Ieri sera si è finalmente alzato il sipario sulla 72esima edizione del Festival di Sanremo. Un inizio sobrio con Amadeus a sottolineare la felicità di avere il pubblico in sala, finalmente. E da spettatore vi racconto le mie impressioni sui cantanti della prima serata.
Gara che parte subito con Achille Lauro che canta “Domenica“, una sorta di versione Gospel di “Rolls Royce” e fa spettacolo benedicendosi con dell’acqua.
Yuman “Ora e qui” ci fa sentire la sua voce soul.
Ad affiancare Amadeus nella serata di apertura una Ornella Muti meravigliosa con la sua voce profonda e unica. Forse un po’ emozionata all’inizio.
Tornando alla gara arriva Noemi (Mahmood) con “Ti amo non lo so dire“. Simile a quella dello scorso anno. Lo stile di Mahmood si sente. Crescendo interessante. Microfono basso… Lei molto bella.
Gianni Morandi, “Apri tutte le porte” di Jovanotti, canta un rock’n’roll anni sessanta, orecchiabile.
La solita entrata di Fiorello che spara “termometrate” a tutti. “Mi siete mancati! Sono il booster dell’intrattenimento”. Il tempo di salutare Mattarella e canzonare i novax e partono i ricordi. Il bacio fantastico tra Amadeus e il direttore di RaiUno e le canzoni tristi cantate con allegria concludono il suo primo intervento.
La gara riprende con La rappresentante di Lista che presenta “Ciao ciao“. Grande look e spettacolare esibizione canora. Pezzo alla Rettore e ritornello che resta.
È la volta di Michele Bravi con “Inverno dei fiori“. Una bella canzone con un testo interessante. Melodie non scontate e una buona interpretazione. Forse…
Altro siparietto con Amadeus che va a prendere i Måneskin con un trasportino elettrico donandoci qualcosa di unico e lo fa perché sa che tutto è scontato.
Loro si divertono ricordandoci che sono ragazzi e cantano “Zitti e buoni” come 11 mesi fa, ma il mondo intanto si è accorto di loro.
Massimo Ranieri con “Lettera di là dal mare“, “Dove piove fortuna, dov’è libertà”. Lo stile di una vecchia canzone che di vecchio nulla ha, se non il ricordo di un emigrante. Lui è Massimo Ranieri. Sempre.
Bella. E difficile. Ma molto bella.
Mahmood e Blanco cantano “Brividi“. Scritta da loro, bravi entrambi si esibiscono alternando le loro caratteristiche e riunendosi poi in cori a due voci molto delicati. Canzone romantica per due che di successi ne hanno scritti già un po’.
Molto bella. Veramente. I vincitori?
Ana Mena ci presenta “Duecentomila ore” di Rocco Hunt tra gli altri, e si sente. Sembra già di essere in spiaggia col solito tormentone estivo, anche se resta apprezzabile il tentativo di inserire melodie iberiche e sonorità napoletane.
Rkomi canta “Insuperabile“. Un altro artista dallo stile trap melodico, non male per un festival che strizza l’occhio ai giovanissimi ma lontano dal talento che la musica italiana sta esprimendo.
E poi tornano i Måneskin sul palco dell’Ariston e sono emozioni allo stato puro con Damiano che piange sulle note di “Coraline”. Forse esattamente come quando l’ha scritta… Puoi vincere tutto quello che ti pare ma le canzoni quando le scrivi ti vengono a cercare.
Non puoi scappare.
Dargen D’Amico con “Dove si balla“. Parte la Tecno e lui canta “mi piace la musica dance” e risponde a “Musica leggerissima” dello scorso anno, ma non so se avrà lo stesso successo.
Neanche a farlo apposta arrivano Colapesce e Di Martino e ci riportano indietro nel tempo ma purtroppo ci ricordano anche momenti difficili.
Giusy Ferreri con “Miele” lascia per un momento i tormentoni e prova a donare emozioni diverse con la sua voce, sognante e cinematografica, come una colonna sonora. Ed ecco che, tra gli archi dell’orchestra, sembra di essere in un film.
Chiudono la prima serata i Meduza, anche loro ospiti della kermesse sanremese, che provano a far ballare il Teatro Ariston. Ed è subito After! Diciamo…
E a te quali canzoni o interpreti sono piaciuti di più in questo primo assaggio di Sanremo 2022? Condividilo con noi nei commenti 😉