Cari lettori oggi voglio parlarvi del regista Lorenzo Lepori e del suo ultimo lungometraggio: Notte nuda, un horror girato interamente in Toscana, la sua terra natia.
Lorenzo Lepori, infatti nasce ad Empoli il 30-08-1985, esordisce con il lungometraggio trash Il Vangelo secondo Taddeo, seguito da Resurrezione di cuori, I love you like a twist e il mediometraggio Cinque Cerchi Roventi. Assieme a Roberto Albanesi dirige il film a episodi Catacomba, suo primo film ad avere una legittima distribuzione, seguito da Notte Nuda di cui parleremo tra poco. Inoltre partecipa al film collettivo Sangue Misto con l’episodio Gu.
Dopo varie esperienze con teatro e cortometraggi, come interprete partecipa al nuovo film di Claudio Lattanzi Everybloody’s End al fianco di Giovanni Lombardo Radice e Cinzia Monreale. Al momento è occupato nella pre-produzione di Beyond the Omega, nuovo film del regista e sceneggiatore Mattia de Pascali (McBetter), dove oltre che collaborare alla produzione ricoprirà anche il ruolo del tormentato protagonista.
Nel cast di Notte nuda, Henrj Bartolini, Simona Vannelli, Pascal Persiano e Yana Proshkina, attori dal curriculum prevalentemente teatrale, che a mio avviso fanno la differenza.
Notte nuda è un film horror ma decisamente godibile anche per i più paurosi. Ha una trama di forte spessore e gli effetti speciali di cui si serve non passano inosservati, tanto da ispirare nuovamente la realizzazione di un fumetto per adulti che lo vede collaborare ancora una volta con lo storico illustratore (omonimo del regista) Lorenzo Lepori.
Ma ora addentriamoci nel ramificato bosco di Notte nuda, per usare la location principale nella quale si sviluppa il film, e vediamo cosa succede….
Paolo, il protagonista maschile, si trova a fare i conti con un malessere esistenziale che ha cominciato a invaderlo. Per sfuggire a quella opprimente realtà per aver perduto la moglie, decide di andare a trovare un amico che non vede da tempo e passare con lui alcuni giorni di vacanza.
L’incontro è più che promettente: Andrea lo accoglie fraternamente e si presenta in compagnia di Milena, una ragazza bella e disponibile.
Una serata di eccessi è destinata a concludersi tragicamente quando un terzetto di balordi si introduce nell’abitazione di Andrea, per rapinarli. Nel corso di una colluttazione, la ragazza rimane uccisa. I due amici, costretti a disfarsi del cadavere, raggiungono un bosco per seppellirlo. Per Paolo è soltanto l’inizio di uno spaventoso incubo ad occhi aperti, un incantesimo di atrocità, follia e morte…
Il bosco è un luogo quasi magico nel nostro immaginario, è un luogo di scoperta, di profumi, di bellezza, ma nasconde anche un altro volto, cela e mimetizza orrori, seppellisce ricordi, il suo silenzio è pace ed inquietudine allo stesso tempo ed il regista ne ha colta tutta l’essenza, mettendo a nudo la natura umana.
Notte nuda ingloba in se evidenti riferimenti al cinema gotico miscelato con grande equilibrio a quello surrealista e con un’attenzione ai momenti splatter, incisivi ma assolutamente non ridondanti.
La figura femminile in questo lungometraggio si pone al centro dell’obiettivo in quanto intorno ad essa ruota un significato intrinseco.
La donna è una vittima senza tempo, soggetta di continuo a violenze, abusi, compromessi, spesso proprio da parte di chi le sta più vicino, ma la sua forza emotiva è la vera protagonista. Da vittima diventa carnefice, da creatura fragile e terrena diventa sovrumana e riprende il controllo della sua vita. Questo è quello che accade alla nostra protagonista, il suo personaggio come anche gli altri femminili presenti nel film, incarnano tutte le donne in attesa del proprio riscatto e pur mantenendo dignità e dolcezza ci mostrano l’altro volto del femminile. Dalla terra alla terra e con la terra, un elemento sul quale il regista ha posto l’attenzione, forgiare la vita dal fango è un messaggio molto forte che tra le mani della nuda figura femminile che vediamo aggirarsi nel bosco, potrebbe ricondurre la nostra immaginazione alla prima donna o a forti elementi religiosi, ma questo cari lettori non ci è dato saperlo…..
