Caffè e cinema

Caffè e cinema (https://unsplash.com/photos/atsUqIm3wxo)

Per i veri cultori del caffè, gustare una tazzina della bevanda nera per eccellenza è un rito praticato anche più volte al giorno. Il caffè è convivio, pausa, momento che precede la riflessione e relax per eccellenza. È il vero protagonista della nostra quotidianità ed è ciò che scandisce il tempo delle vite di ciascuno di noi.

Che si tratti di espresso, cappuccino, corto o lungo all’americana, il caffè non è solo una delle bevande più amate al mondo, ma è anche la star di alcune sequenze cinematografiche indimenticabili. Da Hitchcock a Tarantino, passando per Sergio Leone e Nanny Loy, i registi che si sono serviti del caffè nelle loro opere cinematografiche sono davvero tanti.

La carriera del caffè nei film è stata, finora, lunga e sfavillante e sembra destinata a continuare. Utilizzato per esprimere una quotidianità emblematica o raccontare la routine dei protagonisti, l’oro nero è diventato parte integrante di alcune scene cult che hanno fatto la vera storia del cinema.

Le scene memorabili in cui il caffè viene reso protagonista

Preparare la moka al mattino e montare il latte per un cappuccino perfetto, sono quei gesti che ognuno di noi ripete giorno dopo giorno tra le mura di casa. Descrivere ciò che si cela dietro il rito quotidiano del caffè non è cosa semplice. La sintesi della cultura del caffè, del suo valore quasi cerimoniale, simbolico e quotidiano, nonché la gioia e la felicità che derivano da una tazzina bollente, sono perfettamente espresse, tuttavia, da Eduardo De Filippo nel famoso monologo di Questi Fantasmi, opera teatrale del 1945. Nei film, il caffè riesce a diventare protagonista di diversi momenti, adattandosi perfettamente alle sfumature richieste dal regista.

Scopriamo insieme alcuni dei momenti cinema più memorabili in cui la tazzina ruba la scena ai protagonisti.

Notorious – L’amante perduta (1946)

In questo capolavoro di Alfred Hitchcock, il caffè diventa il mezzo per provare a liberarsi di chi fa il doppio gioco. In questa storia di spionaggio e passione, con protagonisti Ingrid Bergman e Cary Grant, la spia interpretata da Claude Rains, prova a disfarsi della moglie (Bergman), agente segreto, avvelenandole di continuo il caffè. A salvarla sarà l’amante (Grant).

C’era una volta in America (1984)

Nella pellicola diretta da Sergio Leone, la tazza di caffè nelle mani di Robert De Niro, ovvero il gangster David “Noodles” Aaronson, diventa puro momento di tensione. In una scena della durata di un minuto, Noodles gira il cucchiaino nella tazzina, facendolo tintinnare nel silenzio generale, proprio a voler sottolineare le sue cattive intenzioni. Si alternano riprese alla tazzina e ai volti ansiosi degli altri personaggi, fino al momento liberatorio in cui Noodles si decide finalmente a bere.

Pulp Fiction (1994) 

La presenza del caffè nel film cult di Tarantino è predominante sin dalle prime scene. In una caffetteria, la coppia Zucchino (Tim Roth) e Coniglietta (Amanda Plummer) fa colazione mentre progetta l’ennesimo furto a mano armata. La cameriera si avvicina e serve loro del caffè proprio pochi secondi prima della rapina. Alcune scene più avanti, il caffè si rende di nuovo protagonista nelle mani proprio di Tarantino, che fa un’apparizione nei panni di Jimmy, nonché in quelle degli altri personaggi, tra cui Vince (John Travolta), Jules (Samuel L. Jackson) e Mr. Wolf (Harvey Keitel).

Cafè Express (1980)

Michele Abbagnano (Nino Manfredi) è il protagonista (insieme al caffè) di questa pellicola di Nanni Loy degli anni ottanta. Il caffè è ciò che aiuta Michele a sbarcare il lunario. Il personaggio interpretato da Manfredi è un uomo con problemi di salute che cerca di arrivare a fine mese vendendo abusivamente il caffè sui treni. In questa commedia realista e più amara di un caffè non zuccherato, viene raccontata l’arte di arrangiarsi di un’Italia in difficoltà, spesso attuata anche tramite vari livelli di illegalità.

Divorzio all’italiana (1961)

Il capolavoro del regista Pietro Germi, racconta le vicende di Fefè Cefalù (un immenso Mastroianni), barone che vuole liberarsi della moglie di cui non è più innamorato. Il nobile siciliano, ormai completamente disinteressato alla consorte, continua a ricevere le attenzioni e la devozione della moglie Rosalia (Daniela Rocca). Rosalia serve il caffè a Fefè con amore, ricordandogli che lui lo preferisce ben zuccherato. Fefè, tuttavia, le risponde che non è più così e che ormai ha cambiato gusti. In questo film, il caffè si trasforma, quindi, in una metafora dello stato amoroso del protagonista, ormai cambiato.

Naturalmente, esistono moltissime altre scene di film celebri in cui l’oro nero si trasforma da semplice bevanda a protagonista, ed è meraviglioso soffermarsi a pensare a come quei gesti quotidiani, che spesso diamo per scontati, quali preparare la moka o montare il latte, si trasformino sullo schermo grazie al talento dei registi e degli attori