Trama, trailer e recensione de Gli anni più belli, il nuovo film di Gabriele Muccino, con Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria e Emma Marrone. Dal 13 febbraio al cinema distribuito da 01 Distribution

Gli anni più belli recensione del nuovo film di Gabriele MuccinoAnche se arriva alla vigilia di San Valentino, il nuovo film di Gabriele Muccino, Gli anni più belli non può definirsi un film sull’amore. Ovviamente l’amore c’è sempre, ma l’elemento focale, che vince anche sulle ragioni del cuore, è l’amicizia. Protagonisti sono, infatti, quattro amici Giulio (Pierfrancesco Favino), Gemma (Micaela Ramazzotti), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria), che seguiamo dall’adolescenza all’età adulta in un arco di tempo di quarant’anni, dal 1980 ad oggi.

Conosciamo così Giulio, l’idealista del gruppo, convinto di poter cambiare il sistema e soprattutto determinato a non diventare come suo padre. Anche se suo malgrado la vita lo porterà a diventare proprio ciò che non avrebbe mai voluto, tradendo così tutti i suoi principi e ritrovandosi costantemente insoddisfatto e pentito delle scelte fatte ma incapace di tornare sui suoi passi.

Gemma, invece,  rincorre l’amore che non ha mai avuto modo di vivere pienamente, anche a causa della scomparsa precoce dei suoi genitori. Così la vediamo prima aggrapparsi a un uomo realizzato nell’illusione di sentirsi realizzata a sua volta, per poi rimpiangere quel ragazzo concreto e senza grilli per la testa, che la metteva al centro di tutto, nonostante le difficoltà della vita. Lei così ingenua e bisognosa di protezione e al tempo stesso così sexy da mettere a repentaglio l’amicizia fraterna tra Giulio, Riccardo e Paolo.

E a proposito di Paolo, appassionato da sempre di uccelli, lo immaginiamo inseguire una carriera da ornitologo, mentre a sorpresa lo scopriamo più concreto degli altri, impegnato a lottare contro il precariato mentre cerca di trasmettere i suoi valori e principi alle generazioni future. Un uomo rimasto da sempre fedele a sé stesso, optando per la solitudine pur di rimanere per sempre fedele al suo primo e unico amore adolescenziale: Gemma.

Dulcis in fundo, Riccardo o, come lo chiamavano i suoi amici, “sopravvissuto”, perché scampato a morte certa dopo essere stato colpito da un proiettile vacante durante una manifestazione. Sicuramente il più coerente di tutti, che continuerà a perseguire i suoi ideali di gioventù anche quando avrà perso tutto, suo figlio e sua moglie Anna compresi. Quest’ultima interpretata da una Emma Marrone che, all’esordio come attrice, riesce a portare in scena quella spontaneità con cui è riuscita a conquistare i suoi tanti fan e che ha reso davvero convincente la sua prestazione.

Dopo averceli presentati adolescenti, alle prese con le prime esperienze di vita, Muccino, abbatte la quarta parete facendoci diventare i confidenti delle loro speranze giovanili, le delusioni, i successi e i fallimenti che fanno da sfondo a una grande storia di amicizia e amore. Una storia intensa e coinvolgente, anche grazie alla splendida interpretazione di tutto il cast, che racconta anche l’Italia e gli italiani attraverso la narrazione dei fatti di cronaca che hanno segnato il nostro Paese a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 (i Mondiali dell’82, la caduta del muro di Berlino, Mani Pulite, l’ascesa politica di Berlusconi, l’11 settembre, ecc). Così facendo il regista rappresenta il grande cerchio della vita, inesorabilmente segnato dal tempo che passa e caratterizzato sempre dalle stesse dinamiche che si ripetono anche se in epoche diverse. Un modo per ricordarci chi siamo, da dove veniamo e anche dove andranno e chi saranno i nostri figli.

 

Come tutti i film di Gabriele Muccino, Gli anni più belli, travolge lo spettatore con il suo carico di emozioni, che vanno dalla nostalgia per il tempo passato, al rimpianto per ciò che non si è riusciti a fare, alla commozione per la bellezza delle relazioni umane di cui, in questi tempi dominati dai social network, si è un po’ perso il sapore.

Relazioni umane di cui il regista ci offre uno splendido quadro mostrandocele in tutte le loro forme. Infatti al centro della narrazione non c’è solo la storia di una grande amicizia, ma anche di un grande amore in tutte le sue declinazioni: da quello di coppia a quello per i figli. E proprio questa molteplicità di punti di vista e livelli narrativi rende il film adatto a tutta la famiglia. Con i giovani che si riconosceranno nelle lotte dei protagonisti adolescenti per costruire la propria strada e gli adulti che, spesso a dispetto dell’età, si sentono ancora figli, non potranno non riflettere sul rapporto con i loro figli, il peso delle responsabilità e sulla leggerezza di quegli anni che, probabilmente, sono stati, anche per loro, “gli anni più belli”!