Goldstone trama trailer recensioneL’8 Agosto arriva nelle sale italiane il quinto lungometraggio del regista Ivan Sen, Goldstone. Un thriller western che racconta una storia di schiavitù, potere e corruzione nell’entroterra di un’Australia contemporanea, passando attraverso le radici di un popolo e il suo antico legame con la terra.

Protagonista del film è un detective di origini aborigene, Jay Swan che viene inviato a Goldstone, una città mineraria nel deserto australiano, per indagare sulla scomparsa di una ragazza asiatica.

Qui l’uomo incontra subito l’opposizione del giovane poliziotto locale Josh e subisce velate minacce dal sindaco Mrs Maureen e dal direttore della miniera Furnace Creek, protetti da un servizio di sicurezza violentissimo e da una rete di interessi legati alle attività minerarie che vedono coinvolta l’intera comunità.

Poco alla volta, aiutato da altri abitanti aborigeni e dallo stesso Josh, Jay viene a conoscenza di una tratta di donne tenute prigioniere e costrette a prostituirsi.

Inizia così la caccia alla verità, in un’Australia in cui le imprese possono fare affidamento su società di sicurezza private fortemente armate e in cui la schiavitù avviene attraverso la confisca dei passaporti.

Difficile impresa quella del nostro eroe poliziotto! Secondo voi basterà togliere un po’ di polvere per vedere il tavolo pulito o come puntualizza il giovane Josh, “in un posto come questo la polvere si riforma subito, dunque Jay, non ne vale proprio la pena”?

Cosa o chi, gli farà cambiare idea? Sappiamo di solito cosa accade agli eroi dei fumetti ma con il nostro ispettore country l’arido terreno dorato sarà benevolo?

Il deserto appare un luogo dove sarebbe impossibile celare qualcosa, è nudo, tuttavia, gli è stata messa una maschera dorata rendendolo il complice perfetto.

Con grande delicatezza ed abilità il regista Ivan Sen ha strutturato il suo film su un fortissimo simbolismo, giocando sulla caratterizzazione degli opposti e dei contrasti sia scenici che dei personaggi.

La fotografia ha una veduta su ampi spazi desertici grazie alle riprese effettuate dall’alto con droni, per poi soffermarsi sul particolare paesaggistico di rilievo.

La scelta dei personaggi è ben calibrata ed il loro senso in scena è il perfetto equilibrio tra ciò che si vede è quello che realmente è ma senza cadere nel banale luogo comune del “non è ciò che sembra”.

L’aspetto dei personaggi infatti, non li identifica nel ruolo interpretato, ma crea contrasto con esso, potenziandone l’effetto scenico.

Il cattivo questa volta è donna e veste gli abiti del sindaco, il suo personaggio è talmente dolce da diventare sadico, va oltre la classica concezione di “cattivo”, c’è una lettura drammaturgica molto più forte dietro e vi assicuro che il risultato finale è positivamente agghiacciante. Il suo sorriso plastico ed imbalsamato in un cinismo ed arrivismo pungenti come lame, tengono in pugno tutto il film, ferendo un po’ alla volta e un po’ovunque nel corso della storia.

Jay, poliziotto dall’aspetto rude e trascurato è l’eroe buono che combatte da solo contro il sistema, Josh, il giovane poliziotto locale si è invece adeguato ad esso per sopravvivere, dimenticando quali fossero i suoi ideali, egli ha il viso pulito di colui che ancora non conosce il mondo, eppure diventa il secondo eroe del film, sfoderando coraggio ed integrità.

Due eroi molto diversi tra loro, come ogni western comanda ed una trama dai molti spunti sociali, morali ed economici spingerebbe chiunque alla visione di questo film.

Si può affermare decisamente che Goldstone, è una rappresentazione sfumata del razzismo australiano nelle vesti di un western.

Storia, contenuto, azione e recitazione sono ingredienti ben mescolati che attecchiscono alla perfezione su di un terreno dorato e leggendario come il deserto.

Cari lettori non lasciatevi depistare dal genere western che non tutti amano rischiando di perdervi questo bellissimo film, perché è molto distante da quello che potete immaginare.

Buona visione!