Michele Serra con “Ognuno potrebbe“, ci offre un romanzo in prima persona, che vede come protagonista il 36 enne Giulio Maria, nato tardivo da un padre molto vecchio ed una madre salvata da quest’ultimo da una vita dissoluta, dietro ad una carriera di attrice.
Sarebbe facile relegare la storia a semplice comprimaria e rendere protagonista la brillante e ironica, arguta e puntuale analisi della nostra società. Di questa analisi non si può non tenere conto, in effetti.
Luoghi “di merda”, figli di boom economici poco lucidi, almeno nel lungo periodo, imbruttiti quindi da capannoni morti e cadaveri di soprelevate. La guerra di parole con il collega precario che li definisce invece non luoghi, perché ottimista ad oltranza; la difficile scoperta del lavoro manuale nel mondo degli egòfoni, splendida definizione dei cellulari e della nostra nuova schiavitù, e le distanze che si invertono perché oggi comunicare con il vicino presente resta complicato; come complicato rimane il confronto generazionale e le scelte da compiere tra legalità e opportunità.
Ma questa, seppur ben descritta e ridicolizzata, resta pur sempre un’osservazione della realtà che sarebbe risultata più efficace con lo scenario di un futuro plausibile, magari eccessivo.
Ed invece la storia, i dubbi del protagonista, le dissertazioni futili, quasi scientifiche, stile Calvino, e la sua sincerità di fronte ai propri difetti, alle paure e debolezze, sono il corpo e l’anima di un romanzo, con tanto di finale significativo, schiavo anch’esso della visione di una società da ricostruire, dove tutti si scoprono deboli e vulnerabili, con la vecchia generazione che si appoggia alla nuova, precaria e dissoluta, ma presente a se stessa.
“La mia opinione è che ognuno dovrebbe fare un passo indietro. Da tutti i punti di vista. Anche fisicamente… Come c’è un frattempo fra un’azione e l’altra, così dovrebbe esserci un fralluogo tra una persona e l’altra”.
Ma siamo umani, esseri semplici e complessi, forti e vulnerabili, in una parola precari, per definizione, non lavorativamente, non solo, ma nella vita.
Piccoli. Molto piccoli.
E da qui forse possiamo ricominciare, pretendendo anche meno, dagli altri, ma soprattutto da noi stessi.
“Un passo indietro e una parola in meno. A cominciare da me, che sto decisamente parlando troppo di me stesso.”
Forse sì, ma meglio parlare di sè, che lasciarsi andare alla facile critica del mondo dei visi illuminati costantemente dallo schermo di uno smartphone:
anche perché, come si legge nel libro, il bello delle mode è che passano.
Se il nostro futuro ha scelto il virtuale e abbandonato il manuale, resta da vedere perché chiunque, prima o poi, sperimenta la limpida soddisfazione di un lavoro ben fatto, sudato, concreto.
Ma non si può vivere solo con gli occhi e le mani sul tornio, e lasciar morire tutto il resto come la generazione che ha preceduto il protagonista, come suo padre. Siamo fatti per durare, ma non personalmente, noi tutti, ognuno potrebbe fare la sua parte. Allora sì! Un passo indietro può servire…
Un libro, un compagno di vita, che appassiona e pone interrogativi. Non dà risposte forse ed è per questo che è un buon libro. Come un amico. Vero.
Titolo: “Ognuno potrebbe”
Autore: Michele Serra
Pagine: 152
Editore: Feltrinelli (collana I narratori)
Prezzo di copertina: € 14,00