Approda il 1° dicembre sul grande schermo La stoffa dei sogni il nuovo film di Gianfranco Cabiddu, meraviglioso omaggio a due mostri sacri del teatro, William Shakespeare e Eduardo de Filippo.
Complice la traduzione del grande Eduardo de La tempesta in napoletano del seicento, il legame con Shakespeare si coglie anche nel film La stoffa dei sogni, dove il regista Gianfranco Cabiddu miscela i protagonisti di un’altra opera sempre di De filippo: L’arte della commedia. Proprio da quest’ultima nascono i personaggi del film come Oreste Campese (Sergio Rubini) ed il direttore del carcere (Ennio Fantastichini).
Primo dopoguerra. Dopo il naufragio della nave che doveva consegnare quattro malavitosi al carcere dell’isola, in una zona non precisata della splendida Sardegna, una compagnia teatrale si ritrova a dover fare i conti con i delinquenti e Oreste è costretto a coprirli spacciandoli per attori: sono il Boss che ha perso (almeno così crede) il figlio in mare e due suoi scagnozzi. Il direttore del carcere però, appassionato di teatro, lancia la sfida: la rappresentazione della commedia darà il responso e si scoprirà chi è un attore e chi no.
Si confondono, come nei sogni, realtà e finzione, tele shakespeariane e filosofia napoletana, ed altre storie che completano le stoffa ed i suoi fili, intrecciando l’amore di Miranda (figlia del direttore) per Ferdinando (figlio scomparso del boss) e la vita radicata nel territorio del pastore Calibano (Fiorenzo Mattu) selvaggio e genuino, mentre Oreste tesse la sua tela, cercando di cucire ogni strappo che la vita e la strampalata rappresentazione gli offrono.
Ma proprio quando la recita sembra riuscire, quando anche detenuti e camorristi respirano la magia del palcoscenico, ora che il testo risulta loro più consono perchè in dialetto,cade un telo, fisicamente, dietro al palco ed in un secondo tutto torna reale e si perde la magia del teatro: gli impostori vengono scoperti ed i segreti svelati, il boss ritrova la gioia di un figlio e si condanna alla galera, con le lacrime agli occhi dalla felicità.
Qualche tempo fa ho assistito alla proiezione di un altro film di Cabiddu, su De Andrè e la Agnata. Non c’è dubbio che la Sardegna e la sua magia siano presenti anche in questo mirabile film, capace di cogliere le sfumature di due importanti autori e del loro legame, proprio con lo sfondo smeraldo del mare. Sergio Rubini interpreta un Campese che la trama vede più pilotato dagli eventi che vero tessitore ed Ennio Fantastichini riesce a mantenere il distacco che il direttore, solo, perché abbandonato dalla moglie, sente verso il mondo (compresa la figlia), ponendo tra sé e il resto delle persone un inaccessibile mare in tempesta.
Metafore e filosofia, sentimenti e natura, storia e teatro e tanti spunti letterari da approfondire.
Non credo si possa chiedere di più ad un film impreziosito dall’ultima apparizione sullo schermo di Luca De Filippo.
Siamo fatti della stoffa dei sogni, circondati dal sonno.
Silenzio allora!
Si va in scena! Buona visione.