Riccardo Trovato (Karbonica)

Riccardo Trovato (Karbonica)

I Karbonica sono una band siciliana dalle spiccate caratteristiche rock: la voce limpida di Riccardo Trovato, ospite del nostro “Un caffè con” di oggi, canta sospesa sopra il duro lavoro delle chitarre di Orazio Basile e Marco Miceli, seguendo i ritmi incalzanti di Giuseppe Puglisi al basso e Herry Found alla batteria.

Per un risultato dal sapore vagamente nostalgico dei primi passi del rock italiano, che strizza l’occhio al nuovo momento della musica italiana, dove il ritorno dei Litfiba segna un nuovo percorso.

Proprio i Litfiba li avevano scelti lo scorso anno (2016) tra le sedici band che registreranno la compilation celebrativa del trentennale di 17 RE prodotta dagli stessi Litfiba.

Noi sempre attenti alle novità in tutti i campi del Made in Italy, abbiamo incontrato Riccardo Trovato, voce della band, per scoprire qualcosa in più sul loro primo full lenght “Quei colori“, contenente dieci brani originali e uscito lo scorso novembre 2016.

Ascoltando la canzone “L’inganno” viene da chiedersi: se la democrazia di oggi è la nuova dittatura, quale sarà, secondo voi, il nostro futuro e la nostra libertà?

“La democrazia, se correttamente applicata non è la nuova dittatura. La differenza la fanno sempre e solo gli uomini, purtroppo a volte chi ha il potere di decidere, non necessariamente è un soggetto a capo di un’istituzione legittimata da un mandato politico. Se qualcuno ricorda la storiella dello “spread”, è facile capire come le decisioni dei parlamenti nazionali e democraticamente eletti, possano essere guidate forzatamente dai grandi investitori istituzionali o per meglio dire da istituzioni private con il loro core business nella finanza globale.”

Da un attento ascolto del vostro album, emerge che musicalmente la struttura rock e il suono delle chitarre si sposano con melodie e cori da gruppo pop: vi piace contaminare i generi?

“Decisamente si, probabilmente il rock degli anni ’70 e ’80 ha avuto un ruolo fondamentale nella nostra formazione musicale. Se pensiamo a band come Led Zeppelin, Aerosmith o in modo ancora più evidente nella musica dei Queen, lì la melodia entra con prepotenza dentro al loro rock, proprio quel rock che ha segnato la storia della musica moderna e che ancora oggi ascoltiamo con grande piacere.”

Per quanta riguarda la metrica e lo stile del testo i momenti rock sembrano risentire dei Litfiba, il primo gruppo italiano a cantare rock nella nostra lingua: è così?

“I Litfiba rappresentano di certo un riferimento per il rock italiano, più che altro per quel rock moderno, con influenze provenienti dal mondo anglosassone, new wave prima e hard rock dopo. Tuttavia, già negli anni 60/70 in Italia, band come i Formula 3, i Nomadi, la PFM, o gli Area, avevano dettato le linee direttrici di quello che poi sarebbe diventato il rock italiano, alcuni più vicini alla musica italiana, altri decisamente progressive, ma lo hanno fatto molto prima dei Litfiba. Sui Litfiba è possibile con certezza dire che sono stati i primi a parlare con chiarezza di alcuni temi, senza troppe metafore e giri di parole. Tra i lavori della nota band toscana, quello con i testi più espliciti ed elegantemente scritti è sicuramente l’album Terremoto (1992).”

Cosa pensate del rock in Italia? Nel nostro magazine abbiamo la rubrica “Note e Parole” in cui stiamo esplorando un serbatoio musicale molto fertile ed interessante: chi sono i big che seguite e le giovani band che ci vorreste segnalare?

“Al momento non seguiamo con attenzione nessun big in Italia. Di certo abbiamo seguito a fasi alterne band come: Negrita, Timoria, Litfiba, Bluvertigo, Ligabue, Ritmo Tribale, Afterhours, CSI, Baustelle ed tanti altri. Oggi a fare rock sono rimasti solo i Litfiba e forse un po’ i Negrita.

Le band emergenti suonano pop, indie/pop, pop elettronico, indie/alternative ecc. Quindi trovare band rock emergenti è un po’ difficile. Alcune realtà emergenti molto interessanti, con cui siamo venuti a contatto negli ultimi mesi sono: Metharia, Gadjos, Benzina, La Bottega del tempo a vapore, Il Sogno di Rubik, Avorionero, Maieutica, Hellettrick, Clean Heads, Mechanical Butterfly, Niggaradio, Pink Addiction, Davide Pepe &Camera133, A4 ma ce ne sono davvero tante e meriterebbero tutte maggiore attenzione da parte dei media.”

Avete un gruppo rock di riferimento? I vecchi Deep purple o Led zeppelin, o le nuove leve tipo i Negramaro?

“Chiaramente il nostro riferimento è il rock degli anni 60/70/80, ecco alcuni nomi: Aerosmith, AC/DC, Led Zeppelin, Free, Rolling Stones, Lynyrd Slynyrd.”

Talent show, Sanremo, Premi più o meno di nicchia. Dove vi piacerebbe esibirvi?

“Un bel concerto a San Siro chiaramente, senza vincoli o compromessi tipici degli spettacoli che vediamo in Tv.

Mentre tra i talent e Sanremo, meglio il secondo. Ma sapete che per suonare a Sanremo giovani non si possono superare i 36 anni? Qualcuno di noi, li ha già superati, quindi non possiamo più fare gli “emergenti”, chiaramente è un’affermazione sarcastica.”

Il vostro brano “Scappo via” parte con un giro di chitarra da ballata rock, ma poi colpisce per la ritmica del testo perfettamente adagiato alla musica. Complimenti! Sono quelle canzoni che nascono quasi da sole?

Scappo via è venuta fuori così, un po’ di getto, con una struttura molto semplice e con un testo molto facile da capire. Forse gireremo un video su questo brano, anzi ci avete proprio dato uno stimolo in più a farlo.”

E dulcis in fundo, la nostra domanda di rito: come prendete il caffè?

“Siamo in cinque, Herry Found e Orazio Basile lo prendono lungo e poco zuccherato, Marco Miceli e Giuseppe Puglisi lo preferiscono molto zuccherato, Riccardo Trovato, cioè io, lo prendo da sempre amaro, così da gustarne meglio il sapore. Grazie per la bella e simpatica intervista.”

Grazie a te Riccardo per la splendida chiacchierata alla scoperta del nuovo rock italiano che avanza!