Donne Bambine, Colonne e Regine, Il libro di Marco Petrillo per sostenere gli orfani delle vittime di femminicidio. Recensione
Continuano le presentazioni in tutta Italia del libro Donne Bambine, Colonne e Regine di Marco Petrillo, edito dalla Graus edizioni. L’opera racchiude in sé un intento assai nobile: l’intero ricavato della vendita viene devoluto all’Associazione Edela che si occupa di aiutare gli orfani delle donne vittime di femminicidio.
Il femminicidio è una vera e propria piaga sociale i cui reiterati casi sono quotidianamente l’argomento che investe stampa e Tg nazionali. Troppo spesso, però, ci si sofferma solo sulla vittima, sul suo aggressore, sull’omicidio quale atto estremo al culmine di una escalation di violenze, sui conflitti psicologi che scatenano l’ira omicida, sulle denunce inascoltate o sottovalutate. Ma dei figli che rimangono se ne parla abbastanza? Sono loro che hanno un bisogno reale e fattivo di aiuto dopo un trauma così importante. Sono quelli che restano indifesi e allo sbando, quelli che piangono una mamma che non c’è più e un padre (o un patrigno) carcerato o, peggio ancora, suicida. Ed è proprio ai ‘dimenticati’ che l’animo sensibile di un raffinato rimatore come Marco Petrillo volge il suo sguardo.
Si stima che da gennaio a ottobre del 2018, in Italia, sono state 106 le vittime di femminicidio; dal 2000 a oggi sono circa 3100 i decessi, per una media di tre a settimana. Il 72% muore per mano di un familiare, un partner o un ex. Nella maggior parte dei casi, le donne uccise nella coppia avevano dei figli: il 67,2% nel 2015, il 51,4% nel 2016 e il 54,2% nel 2017. Percentuali agghiaccianti se pensiamo che sono oltre 427.000 i minori che hanno vissuto la violenza tra le mura domestiche nei confronti delle loro mamme, dove, nella quasi totalità dei casi, compiute per mano dell’uomo. Ma cosa scatena tanta violenza? Perché l’uomo commette crimini così efferati? Nelle scuole ci sono sufficienti interventi per abbattere pregiudizi e stereotipi che alimentano una sottocultura intrisa di misoginia e sessismo?
Marco Petrillo ha scelto un modo inedito di parlare di maltrattamenti e lo ha fatto attraverso il sapiente e garbato gusto letterario che lo contraddistinguono, con delle filastrocche costruite intorno alla fashion blogger Paola Lauretano e ai suoi viaggi.
Secondo l’autore, le filastrocche appartengono alla tradizione popolare e vengono recepite e memorizzate dai bambini con facilità, in quanto sono capaci di far passare un messaggio da non dimenticare. La conoscenza del valore sociale della donna gli viene dall’educazione familiare, tanto che nel titolo la definizione di ‘Colonne’ deriva dalla consapevolezza che le donne devono sopportare due pesi: fuori e dentro la famiglia.
Il 20 marzo 2019, per la presentazione romana del libro Donne Bambine, Colonne e Regine, Marco Petrillo, che alle spalle ha una formazione cosmopolita grazie a un bagaglio di esperienze e conoscenze acquisite viaggiando in tutta Europa col padre Giuseppe, il cui lavoro lo ha portato presso le ambasciate italiane del continente, ha scelto come location la sede della Fondazione Don Gnocchi Onlus. Una scelta non casuale, considerando che il creatore della Fondazione Beato Don Carlo Gnocchi era un sacerdote ed educatore che alla fine della II Guerra Mondiale ha accolto gli orfani di guerra ed i bambini straziati dalle bombe. Da allora ha dedicato la propria vita ad aiutare il prossimo, in particolare i bambini, che per lui erano Angeli da proteggere.
Ed è proprio ispirandosi a Don Gnocchi che l’autore, oltre ad omaggiare i luoghi visitati e a celebrare la vita e la magnificenza del mondo, vuole dare voce a delle tematiche delicate e di fondamentale importanza, quali la rilevanza dei valori familiari, la violenza di genere e sui minori.
Per parlare del libro e di questa importante tematica sociale, ad affiancare l’autore Marco Petrillo e Roberta Beolchi (Presidente Onorario dell’Associazione Edela), alla presentazione sono intervenuti relatori di alto profilo: Maria Chiara Stefanini (Neuropsichiatra Infantile Fondazione Don Gnocchi), Laura Iuvone (Neuropsichiatra Infantile Fondazione Don Gnocchi), Stefano Callipo (Presidente Osservatorio Violenza e Suicidio), Antonella Formicola (Criminologa), Simona Abate (Psicologa e Psicoterapeuta).