Esce il 12 marzo “TRIBÙ URBANA”, il nuovo album di inediti di ERMAL META, contenente 11 brani, tra cui “UN MILIONE DI COSE DA DIRTI”, in gara al 71° Festival di Sanremo. Ecco il racconto della presentazione durante la conferenza stampa su Zoom
Lo scorso 25 febbraio Ermal Meta ha presentato il suo nuovo attesissimo album di inediti “Tribù Urbana” (pubblicato su etichetta Mescal e distribuito da Sony Music) durante una conferenza stampa in streaming a cui abbiamo partecipato anche noi di Lifestyle made in Italy.
Il nuovo lavoro, che arriva a tre anni di distanza dall’ultimo album in studio, “Non Abbiamo Armi”, contiene anche il singolo “Un milione di cose da dirti” con cui l’artista sarà in gara alla 71esima edizione del Festival di Sanremo.
In conferenza Ermal Meta ha raccontato che il nuovo album è un disco diverso con un forte impulso ritmico e un suono in equilibrio tra sonorità internazionali e quelle tipiche del cantautorato italiano. Canzoni nate pensando a chi le avrebbe ascoltate e cantate a squarciagola durante i suoi concerti live. Concerti di cui ha confessato di avere una grandissima voglia, per questo ha deciso di tornare sul palco dell’Ariston perché al momento è l’unico modo per esibirsi live, anche se il pubblico non sarà presente.
Come dichiarato dall’artista stesso: “Il suono di “Tribù Urbana” è il risultato della commistione di generi diversi, c’è la parte classica del cantautorato perché la lingua italiana ha bisogno di un suono che la sostenga, come avviene nella ballad “Un milione di cose da dirti”. Ma non ho voluto focalizzarmi su un unico genere, perché la musica è tutta bella, quindi ho voluto riportare nelle canzoni del nuovo album i miei ascolti di questo momento”.
Un album in cui si evidenzia l’altissimo livello di scrittura dell’artista, sia quando dà voce ai sentimenti, sia quando racconta il mondo attraverso storie di vita, guardando negli occhi uno ad uno i componenti della “Tribù Urbana”, attraverso suoni e parole che diventano i colori distintivi di questo nuovo progetto di Ermal Meta.
“GLI INVISIBILI”
Un progetto discografico attraversato dalla “gentilezza degli ultimi” e dalla forza dell’esercito de “Gli invisibili“, titolo di una delle undici canzoni presenti nell’album. Canzone nata durante un viaggio del cantate negli Stati Uniti, dove ha scattato molte foto soprattutto ai senzatetto che si trovava spesso davanti. Uno di questi gli raccontò la storia della sua vita e quel giorno era tra l’altro il suo compleanno. Colpito dalla bellissima storia del senzatetto decise che l’avrebbe scritta perché meritava di essere raccontata e nessuno l’avrebbe fatto perché queste persone sono invisibili agli occhi degli altri. E anche a lui è capitato di sentirsi invisibile, quando sentiva altri interpretare le sue canzoni cercando di spiegarle al posto suo, ma qualcuno gli disse: “Cerca di restare invisibile perché gli invisibili a un certo punto imparano a volare”, ed è stato allora che ha deciso di diventare un cantautore.
“Mi chiedevo come potessero avere la presunzione di spiegare le mie canzoni, visto che le avevo scritte io. Ero stufo, così ho deciso di cantarle da solo, così se qualcuno lo chiede posso dare l’interpretazione autentica, essendone l’autore”.
“NINA E SARA”
E a proposito di invisibili, tra gli altri, nel nuovo disco, c’è anche un brano intitolato “Nina e Sara” che racconta una storia d’amore tra due ragazze. “Per i sogni siamo mille anni luce avanti, vedi le sonde che arrivano in questi giorni su Marte, ma per ciò che conta davvero, per la libertà individuale, siamo ancora nel Medioevo, e lo eravamo ancora di più negli anni Novanta nel Sud Italia, dove questa storia è ambientata. Questa canzone nasce da una mia storia personale. A 16 anni stavo con una ragazza, la mia seconda fidanzatina, ma la vedevo sempre molto strana, mi sembrava un’anima in pena e non riuscivo a capire cosa avesse, così ci siamo lasciati. Un paio di anni dopo l’ho ritrovata felice, fidanzata con una ragazza, era il ’97. Fino a quel momento non era stata in grado di ammettere a sé stessa che le piacevano le ragazze, era piena di rabbia e si faceva del male da sola dal punto di vista emotivo. La società non gli aveva dato gli strumenti per capire che ciò che provava non era sbagliato. E la strada è ancora lunga per questo”.

