Le pagelle della seconda serata di Sanremo 2021 tra un colorato pubblico di palloncini, un’emozionante Laura Pausini, lo scoppiettante medley di Elodie e gli altri 13 campioni in gara
La seconda serata del Festival di Sanremo 2021 parte subito in quarta con Fiorello che fa il suo ingresso, tra un pubblico fatto di palloncini colorati, vestito da Corvo. Menzione speciale per gli autori musicali del Festival, con alcune performance niente male: “La solitudine” cantata da Fiorello con la base dei Queen e il medley di Elodie, la canzone stile Vasco e l’amarcord con la Cinquetti, Leali e Marcella Bella. In questa seconda serata del Festival è presente anche Gigi D’Alessio con la sua fusion rap melodica.
Achille Lauro continua il suo show con Claudio Santamaria e Francesca Barra, in un omaggio a Tarantino.
Bellissima l’emozione di Laura Pausini, sempre unica. “Io sì” è una vera perla. Poi si lascia coinvolgere da Fiore e Amadeus facendoci ripiombare negli anni ’90.
Inizia subito la gara delle nuove proposte:
01 Wrongonyou – Lezioni di volo. Suona la sua chitarra acustica mentre canta, una bella voce.
02 Greta Zuccoli – Ogni cosa sa di te. Sognante, leggera, forse troppo. In rosso, voce che graffia nel finale.
03 Davide Shorty – Regina. Inizio soul e R&B, ma molti generi si affacciano nel brano. Classico tentativo di essere tutto e niente. Aria, evanescente.
04 Dellai – Io sono Luca. Ci siamo già occupati di loro. Sui social sono già stati ribattezzati “i Figli di Bugo”, per la strana somiglianza col Big. Allegri e sorridenti, portano avanti il loro pezzo spensierato, figlio di una riflessione non scontata su adolescenza e solitudine. Tanta vitalità.
Passano Davide Shorty e Wrongonyou che si aggiungono a Folcast e Gaudiano per la finale di venerdì.
Veniamo adesso alla gara dei campioni:
Orietta Berti – Quando ti sei innamorato. Che dire, un senso della musica che trova radici nel passato, per il Festival dei giovani. Sogneranno gli over sessanta e forse non solo loro. Lei non sbaglia, lo stile è impeccabile e avrebbe tanto da insegnare.
Bugo – E invece sì. Troppo insicura la voce all’inizio, anche se questo è il suo stile. Il brano non è male e Bugo ci mette del suo crescendo nell’inciso. Chissà…
Gaia – Cuore amaro. Animo latino, testo interessante e perfetta la voce. Forse troppo?
Lo stato sociale – Combat pop. Teatrali, rock’n’roll, giocando con un pacco da aprire, in un periodo in cui l’acquisto on line la fa da padrone. Solito ritornello, sul non sentirsi rock star, “la moda passa, lo stile resta”. Il loro si riconosce.
La rappresentante di lista – Amare. Bella, perché l’alternanza di ritmica, il travolgente ritornello preceduto da più di un canto, fomentato dalla voce importante della vocalist, riempie ogni vuoto, anche quando lo lascia appositamente assaporare. Bravi.
Malika Ayane – Ti piaci così. Lei ci piace, lo stile e il timbro sono una garanzia e questo pezzo dal ritmo sicuro e incalzante trova la giusta armonia con la dolcezza graffiante del canto. Funziona.
Ermal Meta – Un milione di cose da dirti. Doti canore riconosciute ormai da anni per questo artista, delicato e profondo. Nel giro armonico del ritornello la ricerca di non cadere nel solito schema.
Extraliscio e Davide Toffolo – Bianca Luce Nera. Eccentrici, folk, al limite del non sense. Usciti da una sagra popolare, ma dal contenuto importante.
Random – Torno da te. Inizio romantico, molto. Ballata che avrebbe bisogno dell’appoggio di una voce importante, stile Renga. Non adatta, forse, nonostante l’impegno.
Fulminacci – Santa Marinella. Cantautore chitarra e voce, lontano dalle riconoscibili caratteristiche e difetti dei vari Ultimo, forse troppo preciso e per questo anonimo. Ma del resto Diodato non era lontano da questo stile asettico.
Willy Peyote – Mai dire mai (La locura). Ironico e graffiante, un rap contro il commerciale, il trend imposto nel mondo musicale dal trap. Ce n’è per tutti. Tormentone.
Gio Evan – Arnica. Il dolore, l’amore, la sofferenza. In realtà sembra il racconto di una vita, la musica può curare. Da un poeta un testo profondo. Emozionante.
Irama – La genesi del tuo colore. In concorso nonostante i problemi. Meno male, perché è veramente un artista da seguire. Look da dannato, faccia d’angelo e importanti capacità. Bravo. Il brano pompa come si diceva una volta, tra tecno e rock.
La classifica premia Ermal Meta e Annalisa per ora.
La storia di Elodie chiude il festival, la sua voce è consapevole di quello che ha vissuto. Vera. Da sempre.
Canta Mina e non ce n’è più per nessuno…