Stare bene da single? Dopo magari una lunga storia? Non è immediato, certo, a cambiare sono tanti aspetti, a cominciare dalle abitudini, grandi e piccole. E se diventassimo noi stessi la nostra miglior compagnia? Forse il segreto sta proprio tutto qua per riavere un nuovo equilibrio…

Scena tratta dal film "Io viaggio da sola"

Scena tratta dal film “Io viaggio da sola”

Stare bene da single? Non ci sono ricette facili, piuttosto si tratta di un viaggio dentro noi stessi, per capirci, ascoltarci, e saper apprezzare la nostra compagnia.

Le storie d’amore più o meno lunghe consacrano abitudini quotidiane, lo sappiamo. Da orari, routine, tempo libero. Diventano la nostra vita, dimenticandoci che non è sempre stato così, che questi aspetti sono diventati parte di noi dopo un periodo di “adattamento”, ovvero dopo un periodo di conoscenza reciproca per venirsi incontro.

Questo si traduce in una presa di coscienza: prima di una storia ormai conclusa, eravamo abituati a far cose diverse, con orari differenti, spendevamo il tempo libero in altri modi, e così via. Se tornare indietro sembra davvero doloroso, in realtà, dovremo pensare a tutte quelle cose che ci faceva piacere fare e che abbiamo un po’ sacrificato, o meglio dire, accantonato, per mancanza di tempo.

La domanda da porsi è: cosa mi piace fare? Uscire con le amiche o restare a casa solo in compagnia di un buon libro o della nostra musica, uscire per vedere un film (sì, anche se fuori piove), andare in palestra frequentando un corso che aiuta mente e fisico a rigenerarsi. Persino un viaggio, a pochi km da casa o dall’altra parte del mondo, potrebbe aiutarci ad apprezzare meglio la nostra compagnia. Insomma, essere single significa volersi più bene, non dover mediare nella scelta di come passare le giornate, eccetto chiaramente lavoro e impegni sociali. Stare bene da single significa essere più egoisti, stavolta in un significato positivo. Essere egoisti in coppia implica non vedere l’altro. L’egoismo da single è assai diverso, non può che far rima con il coccolarsi di più, mettendo la cura di sé in primo piano.

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Spesso il primo periodo da single può far paura, si ci sente soli. Sarebbe strano non avvertire queste sensazioni. In fondo, eravamo abituati ad avere la compagnia di un’altra persona, il nostro tempo era organizzato anche in virtù del tempo dell’altro/a. Quando tutto questo cambia sentirsi soli è più che naturale. In punto sta nel non abbattersi, sentendo il tempo a disposizione non come un nemico sempre in agguato. Il tempo “vuoto” è qualcosa da riempire, come una nuova opportunità, una pagina bianca con infinite possibilità: magari per approfondire un interesse, un hobby, o qualcosa che da molti anni rimandiamo senza una precisa ragione, se non scuse che ci diamo per rimandare ancora.

Essere single e per di più stare bene è possibile, a patto che non ci chiudiamo con il passare del tempo a nuovi incontri, a nuove emozioni che possono farci sentire persone ancora sconosciute. L’effetto collaterale più grave sarebbe quello di chiudersi a riccio, vivere il proprio status come una scelta ostinata. Dopo una storia finita male può sembrare rassicurante non avere più nessuno accanto, non legarsi ancora; in realtà stare soli con noi stessi va visto come un periodo per riprendersi per mano, riflettere, maturare su chi siamo oggi, cosa ci ha lasciato la precedente storia, per essere pronti dopo, per vivere in modo sano una nuova storia, senza forzare troppo le cose, o al contrario, senza respingere a tutti i costi qualsiasi novità.

A proposito di tempo a disposizione… Vi consigliamo una buona lettura: “Io viaggio da sola” di Maria Perosino, da cui è tratto l’omonimo film, regia di Maria Sole Tognazzi. Un buon punto di osservazione, leggero quanto profondo.

Trailer del film: