Trama, trailer e recensione di Cattive acque, il racconto di una nuova battaglia ambientalista diretto da Todd Haynes, con Mark Ruffalo e Anne Hathaway. Dal 20 febbraio al cinema distribuito da Eagle Pictures
Dai produttori di Green Book e Il caso Spotlight, è arrivato il 20 febbraio nelle sale italiane diretto dall’acclamato regista Todd Haynes, Cattive acque. Pellicola basata su una terribile vicenda ambientalistica realmente accaduta che ha seriamente messo in pericolo la salute pubblica. A dare vita alla storia un cast stellare composto da Mark Ruffalo, Anne Hathaway, William Jackson Harper, Bill Pullman e Tim Robbins.
Cattive acque racconta la battaglia condotta dal tenace avvocato Rob Bilott di Cincinnati (Mark Ruffalo), socio dello studio legale Taft Stettinius & Hollister LLP, spinto dal contadino Wilbur Tennant (Bill Camp), suo vecchio conoscente, che portò nel suo ufficio scatole di videocassette per dimostrare che la morte delle sue mucche non era naturale chiedendo il suo aiuto per fermare il disastro.
Inizialmente Robert, tra l’altro difensore di aziende, non gli presta attenzione. Ma poi, incuriosito da tanta insistenza, si reca nel suo paese natale, Parkersburg, in West Virginia, per incontrare per far visita alla fattoria dell’allevatore. Questo gli mostra le immagini dei cadaveri delle mucche, uccise da un’inspiegabile malattia che causa la necrosi dei loro organi interni. Malattia che secondo Wilbur è da attribuirsi a qualche sostanza velenosa scaricata dalla multinazionale chimica DuPont, che ha proprio una sede in città.
Così Robert Billot, decise di iniziare, mettendo anche a rischio la propria carriera, un’estenuante battaglia legale durata ben 19 anni contro il colosso chimico DuPont. Battaglia che lo portò a scoprire che l’acqua potabile di Ohio e Virginia era stata contaminata dallo scarico incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico). A dimostrare, grazie a un imponente studio tossicologico sulle vittime, i rischi per la salute, ottenendo così importanti risarcimenti per i 70mila cittadini rappresentati.
Una battaglia quella di Rob Bilott che che ha avuto la sua risonanza nel gennaio del 2016 dopo la pubblicazione sul New York Times di un articolo di Nathaniel Rich, che descriveva in dettaglio lo splendido operato del tenace avvocato diventato un improbabile attivista.
Cattive acque è il racconto di questa battaglia fatta dall’avvocato Rob Bilott contro gli abusi commessi dalle grandi imprese con inquietante rilevanza politica e culturale. Battaglia che vede il nostro protagonista, l’anti-eroe per definizione, ribaltare le sue idee sulle normali pratiche aziendali proprio a causa delle scoperte fatte sulla DuPont. Scoperte che danno il via a una serie di eventi che ne causeranno un inevitabile isolamento. Contagioso alla stregua di un virus che, con l’evolversi della storia, arriva a colpire tutti i diversi protagonisti affliggendone sia la vita pubblica che privata. Ma proprio grazie a questo devastante “effetto valanga” il caso Wilbur Tennant, e la class action che ne seguì, è diventato realtà portando allo scoperto i pericoli dei prodotti chimici denominati PFOA (da cui deriva anche il teflon), presenti in ogni angolo della nostra vita.
Purtroppo, come per tutti i film di questo genere, aspettatevi una vittoria sofferta e solo parziale. Perché non è di una causa vinta che Cattive acque ci vuole parlare. Piuttosto ci vuole aprire gli occhi e far riflettere sull’imperfezione della nostra esistenza fatta di consapevolezza e disperazione per il fatto che alcune lotte non finiranno mai. Così questa storia diventa la nostra stessa storia, in quanto quella che inizialmente appare come una contaminazione dell’aria e del sistema idrico regionale e nazionale, diventa poi una contaminazione globale. Evento che evidenzia l’interconnessione tra tutti noi esseri umani in quanto abitanti di questo pianeta e il nostro ruolo di vittime del sistema capitalista. Tutti inevitabilmente legati l’uno all’altro in una lotta senza fine per la giustizia e le nostre stesse vite!
Insomma un film assolutamente da non perdere che siamo sicuri non vi lascerà indifferenti, facendovi capire l’importanza di non voltarvi dall’altra parte quando accade qualcosa che sembra riguardare, almeno in apparenza, una parte di mondo molto lontana da voi…