Trama, trailer e recensione in anteprima de Il lago delle oche selvatiche, il suo avvincente thriller del regista Diao Yinan. Dal 13 febbraio al cinema distribuito da Movies Inspired

Il lago delle oche selvatiche trama trailer recensione“La Cina ha sofferto indicibili tragedie e oggi la corsa alla modernizzazione e allo sviluppo ci ha fatto dimenticare i valori nobili della filosofia e della letteratura tradizionale cinese. Esisterà sempre la tristezza, in ogni società, perché nessun sistema è in grado di cancellare la sofferenza e la paura della morte”.
Queste le parole del regista Diao Yinan regista de Il lago delle oche selvatiche.

TRAMA

La fame di potere, l’avidità e il tradimento esistono in tutte le società, con alcune differenze di forma e di grado. I personaggi di questo film, affrontano le loro paure senza perdere la dignità di esseri umani, anche a rischio della loro stessa vita. Siamo in un piccolo paese della Cina. Un capobanda in cerca di redenzione e una prostituta pronta a rischiare tutto per riavere la sua libertà si ritrovano inseguiti dalla polizia. Sulle rive del Lago delle Oche Selvatiche si giocherà l’ultima partita che deciderà il loro destino.

In una notte di pioggia, un uomo e una donna si incontrano in una piccola stazione di periferia, questa la scena iniziale che darà il colore ed il sapore a tutto il film. Il delicato rumore dell’acqua che cade sul pavimento ed il silenzio echeggiante della notte fanno da cornice ad un incontro che da subito si veste di complicità e fiducia.

TRAILER UFFICIALE IN ITALIANO

 

RECENSIONE DE IL LAGO DELLE OCHE SELVATICHE

L’utilizzo di numerosi flashback ci permette di mantenere una certa distanza dalla storia, che a tratti è decisamente coinvolgente e diretta, cruda e sensuale.

Il regista ammette di essere stato ispirato nel costruire la sceneggiatura da strutture drammaturgiche basate sullo straniamento. Il cui scopo appunto è quello di evitare il coinvolgimento emotivo dello spettatore ma soprattutto di suscitare un atteggiamento analitico e critico rispetto ai fatti rappresentati.

Tra le sue fonti, ricordiamo a tal proposito I narratori di Brecht, che interrompono il flusso del racconto proprio per riportarci alla ragione.

Molti i rimandi strutturali anche ad un altro testo antico ed unico nel suo genere, Le mille e una notte, come la sessualità, l’uso dello spazio e i ritmi attoriali.

La libertà con cui le scene si susseguono, i movimenti e i gesti, danno corpo a tutto il lavoro, privilegiando così il piano poetico ed estetico del film. I particolari, le inquadrature e gli sguardi contornati da brevi silenzi, sono l’espressione di una finissima arte del raccontare.

Il regista Diao Yinan conosce bene le grandi città cinesi, nelle sue storie infatti risuona la vita reale. Rappresentare il jianghu, il mondo sotterraneo della criminalità e della marginalità che vive nelle periferie in continua espansione delle grandi città cinesi, si può considerare una scelta pericolosa ma romantica. Scelta dietro cui si intravede uno sguardo al futuro decisamente ottimista.

L’immagine pulita e istituzionale delle autorità, le forze dell’ordine e il jianghu, rappresentano un mondo a parte, indispensabili gli uni agli altri, compatti ed inseparabili.

Ma la “cavalleria” (xia) e la “virtù” (yi) non sono una questione di disciplina o di solenni giuramenti, emergono dalle emozioni e dai desideri di ogni singolo personaggio, permettendo allo spettatore di decifrarne l’umanità più profonda.

Cari lettori, Il lago delle oche selvatiche è un film fuori dal comune, emotivamente toccante e tecnicamente studiato che merita di essere visto e contemplato.