Oggi il nostro caffè è prezioso, come le creazioni del nostro ospite: Danilo Giannoni, il designer italiano meglio noto come l’Artista dei gioielli e fondatore del brand di gioielleria italiana, Giamore, dedicato alla realizzazione di gioielli su misura, impreziositi da un tocco individuale. Durante l’intervista Danilo ci ha portati alla scoperta delle sue linee di preziosi e di com’è visto il made in Italy nel mondo.
Come nasce Giamore?
“Due anni fa, mentre lavoravo per una multinazionale di Hong Kong, ho deciso di prendermi un periodo di riflessione, che mi ha portato a lasciare la direzione di quell’azienda e a decidere insieme a mia moglie e alla mia attuale socia, Silvia, di creare un’azienda tutta nostra che producesse gioielli ispirati dall’amore.
La parola stessa Giamore, è evocativa di quello che volevamo rappresentare con le nostre creazioni, quel sentimento disinteressato che si prova la prima volta in cui si capisce di amare qualcuno, quando ci si rende conto che è già amore.
Giamore racchiude in sé due anime: una legata all’estrema ricerca del lusso dell’eccellenza nel design e nella qualità, in una parola di tutto ciò che distingue e rende famoso il Made in Italy nel mondo, l’altra legata alla gioielleria di qualità, ma sostenibile soprattutto nel prezzo.
Da qui la filosofia del brand, basata sul design curato nei minimi dettagli e due linee di gioielli: una pronta da indossare, e una di altissima gioielleria, su commissione, per la quale viene fatto un servizio di ricerca di pietre rare, che acquisiamo per conto del cliente, quindi sviluppiamo una serie di oggetti su quelle pietre, che possono essere anelli o collane, trovandoci così a lavorare pietre estremamente rare e preziose come diamanti azzurri, gialli, viola, insomma pietre da milioni e milioni di dollari.”
Cosa ha ispirato la creazione delle quattro linee che fanno parte dei gioielli pronti da indossare di Giamore?
“Ci sono quattro linee principali che sono la Jaclyn, dedicata a mia moglie: una linea che presenta orecchini, pendente e anello in oro rosa, agata e diamanti bianchi, oppure in onice e diamanti neri, che nasce dall’idea di un biscotto rotondo che mia moglie fa tutte le domeniche e lo mette accanto alla tazzina del mio caffè; una linea quadrata unisex caratterizzati da pietre dure tagliate da matrici di pietre grosse quindi senza fratture, filettate a macchina e avvitate in un sandwich di oro Giamore e diamanti fancy; la linea Shell composta da gioielli legati a tre particolari forme: il ricciolo che scaturisce dal temperino quando fai la punta alla matita, la forma delle conchiglie, tutte forme e ricordi legati alla mia infanzia, perché mi riportano quando da piccolo in spiaggia disegnavo con la mia matita, ascoltando la voce del mare da una conchiglia e il cuore che è il mio design preferito per eccellenza, da noi riprodotto con vortici di diamanti intorno; la quarta linea Palline, che ricorda la forma del mondo, composta da gioielli dalla classica forma sferica declinata in oltre 20 elementi diversi, impreziositi da diamanti tagliati a macchina e incassati al microscopio senza lasciare alcuna distanza tra le pietre.”
La seduzione passa anche attraverso i gioielli: quale delle tue linee consiglieresti a chi deve fare un regalo per conquistare una donna?
“Secondo me il gioiello giusto da regalare ad una donna per conquistarla è una collana lunga con diamanti colorati, da indossare tutti i giorni, si sa che i diamanti sono i migliori amici di ogni donna! Se invece dovessi consigliare un gioiello dei miei, sicuramente opterei per uno della linea Palline, che rappresenta la perfezione, come dovrebbe essere il vero amore, a 360 gradi!”
E invece quale consiglieresti come regalo per la “Festa della mamma”?
“Come regalo per la festa della mamma vedrei molto bene uno dei pendenti della linea Jaclyn, magari nella versione bianca, perché come vi dicevo per la loro creazione sono stato ispirato dai biscotti che fa mia moglie la Domenica e che immagino ogni mamma, prepari ai propri figli.”
Da italiano all’estero, c’è da parte tua la volontà di tornare in Italia?
“In realtà abbiamo una condizione molto particolare per un’azienda italiana, riscuotiamo molto successo all’estero con grossi clienti in tutto il medio oriente, che acquisiscono collezioni da milioni di euro e pietre rare come investimento. Rappresentiamo così, in qualche modo, il meglio del made in Italy. Questo ci spinge a dare sempre il meglio ai nostri clienti, accostandoci ad un laboratorio piemontese di Valenza, premiato come “eccellenza della manifattura italiana”, un riconoscimento che viene rilasciato a pochissime aziende. C’è da parte nostra la volontà e il progetto di acquisire, in primis, questo laboratorio che produce da oltre quaranta anni gioielli per le più grandi aziende italiane del settore, e il desiderio di aprire a Roma la prima boutique. È un sogno ma ci stiamo arrivando.”
Perché da alessandrino, quindi nato nella patria dell’arte orafa, non hai pensato di aprire l’azienda lì ma ti sei spostato fino in Asia?
“Vivo all’estero da quasi 18 anni, 4 anni negli Stati Uniti, 5 anni ad Istanbul e ora sono da 8 anni in Asia, dove vivo e ho messo su famiglia, quindi l’azienda essendosi sviluppata intorno a me ha sede qui dove ho costruito la mia vita; questa azienda è italiana anche non avendo sede in Italia, perché nel laboratorio lavorano due ragazzi italiani e un francese. Inoltre essendo mia moglie singaporiana, io italiano, la mia socia cinese-tedesca, rappresentiamo il miglior connubio possibile per un’azienda, management tedesco-singaporiano, mentalità cinese molto lavorativa e designer italiano.”
Com’è visto il “Made in Italy” all’estero?
“Essere italiano all’estero ti apre qualsiasi porta. Ho portato con me, sia durante la mia esperienza a New York sia in Cina, il “made in Italy”, perché tutto il mondo, seppur spesso non lo ammetta, ne riconosce lo stile e l’eleganza. Un biglietto da visita importante, ma soprattutto un bisogno di sentirmi italiano. L’Italia è parte di me, e lo sarà sempre.”
Come prendi il caffè?
“Espresso, ristretto o macchiato, ma comunque dolce.”