Da domani in tutte le sale la commedia campione d’incassi in Francia: Il complicato mondo di Nathalie. Si ride, ci si commuove, ci si identifica. Un film che tutte le donne dovrebbero vedere. Distribuito da Officine Ubu
Il nuovo film dei registi David e Sthéphane Foenkinos (La tenerezza, 2011) narra la storia di una bellissima donna alla soglia dei 50 anni che, d’improvviso, si trova catapultata in una vera e propria crisi esistenziale. Nathalie interpretata da una magistrale Karin Viard (La famiglia Bélier, Polisse, Delicatessen… solo per citarne alcuni), è una professoressa di Lettere divorziata madre di una diciottenne, Mathilde (una bravissima Dara Tombroff), talentuosa ballerina, ragazza bellissima e innamorata.
Il titolo originale del film, Jalouse, descrive, con una sola parola, la principale “malattia” che, come un condor, assale Nathalie: la gelosia. Una gelosia del tutto immotivata, assolutamente fuori controllo, che fa apparire Nathalie come un’adolescente di ritorno. Un sentimento malato che si manifesta in maniera eclatante, imbarazzante e fastidiosa inizialmente nei confronti della figlia di cui la madre invidia tutto: la bellezza, la giovane età, l’immenso talento nella danza classica, l’amore.
La scena in cui per la prima volta emerge con forza tutta l’odiosa gelosia di Nathalie accompagnata da un profondo egoismo, si svolge a tavola durante una cena in cui è presente anche Felix, il fidanzato della figlia. Assistiamo a una vera e propria inversione di ruoli: non capiamo più chi sia la madre e chi la figlia. Nathalie flirta apertamente con Felix e, nel momento in cui riceve un sms da un suo pretendente, Sébastien (Bruno Todeschini, calato alla perfezione nel suo personaggio), si comporta esattamente come un’adolescente. Una scena emblematica e che forse racchiude tutto il senso del film e del personaggio che la Viard va a interpretare: comico, divertente, ma terribilmente fragile perché afflitto da un profondo malessere di fondo.
Ed è proprio per questo che lo spettatore è portato a solidarizzare con la protagonista. Ne emerge un personaggio che ci fa ridere fino alle lacrime ma anche commuovere per la malinconia che si porta con sé. Complessivamente ne esce fuori un ritratto di grandissima umanità in cui tutti noi finiamo per identificarci, probabilmente anche perché il personaggio di Nathalie, pur essendo scorretto, non è feroce, la sua è una cattiveria maldestra.
È come se lo spettatore fosse indotto a perdonarla (molti avranno dato la responsabilità agli ormoni, all’arrivo della menopausa!) perché la vede nella sua goffaggine esilarante e, al contempo, tenera, quasi come fosse, appunto, qualcosa che le arriva ma che lei non riesce a governare.
A ogni modo la gelosia di Nathalie si estenderà ben presto a tutti: amici, spasimante, colleghi e persino vicini. La tensione drammatica raggiungerà un punto massimo da cui poi, inevitabilmente, non potrà che esserci un cambiamento, una rinascita. Nathalie proverà a rimettere insieme i pezzi in un tentativo più che di redenzione, di accettazione di sé per quello che è stata.
Il complicato mondo di Nathalie è un film vero, a tratti davvero coraggioso, che affronta temi non facili con i quali una donna, e soprattutto una mamma, fatica a confrontarsi.
Oscilla continuamente tra commedia intelligente ed esilarante e film drammatico/melanconico.
L’equilibrio è perfetto, la regia e il montaggio impeccabili, gli attori chirurgici nella parte che interpretano.
Da vedere assolutamente.