“Sono una senzatetto e non una senza casa”… Trama, trailer e recensione in anteprima di “Nomadland” il road movie diretto da Chloé Zhao dal 30 aprile su Star all’interno di Disney+
Vincitore del Leone d’oro alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e del Golden Globe per il miglior film drammatico e per miglior regista, “Nomadland” è un vasto ritratto panoramico dello spirito nomade americano, che segue il flusso della manodopera migratoria stagionale.
Diretto dalla regista Chloé Zhao, “Nomadland” è un road movie per i nostri tempi, ora ancora più importante e attuale in questo momento di ridefinizione e cambiamento. Una condanna ai tratti più logoranti del capitalismo che stravolge totalmente l’American Dream. Raggiungere la realizzazione personale in “Nomadland” vuol dire vivere al di là della società e della sua ricerca spasmodica dello status quo.
TRAMA
Dopo aver perso il marito e il lavoro durante la Grande recessione, la sessantenne Fern (Frances McDormand) lascia la città aziendale di Empire, Nevada, per attraversare gli Stati Uniti occidentali sul suo furgone, facendo la conoscenza di altre persone che, come lei, hanno deciso o sono stati costretti a vivere una vita da nomadi moderni, al di fuori delle convenzioni sociali.
Terzo lungometraggio della regista Chloé Zhao, “Nomadland”, basato sull’omonimo libro, un racconto d’inchiesta di Jessica Bruder. Nel cast vede la presenza di veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells nel ruolo di mentori e compagni di viaggio di Fern durante la sua esplorazione attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano.
“Gli uomini vanno e vengono, le città nascono e muoiono, intere civiltà scompaiono, la terra resta”.
Un viaggio senza fine alla ricerca di ciò che si trova oltre l’orizzonte. Questa l’idea motore della regista Chloé Zhao, pur sapendo che non è possibile riuscire a descrivere veramente la strada americana a un’altra persona, poiché bisogna scoprirla da soli.
“Nomadland” non è soltanto il ritratto di una donna che ha perso suo marito e tutta la sua vita precedente, ma è il racconto di un percorso che la fortifica sempre più fino a farle ritrovare una nuova vita. Fern trova la propria comunità nei raduni tra nomadi a cui partecipa e nelle altre persone che incontra durante il suo viaggio, ma soprattutto, come afferma Zhao, “… nella natura, mentre lei si evolve; nelle terre selvagge, nelle rocce, negli alberi, nelle stelle, in un uragano, è in questi luoghi che trova la propria indipendenza”.
L’esperienza è una grande maestra. “All’inizio sapevo molto poco sui nomadi, ci racconta la regista, ma poi mi sono ritrovata a bocca aperta di fronte alla creatività, alla resilienza e alla generosità che ho incontrato lungo la strada, spesso da persone che sono state costrette ad affrontare sfide enormi nelle loro vite” e davanti ad affermazioni come:
“Avevo fatto tutto ciò che la società mi aveva detto di fare: avevo trovato un lavoro, mi ero sposato, avevo avuto dei figli, avevo comprato una casa… ma non ero mai stato felice. E poi ho fatto l’esatto opposto di ciò che la società mi aveva detto, e per la prima volta mi sono sentito felice. E questo mi ha spinto a mettere in discussione tutto”, tutto cambia e siamo costretti a rivedere le nostre posizioni, le nostre convinzioni, il nostro stile di vita, in nome di qualcosa di più grande. La società americana è pervasa da discriminazione e pregiudizio e i nomadi sono i pionieri che la stanno ridefinendo.

(From L to R): Frances McDormand and Linda May at the Telluride from Los Angeles Drive-In Premiere of NOMADLAND. Photo Courtesy of Searchlight Pictures. © 2020 20th Century Studios All Rights Reserved
“Nomadland” è uno spaccato di vita considerata, da molti, come un’ultima spiaggia alla quale aggrapparsi in un momento particolarmente critico della propria vita. Quella degli homeless è, del resto, una categoria completamente bistrattata e, in alcune società, malvista del mondo moderno. Ciò nonostante, occorre fornire uno spiraglio al mondo dei senzatetto, affinché la loro condizione sia portata in risalto nella frenesia della routine moderna. “Nomadland”, intende mostrare alle persone che delle alternative esistono, ci invita a rompere il castello di vetro nel quale gli abitanti del mondo civilizzato si sono relegati, mostrandoci una possibile via d’uscita alla riscoperta di valori comuni basati sul confronto, sull’accettazione, sul rispetto e sulla consapevolezza di avere molto da imparare da chi ha scelto strade diverse e a volte più coraggiose e spesso meno fortunate.
“Ci vediamo lungo la strada”