Il primo tappo da vino al mondo prodotto riciclando la plastica raccolta nelle zone costiere e destinata a finire negli oceani, la cosiddetta Ocean Bound Plastic, vedrà la luce in Italia. In Sicilia, per la precisione, la catena del valore e l’impegno per la salvaguardia del mare coronerà Damarino, Bianco di Sicilia Doc di Donna Fugata. Si chiama Nomacorc Ocean e presto prenderà piede in tutto il mondo, una nuova promessa per la realizzazione dell’impegno dell’Agenda 2023 delle Nazioni Unite, la tutela degli ecosistemi marini.
«Grazie all’introduzione di questa tipologia di tappo abbiamo già contribuito al riciclo di 1,15 tonnellate di scarti plastici dalle coste» raccontano Antonio e Josè Rallo di Donna Fugata. Il nuovo tappo dà una seconda vita agli scarti di origine plastica che si trovano sulle coste, dove i sistemi di raccolta sono pressoché inesistenti o carenti, dove è più alto il rischio di inquinamento del mare. «Secondo studi scientifici, i rifiuti destinati a finire negli oceani generano quasi l’80% dell’inquinamento marino» rincara la dose Romain Thomas, Product Manager Nomacorc, della multinazionale Vinventions, leader al mondo per le soluzioni di chiusura del mondo enologico.
«Il nostro obiettivo è di incrementare l’uso di materiale riciclato derivato dalla raccolta di rifiuti inquinanti e pericolosi. La scelta dei siti di raccolta è essenziale: al momento ci siamo concentrando sulle zone costiere dell’Asia, in particolare nel sud-est asiatico, dove l’inquinamento marino è considerato tra i più elevati al mondo».
I rifiuti riciclati vengono raccolti da aziende certificate secondo i criteri del protocollo Zero Plastic Oceans, ovvero garantendo condizioni di lavoro e remunerazione giuste ed eque, nessun utilizzo di lavoro minorile e rispetto dei criteri di raccolta.
Attraverso un’avanzata tecnologia di riciclaggio la plastica ritorna allo stato di monomero, ovvero con le stesse proprietà di una materia prima vergine. Adatta al contatto alimentare e con le stesse caratteristiche di un prodotto finale al primo utilizzo. E le prestazioni del tappo Nomacorc?
«Tecnicamente è un tappo dalla comprovata tenuta, tra i più utilizzati nella filiera del vino» rivela Antonio Rallo «ma è la tipologia di materiali e la loro provenienza la vera innovazione nel settore; Nomacorc dà la possibilità a noi e ai nostri clienti di contribuire attivamente alla salvaguardia degli oceani». Una vera rivoluzione nel settore che può essere prontamente adottata per l’imbottigliamento di quei vini giovani e di pronta beva, che non hanno bisogno di invecchiare con il classico tappo di sughero, che contribuire alla micro ossidazione e ossigenazione del vino. Ma l’obiettivo a tendere sarà anche questo. Un impegno trentennale di sostenibilità ambientale e sociale che Donna Fugata corona con l’adozione, in anteprima mondiale, di questo innovativo tappo che ricorda, anche alle cantine, che non esiste un Pianeta B. E che è necessario contribuire con tutte le proprie capacità, anche partendo da un tappo, punta di un iceberg.