Scariche di adrenalina a go go, colonna sonora elettrizzante e un finale a sorpresa per il nuovo lavoro di Edgar Wright, Baby Driver – Il genio della fuga. Nei cinema dal 7 settembre distribuito da Warner Bros. Italia. Trama, trailer e recensione

baby driverFa rumore proprio come le ruote e il motore delle auto guidate dal suo protagonista Baby (Ansel Elgort – Colpa delle stelle) quando è in fuga dalla scena di una rapina, il nuovo attesissimo lavoro di Edgar Wright: Baby Driver – Il genio della fuga. E per questo siamo certi che non passerà assolutamente inosservato, conquistandosi un posticino di riguardo nell’olimpo dei CULT cinematografici.

Il regista, sceneggiatore, produttore e attore di origine inglese, noto soprattutto per il trio di commedie definite “la trilogia del Cornetto” (L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz e La fine del mondo), ha sfornato un piccolo gioiello, che funziona dall’inizio alla fine come un precisissimo orologio svizzero. Non a caso sono proprio i tempi musicali a dettare il ritmo a tutta l’azione dal cambio delle inquadrature alle portiere che sbattono alle armi che sparano fino anche al più piccolo movimento di macchine e persone.

Una colonna sonora travolgente e trascinante, composta da trenta canzoni di generi ed epoche musicali differenti, dai Queen ai Blur, incluso il brano originale “Chase Me” dell’artista e produttore Danger Mouse, che “inchiodano” lo spettatore lì al centro dell’azione, sin dai primi minuti e non gli danno tregua coinvolgendolo in una corsa all’ultimo respiro.

Così Wright riesce a mescolare alla sua maniera azione, commedia e sentimenti per raccontare la storia del giovane Baby: ragazzo di poche parole che tiene nascosto il suo vero mondo dietro un paio di occhiali scuri e degli auricolari da cui passa la sua musica preferita per alleviare l’acufene di cui soffre, un continuo fischio nelle orecchie causato da un incidente d’auto avuto da bambino, in cui persero la vita entrambi i genitori.

Baby, faccia d’angelo, come nei più classici dei film di gangster, è l’autista di una banda di rapinatori (tra gli altri Jon Hamm, Jon Bernthal, Jamie Foxx e Flea, il bassista dei Red Hot Chili Peppers) agli ordini di Doc, uno spietato boss del crimine, interpretato da uno strepitoso Kevin Spacey, che ci regala una super interpretazione in uno dei ruoli che preferisce. Ovvero uno di quei personaggi a cui non si riesce a dare da subito una connotazione ben precisa e sul quale è necessario ricredersi nel corso del film.

Baby è legato a lui da un vecchio debito, che spera di poter estinguere al più presto per poter così cambiare vita abbandonando per sempre l’illegalità. Le cose subiscono un’improvvisa accelerata quando, convinto di aver saldato il conto con il boss, prende il coraggio di intraprendere la via della rettitudine e si innamora di Debora (Lily James), una dolce cameriera che come lui sogna una vita migliore fatta di musica e viaggi on the road, che la facciano sentire libera.

Ma purtroppo le cose si complicano e Baby sarà costretto a rischiare tutto ciò a cui tiene di più: l’amore, il suo papà putativo, interpretato da CJ Jones, e la sua stessa vita.

In questo modo Wright regala allo spettatore due ore di puro intrattenimento in cui nulla è lasciato al caso. Tutto è estremamente funzionale alla buona riuscita del film, dalla scelta del cast, alle inquadrature, alla scelta della musica e dei dialoghi, fino al montaggio. Tutto fila via liscio e perfetto proprio come le fughe di cui Baby è un vero genio e dove il piede non si alza mai dall’acceleratore se non per una semplice e fugace “pausa caffè”, fino al finale.

Assolutamente da non perdere!