Trama, trailer e recensione de La Casa di Jack, il nuovo horror thriller di Lars von Trier, con Matt Dillon e Bruno Ganz. Dal 28 febbraio al cinema distribuito da Videa
Partiamo dal fatto che La Casa di Jack non è il classico film, ma dal regista Lars von Trier ci aspettiamo cose del genere. Impressionante invece il cast internazionale che ha raccolto per i personaggi principali: Matt Dillon è il serial killer Jack, protagonista della vicenda, che ricorda vagamente Mickey Knox di Natural Born Killers e il Dottor Lecter de Il silenzio degli innnocenti per la freddezza, accanto a lui toviamo lo scomparso Bruno Ganz (noto per Il cielo sopra Berlino, Pane e Tulipani ed il suo memorabile Hitler La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler) che farà da Virgilio in questo viaggio all’inferno del Dante serial killer. Uma Thurman è una delle sfortunate donne che incontreranno Jack sulla loro strada, e vi posso dire, senza fare spoiler, che è anche quella che se l’è cercata di più. Le protagoniste femminili hanno già tutte lavorato precedentemente con Lars, tranne Riley Keough per la quale il film segna la prima collaborazione col regista danese.
Stati Uniti anni ’70, questa l’ambientazione scelta da von Trier per La casa di Jack, anche se in realtà il film è stato girato in Europa e il regista non ha mai messo piede sul suolo americano e non conosce di persona luoghi e caratteristiche del popolo nord americano, che invece racconta in modo egregio. È qui che seguiamo l’astuto Jack attraverso 5 episodi, 5 ”incidenti” ed altrettanti omicidi, in cui si mette in mostra, ma in realtà gli omicidi sono molti di più. Ma lui ci racconta questi in particolare, come se stesse descrivendo delle opere d’arte, dove ogni volta rischia sempre di più di essere scoperto, come se volesse essere catturato, ma il fato gli dà inaspettatamente sempre una mano. Immagini crude, che spesso disgustano anche un pubblico più maturo e svezzato, tanto che raramente si riesce a provare simpatia per l’assurdità di questo killer, anche se viene rappresentato come un ”simpatico” fuori di testa.
Insomma dopo aver girato tanti film su donne buone, Lars von Trier ha fatto un film su un uomo malvagio, come da lui stesso dichiarato durante la conferenza stampa post proiezione. E devo dire che a suo modo ci è riuscito, con ambientazioni curate, a volte anche troppo crude e con una descrizione dell’inferno a metà tra quella che ci immaginiamo tutti ed una sua personale visione, visione d’artista senza alcun dubbio. Con il risultato di presentare allo spettatore un film strano, che ha scandalizzato addirittura la critica. Ma in fondo Lars von Trier, non è il solito regista: o si ama o non piace, e se invece non lo conoscete, questa potrebbe essere l’occasione per farlo, perché in fondo un genio è sempre un genio, anche se compie un’opera difficile da comprendere.
Buona visione!