Giovanni Floris

Giovanni Floris

L’ospite del nostro caffè di oggi, non ha bisogno di molte presentazioni, perché è uno dei volti più noti e amati del giornalismo italiano, grazie al successo mediatico raggiunto prima con la trasmissione televisiva di Rai Tre “Ballarò” e ora con “diMartedì” su La7. Di chi stiamo parlando? Di Giovanni Floris, naturalmente!

Bravissimo giornalista e conduttore di talk show televisivi, ha ricevuto in carriera numerosi premi e riconoscimenti per il suo lavoro. Amante del cinema, sportivo (gioca a calcio e pratica judo), Giovanni Floris ha scritto diversi saggi e romanzi. Noi abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con lui proprio in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo “La prima regola degli Shardana” edito da Feltrinelli.

La scrittura è come una terapia, uno zoom su se stessi e anche su quanto ci circonda. Che differenza ha provato tra lo scrivere un saggio e un romanzo?

“Il giornalismo è rigore, la narrativa è libertà.”

Scrivere richiede momenti di solitudine e una forza creativa; ci sono momenti della giornata in cui secondo lei è più facile trovare questa pace e desiderio di esprimersi?

“Forse per la professione che faccio non ho mai legato la possibilità di scrivere allo stare da solo… in redazione si vive nel caos, da inviato ti trovi a scrivere nei posti più assurdi… quindi devo dire che il desiderio di esprimermi non lo collego alla pace!”

Un personaggio del suo nuovo romanzo è un giornalista, stanco di sentire i politici: Giovanni Floris è mai stanco di ascoltare i politici?

“Tanto quanto tutti noi, a volte, siamo stanchi del nostro lavoro!”

Nel libro si avvertono alcune note nostalgiche, un certo guardare a come eravamo e a come saremmo potuti essere, lei ha un sogno nel cassetto non ancora realizzato e che ogni tanto rispolvera?

“Tanti, tutti ormai difficilmente realizzabili. Del genere segnare in rovesciata alla finale di Champions League…”

Leggendo le vicende dei tre protagonisti, tutti in qualche modo insoddisfatti della vita che fanno e decisi a cambiare, sembrerebbe però che per quanto ci si sforzi questo non sia possibile. Secondo lei se lo si vuole veramente i cambiamenti sono possibili? E a 50 anni?

“Sempre possibili. E i nostri Shardana, nel romanzo, ce lo insegnano.”

Nel romanzo riprende un tema tipicamente italiano, il connubio calcio-politica, secondo lei perché pur essendo argomenti così diversi sono da sempre così indissolubilmente legati?

“Le vere passioni sono spesso legate l’una all’altra!!”

Le piacerebbe scrivere un libro per bambini? Su quale tema si concentrerebbe per creare un contatto con un pubblico così tanto prezioso?

“Con Lorenzo Terranera lo abbiamo fatto. Immagini e parole, per bambini. Storie di bimbi senza storia e Tu 6. Lorenzo disegnava, io scrivevo i testi. Un’esperienza bellissima.”

Come prende il caffè?

“Nero, forte, ma con un cucchiaino di zucchero.”