La sensuale Simona Vannelli, nella vita moglie del regista e nel film moglie scomparsa di Paolo, ha riportato la mia fantasia sin dalle sue prime scene alla “Notte”, una delle prime sculture in marmo di Michelangelo Buonarroti, che si trova nella Basilica di San Lorenzo a Firenze. Interessante coincidenza non trovate? Giovanni di Carlo Strozzi, la descrisse come un’opera di perfezione tale da meritare il risveglio per farsi vedere animata.
Proprio intorno a questo risveglio si evolve la storia del nostro film, personaggi ormai morti per vicissitudini che non vi anticipo, riprendono vita quasi a completare e riscattare quello che in vita gli è stato tolto, per ristabilire gli equilibri.
Tutto accade con un susseguirsi di intrecci dinamici e momenti di suspance, L’istinto animale e primordiale legato alla sopravvivenza spinge tutti i personaggi sia uomini che donne, ad esprimersi in modo assolutamente realistico e lucidamente folle soprattutto nei momenti di estrema difficoltà.
Ne sono un esempio chiaro i due attori maschili Paolo ed Andrea, il cui carattere da subito identifica qual è il loro background e l’evoluzione e la trasformazione animale che ne segue è la diretta conseguenza. Dentro ognuno di noi c’è un animale addormentato che solo rimorso, paura, insicurezza, sopravvivenza hanno il potere di risvegliare.
L’attenzione registica ai particolari, la scelta di lasciare di lunghezza quasi reale alcune sequenze per non interrompere l’effetto vita reale e la scelta di momenti di rallenty per enfatizzare l’ introspezione e i sentimenti dei personaggi, ha reso a mio avviso questo film coinvolgente ed umano.
Non c’è nulla di prevedibile, esattamente come nella natura umana e vi assicuro che una scena tira l’altra.
La terra, il bosco, la donna, sono elementi di vita e rinascita, l’orrore umano, ciclico e senza fine come la disperazione che lo genera, siete d’accordo?
Cari lettori io non sono un’amante del genere horror, ma vi assicuro che ho avuto un gran piacere artistico nella visione di questo film e vi incoraggio a guardarlo. E nel frattempo vi lascio alle parole del regista che ci svela qualche segreto su come si gira un horror.
INTERVISTA
Lorenzo Lepori, ci sveli che tecniche di ripresa preferisci utilizzare e perché?
“Non sono un regista molto tecnico, e cerco di usare la scrittura filmica per meglio far entrare lo spettatore nella storia che gli sto raccontando. Per mia indole, cerco di essere semplice con atmosfera, seguendo da vicino i personaggi. Anche quando si tratta di inscenare gli effetti speciali, preferisco non spezzare troppo la sequenza con il montaggio, per lasciare che la scena abbia un valore e un ritmo più rituale, come nella sequenza in cui la vampira ricompone la morta con dei pezzetti di legno.”
Puoi accennarci qualcosa sul tuo prossimo film in uscita a Maggio di quest’anno?
“Beyond the omega sarà girato a maggio in Toscana. Il regista sarà Mattia De Pascali, autore anche della sceneggiatura, che mi è piaciuta così tanto da farmi intraprendere la nuova veste di produttore con la mia Baionetta Production, oltre che quella di attore protagonista, in un ruolo molto difficile ma anche esaltante.”
Quale vuole essere il tuo messaggio?
“Cerco accuratamente di non lasciare nessun messaggio. Preferisco non avere io in primis totale chiarezza sulle stratificazioni di ciò che comunico, per dare più libertà sia a me che allo spettatore.”
Quali difficoltà si incontrano nel recitare e dirigere lo stesso film?
“Mi è capitato solo nel secondo film, Resurrezione di cuori, di essere al contempo autore della sceneggiatura, regista e interprete protagonista. Direi che i risultati, scarsi, parlano da sé, ed è una esperienza che non ripeterei, almeno non nelle pessime condizioni dell’epoca.”
Com’è nata la sceneggiatura di Notte nuda?
“La sceneggiatura è nata di getto da un mio soggetto rivisto a quattro con Antonio Tentori. Avendo ben chiari i film di riferimento e il tipo di operazione avventurosa per portarlo a termine, abbiamo lasciato molto anche all’improvvisazione. Difatti lo script non era più lungo di venti pagine.”