Trailer ufficiale, trama e recensione di Assolo, la seconda prova da regista di Laura Morante. Una commedia leggera e divertente su uno dei mali più diffusi delle moderne signore di mezz’età: la spasmodica ricerca della felicità!
A tre anni dal suo esordio dietro la macchina da presa con il film “Ciliegine”, Laura Morante, torna alla regia con Assolo, una commedia tragicomica dalle tinte morettiane, tra realismo e “surrealismo”. Quasi un onewoman show, di cui la Morante è regista, sceneggiatrice e protagonista, in cui ci racconta la crisi di mezza età da un punto di vista raramente trattato: quello delle donne, prigioniere di insicurezze, rapporti amorosi andati mali e solitudine.
La protagonista è Flavia (Laura Morante), fragile e insicura, in analisi per cercare di affrontare le sue imperfezioni e convivere con la solitudine in cui si ritrova per la prima volta nella sua vita, dopo la fine del secondo matrimonio e l’indipendenza dei suoi due figli ormai grandi.
Una donna complessa, piena di nevrosi, spaventata, che pur di colmare quel vuoto che la fa stare male, rimane in qualche modo legata ai suoi due ex-mariti, Gerardo (Francesco Pannofino) e Willy (Gigio Alberti), cercando di costruire rapporti amichevoli anche con le loro giovani nuove compagne Giusi (Emanuela Grimalda) e Ilaria (Carolina Crescentini) e creando una strana famiglia allargata in cui si sente ancora più sola.
Anche la sua autostima ormai è ai minimi a causa dei continui fallimenti e della patologica incapacità di raggiungere gli obiettivi che si prefigge, da quelli “semplici” come la patente di guida a quelli importanti come il raggiungimento dell’agognata indipendenza, senza doversi appoggiare costantemente ad altri siano essi figli, ex-mariti, colleghi o psicanalista (Piera Degli Esposti). Proprio quest’ultima è chiamata ad assolvere il più difficile dei compiti: insegnare a Flavia a liberarsi dalle zavorre che le impediscono di essere felice, soddisfatta e ad amarsi, perché come giustamente si domanda l’ex-marito Willy (Gigio Alberti), “può una donna che non si ama, essere amata?”
Un film agrodolce, privo di falsi buonismi, scorrevole, ma forse con un finale senza la “tensione” ottimale, visto che molti dei nodi vengono sciolti con un po’ troppo anticipo, a causa forse di scelte di montaggio che hanno privilegiato alcune scene invece di altre.
Il risultato è comunque estremamente gradevole, con un piacevole sottofondo musicale (del bravissimo Nicola Piovani) e una tematica molto interessante, trattata dalla Morante in modo leggero e intelligente senza mai cadere nei facili luoghi comuni che caratterizzano l’argomento spinoso e delicato della crisi di mezza età al femminile. Infatti, mentre non ci impressiona il playboy ultra cinquantenne a caccia di giovani e avvenenti fanciulle (e, nel film, entrambi gli ex-mariti fanno esattamente questo), fa ancora scalpore la cosiddetta “cougar”, una donna di mezza età forte, indipendente e con al fianco un giovane e prestante ragazzo.
La pellicola quindi vuole essere un chiaro invito alle donne che stanno attraversando questa delicata fase, a prendere in mano la loro vita, imparando a contare su sé stesse, senza essere costrette a farsi accettare da chi le circonda anche a costo anche di perdere di vista la propria felicità, solo per paura di rimanere sole!