
Paolo Di Paolo “Una storia quasi solo d’amore” Feltrinelli
Una storia quasi solo d’amore, il nuovo romanzo di Paolo Di Paolo edito da Feltrinelli, l’ho letto! A più riprese lo ammetto perché non è mai come si sogna, fare il lettore: la coperta, la cioccolata o il the, il divano, la pioggia fuori. Ma non è stato un problema riprendere il filo del discorso di Grazia, la zia, che racconta un po’ di sé e tanto di loro, del teatro, di Nino e di Teresa.
Forse il libro stesso, naturalmente, è stato scritto a più riprese, cambiando a volte i luoghi, i tempi, il punto di vista, con questo teatro che si inserisce, sgomita e si affaccia, per ricordare che c’era nella vita di Grazia, ed anche un quella di Nino, dove forse ancora troverà spazio. Chi lo sa…
Per dirla tutta lascia un po’ di amaro la vita spesa per una passione che non sempre sembra restituirti, o forse la vita stessa, verso il finale, appena prima del sipario, sa di acciacchi e rancore, rendendo più grigio l’inevitabile conto e l’analisi del tempo passato.
La storia è quasi d’amore. Eh sì! Perché neanche i due protagonisti, il giovane e irrequieto Nino, il divertente, belloccio, sveglio, irriverente a volte un po’ superficiale, “però mi fa ridere!”, Nino insomma non ha le idee chiare, lui che confonde l’attrazione e l’amore e cerca e scaccia contemporaneamente una ragazza più grande di lui, da cui vorrebbe imparare, bere, suggere la vita e Teresa, proprio lei, misteriosa perché proprio non gli riesce a quel discolo di scucirle qualcosa della sua vita, del suo passato, soprattutto di un fatto finito male di cui non si può parlare.
E c’è anche la zia di Teresa, Grazia. Ma cosa c’entra la zia in questa storia? Si ritrova attaccata alla vita proprio grazie a loro, con una parentela che paradossalmente diventa primaria ed il fare da professoressa ad un allievo difficile ma anche terribilmente affascinante e promettente, almeno all’inizio, prima di conoscerne il carattere, l’inaffidabilità.
Il linguaggio inciampa spesso nei troppi pensieri e varia a seconda del protagonista che vive la storia. Lo spazio è una grande città, Roma, che respira la sua vocazione eterna e religiosa ma anche anticlericale e sovversiva. Questa impronta vive nella storia di questi due aspiranti amanti, nelle loro caratteristiche, nelle loro scelte di vita, origini e caratteri molto diversi, tanto diversi da far credere siano complementari. Discorso valido del resto per la città.
Ma l’eterno è una continua domanda per noi tutti: per Teresa e la sua religione, per Nino e il suo l’anticlericalismo superficiale e per Grazia, alla resa dei conti del suo credere nel giusto, nelle sue certezze.
Come capiranno se sono innamorati?
Nino non lo sa, ma mentre aspetta la sua Teresa sente che non vorrebbe essere in nessun altro posto al mondo.
Mondo raccontato mirabilmente dalla protagonista, come fosse un’ampolla di vetro, come persa ma presente lo stesso, solo più libera, più sé stessa, per lo meno più di prima.
Titolo: Una storia quasi solo d’amore
Autore: Paolo Di Paolo
Editore: Feltrinelli
Pagine: 171
Prezzo: 15 € cartaceo (12,75 € su Amazon)