Trama, trailer e recensione di Lockdown all’italiana la nuova commedia scritta e diretta da Enrico Vanzina, con Ezio Greggio e Paola Minaccioni. Dal 15 ottobre al cinema distribuito da Medusa Film

Lockdown all'italiana trama, trailer e recensione in anteprimaLockdown all’italiana, il primo film scritto e diretto da Enrico Vanzina, dopo la scomparsa di Carlo, ci porta a Roma nei mesi del lockdown per seguire le vicende di due coppie, “scoppiate” proprio alla vigilia del Decreto Governativo che ha fermato tutta l’Italia per limitare la diffusione del Covid-19. Restrizione che obbliga i quattro malcapitati, Ezio Greggio e Paola Minaccioni da una parte e Ricky Memphis e Martina Stella dall’altra, a dover affrontare, loro malgrado, una convivenza forzata con le rispettive ex dolci metà. Riuscirà la vicinanza forzata a riunirli?

 

Una commedia tragicomica in cui tanti italiani non faticheranno a ritrovare alcune delle situazioni che hanno caratterizzato anche il loro lockdown, tra smarkworking, workout e diete estenuanti per rimanere in forma, ricorsi a stratagemmi come il gettare la spazzatura, il jogging o portare in giro un cane finto pur di concedersi qualche minuto d’aria fresca. Oltre alla difficoltà di capire come orientarsi tra il valzer delle autocertificazioni, guanti monouso, mascherine e specialmente per le donne, come mantenere un aspetto decoroso senza parrucchieri ed estetisti.

Le risate non mancano, anche se non sono molte e per lo più dovute alla bravura di Paola Minaccioni e alla divertente spontaneità di Ricky Memphis. Una scelta probabilmente dovuta al fatto di voler si sdrammatizzare la brutta esperienza che in quei mesi ha accomunato tutta l’Italia, ma senza svilirne eccessivamente la drammaticità, inserendo momenti di riflessione sull’isolamento e la solitudine di quei giorni e accenni alla condizione delle persone anziane. Così facendo però, ha dato vita a un ibrido in cui non sono totalmente convincenti né i toni della commedia (come quelli a cui ci hanno abituato i Vanzina), né quelli drammatici che risultano “tiepidini” e un po’ stentati. Ma sicuramente gli va riconosciuto il merito di aver provato a raccontare in un modo diverso e con una ventata di leggerezza, un periodo buio e pesante della nostra storia.