettori l’ultima parola dal 21 novembre al cinema!