Il 17 novembre viene celebrato dalle associazioni studentesche come la Giornata dello studente in ricordo di una manifestazione e repressione poi, di alunni e professori nel 1939 in Cecoslovacchia da parte del Terzo Reich. La ricorrenza fu spesso occasione di manifestazioni e relativi scontri in altre epoche e verso altri regimi oppressivi, non solo contro i Nazisti.
Armati di lettere e sogni, di uguaglianza e libertà d’espressione, di pensieri e parole, gli studenti (spesso a fianco dei professori) hanno sempre mal digerito censura e regimi. La forza incosciente della giovinezza, l’ardire focoso delle menti fresche nutrono e si nutrono delle rivoluzioni, verso la scelta del nuovo, il rifiuto dell’ingiustizia e l’idiozia della guerra. Vi ricordate come era bello scoprire il sapere, la storia, la cultura e le parole, che ce la raccontavano? e le manifestazioni non sempre così limpide o chiare nelle motivazioni, di sicuro decise e definitive: noi da una parte ed il mondo dei corrotti e dei nemici della libertà dall’altra.
Il diritto a studiare, a sapere, a conoscere è l’indice della prosperità civile e culturale di un popolo. La libertà di esprimersi, pubblicare, dissentire, fare satira vanno di pari passo con l’istruzione e la cultura della legalità di una nazione.
Quando gli studenti scendono in piazza per l’ennesimo taglio della finanziaria all’istruzione, quando una riforma riduce le ore di studio di alcune materie fondamentali in nome del progresso e del futuro “mondo del lavoro” a cui la poesia e la riflessione, la capacità di giudizio e critica non servono, quando tuo figlio indossa abiti e simboli estremi con un po’ di confusione forse, ma con la vita negli occhi, quello è il momento di ascoltarli e comprenderli ancora di più: sosteniamoli!
Di sicuro non tutti sanno esattamente per cosa combattono. Ma almeno loro non si sono arresi e in tutte le epoche, contro i grandi o piccoli mali della democrazia, contro l’affabulatore o il tiranno sanguinario, a loro tocca far saltare l’allarme, non abbassare la guardia, non disperdere le conquiste e i sacrifici di chi ha lottato prima di loro e soprattutto, non state zitti:
non ci stancheremo mai di ripeterlo,
difendiamo le parole! difendiamo il diritto allo studio!