ph Emilio Timi
“CARUSO” PER LA SERATA DELLE COVER
L’artista ha poi aggiunto che nella scrittura di questa canzone è stato ispirato dall’ascolto di “Anna e Marco“, brano di Lucio Dalla. E a proposito di Dalla, sarà proprio “Caruso” del cantautore bolognese la canzone che Ermal ha scelto di interpretare a Sanremo, accompagnato sul palco dalla NAPOLI MANDOLIN ORCHESTRA, nella serata dedicata alle cover e che sarà giovedì 4 marzo, giorno in cui cade il cinquantenario della famosissima canzone del cantautore bolognese .
“Non mi ero reso conto che la serata delle cover sarà proprio il 4 marzo, me lo ha fatto notare la mia fidanzata ma ormai avevo scelto “Caruso“, canzone che tutti mi hanno sconsigliato di fare, ma io sono fatto così, cerco sempre di misurarmi con i miei limiti. Voglio provare a cantare questa canzone perché mi piace, non per misurarmi con Lucio Dalla, che penso sia inarrivabile”.
Ha scelto proprio “Caruso” perché parla di Napoli, città verso cui sente un forte legame, nonostante sia albanese, e che vede come la rappresentazione, in un’unica città, dell’Italia intera.
LE ASPETTATIVE DI ERMAL META PER SANREMO 2021
Tornando al brano sanremese Ermal Meta ha rivelato di aver avuto la tentazione di portare “Stelle cadenti“, un altro degli inediti del nuovo disco, che rappresenta una fotografia fatta da un ubriaco, una foto molto artistica ma poco nitida. Ma poi ha scelto “Un milione di cose da dirti” perché finora non ha mai portato una ballad al Festival e sentiva il bisogno di portare una canzone semplice dal sound essenziale, pochi accordi per raccontare qualcosa di personale ma capace di risuonare anche a livello universale. Anche se è consapevole del fatto che questa canzone ci mette un po’ ad arrivare a chi la ascolta. Ma questo non lo preoccupa perché quest’anno arriva al Festival senza particolari aspettative.
Lui, in fondo, Sanremo lo ha già vinto nel 2018, in coppia con Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente“. A questo proposito ha infatti dichiarato: “Sinceramente quest’anno mi interessa tornare a Sanremo perché è l’unico palco dove si può salire per presentare una canzone che fa parte di un bouquet più ricco contenuto in un disco”.
L’anno precedente, tra l’altro, Ermal era già salito sul podio del Festival di Sanremo con il brano “Vietato Morire”, vincendo anche il Premio della Critica Mia Martini e il Premio per la miglior cover (per la sua interpretazione di “Amara Terra Mia”).
COME È NATO IL TITOLO “TRIBÙ URBANA”
In conclusione di conferenza stampa Ermal ha spiegato come è nato il titolo del nuovo album: “Tribù Urbana”, già disponibile in pre-order (https://smi.lnk.to/TribuUrbana).
“Il titolo mi è venuto in mente una volta finito di ascoltare tutte le canzoni. Gli essere umani tendono a stare vicini. La tribù è l’anima che unisce le persone. Le nostre città sono sempre più diversificate, ci sono sempre più colori, più suoni e c’è sempre, come avviene spesso in musica, un suono che non esiste. Un suono fantasma. E la tribù urbana non esiste fisicamente, come d’altronde la musica, che comunque c’è”.
Questa la tracklist di “TRIBÙ URBANA”: “Uno”, “Stelle cadenti”, “Un milione di cose da dirti”, “Il destino universale”, “Nina e Sara”, “No Satisfaction”, “Non bastano le mani”, “Un altro sole”, “Gli invisibili”, “Vita da fenomeni”, “Un po’ di pace”.
Per il resto non ci rimane che darvi appuntamento alla 71esima edizione del Festival di Sanremo per ascoltare la ballad di Ermal Meta e farci sapere cosa ne pensate 😉
Foto di Emilio Tini