Trama, trailer e recensione di Mank, il film Netflix diretto da David Fincher con protagonista Herman J. Mankiewicz, lo sceneggiatore di “Quarto Potere” di Orson Welles e la Hollywood degli anni ’30. Dal 4 dicembre su Netflix
Arriva su Netflix uno dei titoli più attesi dell’anno Mank, film del 2020 diretto da David Fincher. La storia racconta di Herman Mankiewicz, lo sceneggiatore che ha firmato il copione di “Quarto potere” di Orson Welles, , capolavoro del 1941, che non è stato semplicemente un film, ma una vera e propria rivoluzione, stilistica e narrativa, nella storia del cinema americano.
Un’alternanza temporale fatta di numerosi flashback e una drammaturgia a spirale, o per usare uno dei termini del protagonista, Mankiewicz, a “girella”, uniti sapientemente ad una meravigliosa fotografia in bianco e nero, rendono questo lungometraggio, unico e sicuramente indelebile nel tempo per tutti gli amanti del grande cinema.
Limpido, coinvolgente e dal retrogusto storico, Mank, non rappresenta semplicemente un biopic, ma è la ricostruzione fedele di un tempo in cui in Europa infervorava il nazismo, ma negli Stati Uniti fioriva il cinema, gettando le basi per quello che sarebbe diventato Hollywood.
La storia di Mank, segue due diversi archi narrativi dunque, il primo, nella Hollywood degli anni 30′; il secondo, nel 40′, anno in cui venne scritta la sceneggiatura di Quarto potere.
Lo sceneggiatore Herman J. Mankiewicz, detto appunto Mank, interpretato da Gary Oldman, ha scritto lo script del film ma il regista Orson Welles, interpretato da Tom Burke, se ne appropria e si prenderà il merito del successo della pellicola.
Mankiewicz è un critico sociale, drammaturgo originario di New York e ha problemi con l’alcool. Appassionato di gioco d’azzardo, è una personalità eclettica, ha combattuto contro i “giganti” degli studios hollywoodiani: geniale, alcolizzato, cinico e intellettuale, era una figura difficile da far rientrare negli schemi dell’industria dell’epoca, ma questo capolavoro riesce a raccontare tutte le caratteristiche di un uomo, senza usare la solita narrazione distaccata e nemmeno spingendo in modo poco appropriato la drammaturgia verso l’esasperazione di pregi o difetti, bensì, coglie delicatamente un modo di essere, facendo centro sulla verità di un uomo così com’è, vero e geniale.
Da vedere? Assolutamente si e anche subito!