Mulino Bianco firma La Carta del Mulino, prendendo un impegno 100% sostenibile che inizia dal biscotto Buongrano

La Carta del Mulino Mulino Bianco

Paolo Barilla e Gaetano Benedetto DG WWF Carta del Mulino

Pare che la parola sottrazione sia sinonimo di sostenibilità: meno plastica, meno agenti chimici, meno OGM. Suona decisa, forte di un impegno potente quasi quanto un passaparola. Il punto di svolta è un qualcosa di molto personale ma allo stesso tempo molto altruistico perché le nostre abitudini di consumo e i nostri comportamenti hanno una eco chiara e scandita sulle persone e sull’ambiente. La svolta può farla anche un biscotto -la sostenibilità ha infatti anche un suo sapore ed è buono, anzi Buongrano: tondo e realizzato con 100% farina di grano tenero da agricoltura sostenibile. Il brand Mulino Bianco che appartiene al Gruppo Barilla -tra i giganti del Made in Italy- ha da poco lanciato La Carta del Mulino presentata nello stabilimento di Castiglione delle Stiviere alla presenza del vice presidente Paolo Barilla: un disciplinare a quattro mani -perché nato in collaborazione con il WWF– incentrato sull’agricoltura sostenibile attraverso la definizione di dieci regole per cui sostenibilità vuol dire anche “più alternative”. O meglio dieci. Rotazione delle colture per un terreno più fertile, utilizzo di metodi fisici (ad esempio la refrigerazione) per la conservazione del grano in modo da evitare -o ridurre- il ricorso a prodotti chimici che alle volte sono sì la soluzione più veloce, ma anche la più dannosa per l’ambiente. Queste sono soltanto alcune delle regole che aggiungono un pezzetto in più di strada al percorso che vede una Barilla camminare veloce già da tempo per garantire un’alimentazione sana proveniente da filiere sicure e per tutelare la biodiversità.

La Carta del Mulino verrà presto estesa a un’ampia gamma di prodotti Mulino Bianco: ad oggi hanno aderito al disciplinare circa 500 aziende agricole e l’obiettivo è quello di arrivare a 5000 a fine progetto.

Barilla fa anche una promessa ai fiori: il 3% dei campi sarà destinato alla loro coltivazione così da favorire l’insediamento di insetti impollinatori e assicurare biodiversità. Restando in tema di percentuali, è da riconoscere all’azienda italiana un altro grande impegno che l’ha portata a ridurre del 54% le emissioni di gas serra e del 47% l’utilizzo di acqua. L’obiettivo suona “Buono per Te, buono per il Pianeta”.

Avete già comprato i vostri Buongrano?

By Giorgia Giuliano