In attesa degli Academy Awards arriva nei cinema italiani distribuito in 406 copie “Spencer” di Pablo Larraín e una straordinaria Kristen Stewart nel ruolo di Lady Diana per la prima volta candidata all’Oscar (recensione in anteprima)
”Una favola basata su una Tragedia vera” con questa frase si apre “Spencer” il film diretto da Pablo Larrain incentrato su un episodio ”cruciale” nella vita della principessa Diana. Precisamente le vacanze di Natale 1991 che tutta la famiglia reale trascorre insieme nella residenza di Sandrigham House a due passi da Park House, dove la principessa aveva trascorso la sua infanzia, e dove in più occasioni sembra tentata di fuggire per raggiungere la dimora che fu del padre. Episodio cruciale perché sembra proprio che in quei giorni di festa, in cui Larrain concentra la sua narrazione, Diana (Kirsten Stewart) abbia preso la decisione di non salvare le apparenze, e il suo matrimonio infelice, da sempre turbato e oltraggiato dall’ombra della relazione di suo marito Carlo con Camilla Parker Bowles.

credit Frederic Batier
È proprio la casa di campagna dei reali inglesi, con le sue atmosfere tipiche dei film horror, ad accentuare i toni da favola nera di “Spencer”. Una magione enorme, fastosa, dall’atmosfera tetra di cui la stessa Diana, arrivando per l’evento dopo la regina Elisabetta (che dovrebbe essere l’ultima a entrare), ci fa avvertire la pesantezza e il fatto che avrebbe voluto essere da qualsiasi altra parte, ma come ricorda anche ai suoi figli ”Nessuno può sfuggire alle tradizioni di famiglia”.
A proposito di tradizioni, la più bislacca è sicuramente quella del peso a cui tutti i componenti della famiglia devono sottoporsi, nessuno escluso, perché, come rammenta un maggiordomo a Lady D che cerca di sottrarsi alla prova, se alla fine dei tre giorni di festa non avessero messo su almeno un paio di chili avrebbe significato che non si erano divertiti.
Ma Diana in queste festività natalizie in cui niente è spontaneo ma programmato nei minimi dettagli non riesce ad ingrassare neanche di un etto. In compenso tutto le va stretto, ma nonostante i suoi tentativi di ribellione, come ad esempio non voler indossare una collana di perle perché la sente come un cappio al collo da cui si immagina strozzata, in quanto Carlo ne ha regalata una identica anche a Camilla, viene richiamata immediatamente all’obbedienza dalla servitù del palazzo. Da tutti tranne dalla sua fidata Maggie, domestica alla quale Diana racconta tutto e unica amica in quel mondo ingessato e fatto di apparenze, motivo che le costerà il licenziamento da parte dei Reali decisi a spegnere nella principessa anche il più piccolo barlume di umanità.
Tutto il film sembra avvolto dalla nebbia, con inquadrature che spesso si soffermano sul volto della protagonista per farci leggere i suoi conflitti interiori e psicologici. Viene fatto anche il parallelismo tra la vita di Diana e di Anna Bolena, che fu rinchiusa da Enrico VIII nella Torre di Londra perché accusata di adulterio, mentre era il sovrano ad avere altre relazioni e così ideò un escamotage per liberarsi della consorte.
Ma d’altronde Larrain non è nuovo a queste analisi introspettive del mondo femminile e della sua identità così, come già fatto in “Jackie” e in “Ema”, ci mostra il difficile e coraggioso percorso che Lady D fa per riscoprire sé stessa. Un percorso tortuoso che passa attraverso il dolore, l’autolesionismo (vomiterà più volte di nascosto durante la cena) e infine la ribellione per lasciare spazio al suo lato umano che l’ha fatta diventare Regina del popolo. Lato umano che viene evidenziato già dalle prime scene del film, come nel caso della confidenza che ha con lo cherìf che l’aiuta quando si è persa per raggiungere in macchina da sola la tenuta designata per i festeggiamenti natalizi, anziché farsi portare dall’autista con la scorta come da protocollo. O ancora quando proverà a regalare dei gioielli alla servitù perché reputa che quei bellissimi oggetti non la rendano diversa dagli altri e che non debba averli solo lei.
La vicenda è ovviamente una rielaborazione dei fatti di cronaca da cui il regista ha voluto distaccarsi, ma mai in maniera surreale, per provare a immaginare cosa possa aver scatenato in Diana quella decisione così pesante e dolorosa, anche se per lei estremamente liberatoria.
Presentato alla mostra del cinema di Venezia (VENEZIA 78), “Spencer” è un film che ha fatto chiacchierare per mesi e finalmente il 24 Marzo debutterà nei cinema italiani. Lo sguardo triste della Principessa del Galles è quello dell’attrice Kristen Stewart che si muove perfettamente in questo ruolo, risultando convincente sin dal primo minuto. Interpretazione che, infatti, le è valsa la nomination ai prossimi Oscar come miglior attrice protagonista. Tra pochi giorni potremo anche scoprire se sarà lei a conquistare la statuetta più ambita da ogni attore e se le voci che vogliono Harry e Meghan possibili ospiti alla cerimonia dell’Academy sono vere, anche se uno dei motivi del probabile forfait potrebbe essere la riluttanza del principino a incontrare l’attrice che ha interpretato sua madre. Interpretazione senza dubbio stupefacente e al tempo stesso spaventosa per la somiglianza, come ha affermato in più occasioni lo stesso Larrain.
Nel suo complesso “Spencer” non è il solito biopic, e anche se può risultare un po’ cupo e a tratti noioso per chi quegli anni non li ha vissuti, ha una costruzione accattivante che affascinerà senz’altro coloro che vogliono conoscere questa storia recente del nostro passato. Altamente consigliato!
Buona visione da Marco Famà di LifeStyleMadeinItaly.it 😉