Mara Bosisio ci presenta “IO” il primo singolo estratto dal suo nuovo album “Due”, in promozione radiofonica in questi giorni e disponibile sui Digital Stores e ci svela come scrive una canzone!

Mara Bosisio

Mara Bosisio

Prosegue il nostro viaggio per l’Italia alla ricerca di giovani talenti del panorama musicale, per cercare di regalarvi emozioni in Note&Parole e questa volta ci troviamo in Lombardia per farvi conoscere la splendida voce di Mara Bosisio: giovane cantautrice cresciuta a pane, chitarra e cover italiane che adora far ascoltare nella sua versione voce e sei corde. Cover anche di canzoni ancora in rotazione radiofonica come nel caso di “La vita com’è” di Max Gazzè.

Proprio in questi giorni in occasione della prossima uscita del suo secondo album “Due”, è arrivato in radio “IO“, il primo singolo estratto da quest’ultimo lavoro discografico di Mara Bosisio. “IO”, pubblicato da ‘Play’ e distribuito su iTunes e principali Digital Stores, è una splendida ballata che dà risalto alla sua voce, ma anche alla curiosità e contaminazione dei generi pop e rap. E la voglia di parlare d’amore partendo da se stessi.

Noi l’abbiamo incontrata, con la sua inseparabile chitarra, per farci raccontare qualcosa in più sul suo ultimo lavoro discografico e su come scrive una canzone!

Da cosa nasce il titolo “io” di questo primo singolo estratto dal tuo nuovo album “Due”?

“Il titolo riassume il significato dell’intero lavoro. “Io” è la presa di consapevolezza di ciò che si è, nel bene e nel male, ed è anche il punto di partenza di un viaggio introspettivo che combacia con la sua stessa destinazione. La canzone ritrae in sunto un percorso verso l’amore e la riscoperta di se stessi; se quando viviamo in una condizione di sofferenza e insoddisfazione, l’errore più comune in cui s’incorre è quello di ricercare all’esterno ciò che possa farci star bene e darci la soluzione a tutti i nostri problemi, in questa canzone il focus ritorna invece sull’individuo, l’unico vero punto di riferimento e di partenza per una rivoluzione personale. Diventa perciò essenziale imparare ad ascoltarsi, scoprire e valorizzare i propri punti di forza, ma soprattutto riconoscere e risolvere quelle fragilità che spesso sono le uniche cause principali dei nostri problemi.”

La canzone si conclude con ami è l’anagramma di mai…e si parla di amore come qualcosa di infinito, è così per te?

“L’amore (in tutte le sue sfumature) rappresenta per me le fondamenta della vita di ciascun individuo e ne condiziona tutti gli ambiti esistenziali; è un sentimento puro ed inesauribile che smuove il mondo e ci mette in relazione con le altre persone; anche le passioni sono da considerarsi un’altra forma di amore che viviamo e approfondiamo quotidianamente.
La mia più grande e duratura storia d’amore per esempio è quella con la musica: passione, anima e accuratezza sono ingredienti fondamentali in ogni progetto che intraprendo, e non devono mai bastare. In questo nuovo percorso discografico ho messo tanta testa (razionalità) quanto cuore.. spero arrivino.”

Dalla melodia al rap in una sola canzone, perché?

“Perché amo moltissimo spaziare tra i vari generi musicali, sia da fruitrice di musica sia in qualità d’autrice. “io” incarna perfettamente la sintesi di questa mia voglia di sperimentare, oltre che le mille sfaccettature della mia personalità. Nasce come una semplice ballad da cantare, ma grazie alle sapienti mani di Giampaolo Pasquile si evolve in un brano pop contaminato da effetti “noise”, impasti elettronici e richiami rap; quest’ultima nota viene accentuata dall’incontro con Ferderico “Iko” Spagnolo che regala alla canzone uno “spoken” finale meraviglioso.”

Come scrivi una canzone e con quale strumento?

“Il mio modo di scrivere canzoni è abbastanza metodico: parto sempre da una melodia che nasce improvvisamente nella mia testa. Non appena sono sicura di aver trovato un’idea interessante, mi sposto sullo strumento (generalmente si tratta della mia fedele chitarra) e provo a rielaborarla; infine costruisco un testo ad hoc e sistemo minuziosamente il tutto. Nel caso di “io” invece, come per altre sporadiche eccezioni, lo strumento di supporto è stato il pianoforte.”

Mara Bosisio

Mara Bosisio

A cura di Cinzia Carcione e Roberto Teofani