Finché mela non ci separi – disquisizioni biologiche su differenti vedute amorose recensioneNon è la prima volta che vado a teatro dalla fine del lockdown ma è la prima volta che scrivo un pezzo su ciò che ho visto, sarà che mi mancava il teatro, sarà che quando si parla d’amore io mi sciolgo, sarà che devo mettere per forza tre frasi in un elenco ma a me “Finché mela non ci separi – disquisizioni biologiche su differenti vedute amorose” diretto e interpretato da Matteo Milani con Lara Balbo e Francesco Mastroianni, è piaciuto e ve lo consiglio.

La storia sarebbe quella di Adamo ed Eva, più o meno conosciuta da tutti. Dio, il serpente, la mela… e allora cosa c’è di nuovo da vedere? Probabilmente nulla, eppure c’è modo e modo di narrare una stessa storia. Il testo è adattamento liberamente ispirato a “Il diario di Adamo ed Eva” di Mark Twain, che io non ho letto e quindi non posso dirvi quanto la semplicità della narrazione derivi dal testo originale e quanto dipenda dalla scelta di Laura Balbo e Matteo Milani. Quello che posso dirvi è che “Finché mela non ci separi – disquisizioni biologiche su differenti vedute amorose” racconta l’incontro e scontro tra la prima donna e il primo uomo e il conseguente innamoramento con parole semplici che arrivano allo spettatore.

Durante la performance sono stato assorto e ho riso, a tratti mi sono ritrovato in quello che vedevo. Il ruolo di Dio poi è affidato ad un azzeccatissimo Francesco Mastroianni autore delle musiche e della miglior interpretazione. La regia dello stesso Matteo Milani è semplice e non pretenziosa. Lo spettacolo in sé non è impegnativo, magari dopo tutte le preoccupazioni passate negli ultimi anni un po’ di vecchio e sano romanticismo è quello di cui abbiamo bisogno!

L’amore è una piacevole conquista, non un idillio.